Dacarbazina Lipomed - 10fl 200mg
Dettagli:
Nome:Dacarbazina Lipomed - 10fl 200mgCodice Ministeriale:041106028
Principio attivo:Dacarbazina Citrato
Codice ATC:L01AX04
Fascia:C
Prezzo:286
Produttore:Lipomed Gmbh
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25, conservare il prodotto nella confezione originale
Scadenza:36 mesi
Denominazione
DACARBAZINA LIPOMED 200 MG POLVERE PER SOLUZIONE INIETTABILE O PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Formulazioni
Dacarbazina Lipomed - 10fl 200mg
Categoria farmacoterapeutica
Agenti alchilanti.
Principi attivi
Ogni flaconcino contiene 200 mg di dacarbazina (come dacarbazina citrato, formazione in situ). Dopo ricostituzione, il farmaco contiene 10 mg/ml di dacarbazina.
Eccipienti
Acido citrico monoidrato, mannitolo (E 421).
Indicazioni
Trattamento dei pazienti con melanoma maligno metastatico. Ulteriori indicazioni per l'uso della dacarbazina come componente di una polichemioterapia sono: linfoma di Hodgkin in stadio avanzato; sarcomi dei tessuti molli in stadio avanzato negli adulti (ad eccezione del mesotelioma e del sarcoma di Kaposi).
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' alla dacarbazina o ad uno qualsiasi degli eccipienti,gravidanza o allattamento, leucopenia e/o trombocitopenia, grave pato logia epatica o renale, in associazione al vaccino contro la febbre gialla.
Posologia
La terapia deve essere effettuata da medici specializzati in oncologiao ematologia, rispettivamente. La dacarbazina e' sensibile all'esposi zione alla luce. Tutte le soluzioni ricostituite devono essere adeguatamente protette dalla luce anche durante la somministrazione (set per infusione che non lascino passare la luce). Durante la somministrazione della soluzione iniettabile occorre usare cautela per evitare uno stravaso nei tessuti, che causa dolore locale e danno tessutale. In casodi stravaso, la somministrazione deve essere interrotta immediatament e e la dose eventualmente rimanente deve essere somministrata in un'altra vena. Per ridurre l'intensita' della nausea e del vomito, il paziente deve evitare di assumere cibi prima della somministrazione della dacarbazina. Le escrezioni e il vomito devono essere maneggiati con cautela. Possono essere applicati i regimi terapeutici descritti di seguito. Per ulteriori dettagli si rimanda alla letteratura scientifica attuale. Melanoma maligno: la dacarbazina puo' essere utilizzata come agente singolo a dosi comprese tra 200 e 250 mg/m^2 di area di superficiecorporea/die come iniezione e.v. effettuata per 5 giorni ogni 3 setti mane. In alternativa all'iniezione endovenosa in bolo, la dacarbazina puo' essere somministrata come infusione breve (in 15-30 minuti). Possono anche essere somministrati 850 mg/m^2 di area di superficie corporea il giorno 1 e, successivamente, una volta ogni 3 settimane, come infusione endovenosa. Linfoma di Hodgkin: la dacarbazina viene somministrata per via e.v. in una dose giornaliera di 375 mg/m^2 di area di superficie corporea ogni 15 giorni in combinazione con doxorubicina, bleomicina e vinblastina (regime ABVD). Sarcoma dei tessuti molli: nei sarcomi dei tessuti molli negli adulti, la dacarbazina viene somministrata per via e.v. in dosi giornaliere di 250 mg/m^2 di area di superficiecorporea (giorni 1-5) in associazione con doxorubicina ogni 3 settima ne (regime ADIC). Durante il trattamento con dacarbazina devono essereeffettuati controlli frequenti dell'emocromo e controlli della funzio ne epatica e renale. Poiche' le reazioni gastrointestinali gravisi verificano frequentemente, e' opportuno adottare misure antiemetiche e disupporto. Poiche' possono verificarsi gravi disturbi gastrointestinal i ed ematologici, prima di ogni trattamento con il farmaco deve essereeffettuata una valutazione molto accurata del rapporto rischio-benefi cio. Durata della terapia: il medico curante deve stabilire individualmente la durata della terapia, tenendo in considerazione il tipo e lo stadio della patologia, la terapia di combinazione effettuata, la risposta alla dacarbazina e i gli effetti avversi ad essa legati. Nel linfoma di Hodgkin in stadio avanzato, una raccomandazione abituale prevede la somministrazione di 6 cicli di terapia di combinazione ABVD. Nel melanoma maligno metastatico e nel sarcoma dei tessuti molli in stadioavanzato la durata del trattamento dipende dall'efficacia e dalla tol lerabilita' del singolo paziente. Velocita' di somministrazione dell'iniezione/infusione: le dosi fino a 200 mg/m^2 possono essere somministrate come iniezione endovenosa lenta in circa 1 minuto. Dosi maggiori (comprese tra 200 e 850 mg/m^2) devono essere somministrate come infusione endovenosa in 15-30 minuti. Si raccomanda di verificare innanzitutto la pervieta' della vena iniettando 5-10 ml di soluzione per infusione isotonica di sodio cloruro o glucosio 5%. Le stesse soluzioni devono essere utilizzate dopo l'infusione per eliminare gli eventuali residui del medicinale dalla linea di infusione. Dopo ricostituzione con acqua per preparazioni iniettabili e senza ulteriore diluizione con soluzione isotonica di sodio cloruro o glucosio 5%, le preparazioni di Dacarbazina Lipomed 200 sono ipo-osmolari (circa 100 mOsmol/kg) e devonoquindi essere somministrate come iniezione endovenosa lenta, ad es. i n 1 minuto, e non come iniezione e.v. in bolo in pochi secondi. Popolazioni speciali Pazienti con insufficienza renale/epatica: in presenza di sola insufficienza renale o epatica da lieve a moderata, generalmente non e' necessario ridurre la dose. Nei pazienti con compromissione combinata renale ed epatica, l'eliminazione della dacarbazina e' prolungata. Cio' nonostante, attualmente non possono essere formulate raccomandazioni validate di riduzione della dose. Pazienti anziani: poiche'l'esperienza nei pazienti anziani e' limitata, non possono essere for mulate istruzioni specifiche negli anziani per l'uso della dacarbazina. Bambini: non possono essere formulate raccomandazioni specifiche perl'uso della dacarbazina nella popolazione pediatrica fino a che non s iano disponibili ulteriori dati.
Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 gradi C. Conservare nellaconfezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Avvertenze
Si raccomanda di somministrare la dacarbazina unicamente sotto la supervisione di un medico specializzato in oncologia, che abbia a disposizione le attrezzature necessarie per il monitoraggio regolare degli effetti clinici, biochimici ed ematologici durante e dopo la terapia. In presenza di sintomi di disfunzione epatica o renale o di una reazione di ipersensibilita', la terapia deve essere interrotta immediatamente.In caso di malattia veno-occlusiva del fegato, la prosecuzione della terapia con dacarbazina e' controindicata. Durante la terapia, il medico responsabile deve essere consapevole della possibilita' che si verifichi la rara e grave complicanza di necrosi epatica in seguito all'occlusione delle vene intraepatiche. Il monitoraggio regolare del volume, della funzione del fegato e dell'emocromo (in particolare degli eosinofili) e' di particolare importanza. In singoli casi sospetti di malattia veno-occlusiva e' stato efficace il trattamento precoce con alte dosi di corticosteroidi (ad esempio idrocortisone 300 mg/die), con o senza fibrinolitiche come l'eparina o l'attivatore tessutale del plasminogeno. La terapia a lungo termine puo' essere causa di tossicita' cumulativa a carico del midollo osseo. La possibile soppressione del midollo osseo richiede un attento monitoraggio degli eritrociti, dei leucociti e delle piastrine. La tossicita' emopoietica puo' giustificare l'interruzione temporanea o definitiva della terapia. Uno stravaso puo' causare danni tessutali e dolore intenso. L'uso concomitante della fenitoina deve essere evitato perche' esiste il rischio di esacerbazione delle convulsioni, dovuto al ridotto assorbimento della fenitoina nell'apparato digerente. Effetti immunosoppressivi/aumentata suscettibilita' alle infezioni La dacarbazina e' un moderato agente immunosoppressivo. La somministrazione di vaccini vivi (vivi attenuati) a pazienti immunocompromessi a causa di un trattamento con agenti chemioterapici, comprendenti la dacarbazina, puo' causare infezioni gravi o fatali. La vaccinazione con vaccini vivi deve essere evitata nei pazienti trattati con dacarbazina. I vaccini inattivati possono essere utilizzati, se disponibili. I medicinali epatotossici e l'alcool sono controindicati durante la chemioterapia. Misure anticoncezionali: gli uomini devono essere informati circa l'adozione di misure anticoncezionali durante laterapia e nei 6 mesi successivi al termine della terapia. Somministra zione della dacarbazina ai bambini: non possono essere formulate raccomandazioni specifiche per l'uso della dacarbazina nella popolazione pediatrica fino a che non siano disponibili ulteriori dati. Manipolazione della dacarbazina: la dacarbazina deve essere manipolata in conformita' alle procedure standard per i citostatici dotati di effetti mutageni, cancerogeni e teratogeni.
Interazioni
L'uso concomitante del vaccino contro la febbre gialla e' controindicato a causa del rischio di una patologia sistemica fatale. Poiche' il rischio trombotico e' aumentato in presenza di tumori, il trattamento anticoagulante e' frequente. L'alta variabilita' intra-individuale della coagulabilita' durante la malattia e le possibili interazioni tra anticoagulanti orali e chemioterapia antineoplastica rendono necessari monitoraggi piu' frequenti dell'INR se il paziente deve essere trattatocon anticoagulanti orali. L'uso concomitante della fenitoina deve ess ere evitato perche' esiste il rischio di esacerbazione delle convulsioni, dovuto al ridotto assorbimento della fenitoina nell'apparato digerente. L'uso concomitante di vaccini vivi attenuati deve essere evitato, perche' esiste il rischio di una patologia sistemica, eventualmente fatale. Questo rischio e' aumentato nei soggetti gia' immunodepressi acausa della suddetta patologia. Si raccomanda di utilizzare un vaccin o inattivato, se disponibile (poliomielite). L'uso concomitante di ciclosporina (e, per estrapolazione, di tacrolimus) deve essere valutato con attenzione, perche' l'uso di questi agenti induce un'immunosoppressione eccessiva, con rischio di linfoproliferativa. L'uso concomitantedi fotemustina puo' essere causa di tossicita' polmonare acuta (sindr ome da distress respiratorio dell'adulto). Fotemustina e dacarbazina non devono essere usate contemporaneamente. La dacarbazina deve essere somministrata oltre una settimana dopo la somministrazione della fotemustina. In caso di trattamento pregresso o concomitante con effetti avversi sul midollo osseo (in particolare agenti citostatici, irradiazione), sono possibili interazioni mielotossiche. Non sono stati effettuati studi per valutare un possibile metabolismo fenotipico. E' stata identificata l'idrossilazione del composto originario a metaboliti dotati di attivita' antitumorale. La dacarbazina viene metabolizzata dal citocromo P450 (CYP1A1, CYP1A2 e CYP2E1). Questo aspetto deve essere tenuto in considerazione in caso di somministrazione congiunta della dacarbazina con altri medicinali metabolizzati dagli stessi enzimi epatici. La dacarbazina puo' potenziare gli effetti del metossipsoralene a causa della fotosensibilizzazione.
Effetti indesiderati
Frequenze: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1000, <1/100), raro (>=1/10.000, <1/1000), molto raro (<1/10.000), non nota. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia, leucopenia, trombocitopenia, soppressione midollare; raro: pancitopenia,agranulocitosi. Disturbi del sistema immunitario. Raro: anafilassi, r eazioni di ipersensibilita'. Disturbi psichiatrici. Non comune: confusione. Patologie del sistema nervoso. Raro: cefalea, letargia, convulsioni, parestesia facciale. Patologie dell'occhio. Non comune: offuscamento della vista; raro: disturbi della vista. Patologie vascolari. Non comune: vampate a carico del viso. Patologie gastrointestinali. Comune: anoressia, nausea, vomito; raro: diarrea. Patologie epatobiliari. Non comune: aumento delle transaminasi (AST, ALT), aumento della fosfatasi alcalina, aumento della lattato deidrogenasi (LDH).Tossicita' epatica, trombosi delle vene epatiche, necrosi epatica, sindrome di Budd-Chiari ad esito potenzialmente fatale. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. non comune: alopecia, iperpigmentazione, fotosensibilita', eruzione cutanea transitoria; raro: eritema, esantema maculo-papulare, orticaria. Patologie renali e urinarie. Non comune: disfunzione renale con aumento della creatinina nel sangue e aumento dell'urea nelsangue. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di sommi nistrazione. Non comune: sintomi simil-infleuzali, malessere; raro: irritazione in corrispondenza della sede di iniezione. I disturbi dell'apparato digerente come anoressia, nausea e vomito sono comuni e gravi.In casi rari e' stata osservata diarrea. Le alterazioni a carico dell 'emocromo spesso osservate (anemia, leucopenia, trombocitopenia) sono dose-dipendenti e ritardate, i nadir spesso si manifestano solo dopo 3-4 settimane. In casi rari sono state descritte pancitopenia e agranulocitosi. Occasionalmente si osservano sintomi simil-influenzali con spossatezza, brividi, febbre e dolore muscolare durante o, frequentemente, pochi giorni dopo la somministrazione della dacarbazina. Questi disturbi possono ripresentarsi in occasione dell'infusione successiva. Non comunemente e' stato osservato un aumento degli enzimi epatici (ad es. transaminasi (AST, ALT), fosfatasi alcalina, lattato deidrogenasi (LDH)). Non comunemente e' stata osservata necrosi epatica dovuta all'occlusione delle vene intraepatiche (malattia veno-occlusiva) dopo somministrazione della dacarbazina in monoterapia o polichemioterapia. Normalmente la sindrome si e' verificata durante il secondo ciclo di terapia. I sintomi hanno compreso febbre, eosinofilia, dolore addominale, epatomegalia, ittero e shock, con rapido peggioramento in poche ore o giorni. Poiche' sono stati descritti esiti letali, il monitoraggio frequente del volume e della funzione del fegato e dell'emocromo (in particolare degli eosinofili) e' di particolare importanza durante il trattamento. In singoli casi sospetti di malattia veno-occlusiva e' stato efficace il trattamento precoce con alte dosi di corticosteroidi (ad esempio idrocortisone 300 mg/die), con o senza fibrinolitici come l'eparina o l'attivatore tessutale del plasminogeno. I disturbi locali in corrispondenza della sede di somministrazione, come l'irritazione venosa, e alcune delle reazioni avverse sistemiche sono considerate dovute alla formazione di prodotti della fotodegradazione. In seguito a stravaso accidentale ci si attendono dolore locale e necrosi. La compromissione della funzione renale, con aumento dei livelli ematici di sostanze che devono essere escrete nelle urine, e' non comune. Raramente possono verificarsi disturbi a carico del sistema nervoso centrale come cefalea, disturbi della vista, confusione, letargia e convulsioni. Poco dopo l'iniezione possono verificarsi parestesia facciale e vampate a carico del viso. Raramente si osservano reazioni allergiche cutanee in forma di eritema, esantema maculo-papulare o orticaria. Non comunemente possono verificarsi alopecia, iperpigmentazione e fotosensibilita' della cute. In casi rari sono state descritte reazioni anafilattiche. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.
Gravidanza e allattamento
La dacarbazina possiede effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni negli animali. Si deve quindi presumere un rischio aumentato di effetti teratogeni nell'uomo. Pertanto, la dacarbazina non deve essere usata durante la gravidanza e l'allattamento. Non e' noto se la dacarbazina attraversi la placenta o passi nel latte materno. Donne in eta' fertile:le donne in eta' fertile devono usare metodi contraccettivi efficaci. Uomini trattati con dacarbazina: gli uomini devono essere informati c irca l'adozione di misure anticoncezionali durante la terapia e nei 6 mesi successivi al termine della terapia.