Crixivan - 270cps 200mg
Dettagli:
Nome:Crixivan - 270cps 200mgCodice Ministeriale:030644049
Principio attivo:Indinavir
Codice ATC:J05AE02
Fascia:H
Prezzo:463.06
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Msd Italia Srl
SSN:Medicinale ospedaliero dispensabile in farmacia a totale carico del cittadino
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco ospedaliero esitabile in farmacia
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Conservare nella confezione originale
Scadenza:36 mesi
Formulazioni
Crixivan - 180cps 200mg
Crixivan - 270cps 200mg
Crixivan - 360cps 200mg
Categoria farmacoterapeutica
Inibitore della proteasi.
Indicazioni
Per il trattamento di pazienti adulti, adolescenti e bambini di 4 anni di eta' od oltre, con infezione da HIV-1 in associazione con analoghi nucleosidici antiretrovirali. Per gli adolescenti ed i bambini, i benefici della terapia con indinavir devono essere attentamente valutati in considerazione dell'aumento del rischio di nefrolitiasi.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Indinavir non deve essere somministrato in concomitanza a medicinali con un basso indice terapeutico e che sono substrati del CYP3A4. CRIXIVAN non deve essere somministrato in concomitanza con amiodarone, terfenadina, cisapride, astemizolo, alprazolam, triazolam, midazolam somministrato per via orale (per le precauzioni relative all'uso di midazolam somministrato per via parenterale, pimozide, derivati dell'ergot, simvastatina o lovastatina. L'inibizione del CYP3A4 da parte di CRIXIVAN potrebbe determinare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi medicinali, causando potenzialmente reazioni serie o pericolose per la vita. Indinavir non deve essere somministrato in concomitanza alla rifampicina, in quanto tale associazione determina una riduzione del 90 % delle concentrazioni plasmatiche di indinavir. Preparazioni erboristiche contenenti l'erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), non devono essere usate mentre si assume CRIXIVAN poiche' la somministrazione contemporanea riduce le concentrazioni plasmatiche di indinavir in modo rilevante. Cio' puo' determinare ridotti effetti clinici di CRIXIVAN.
Posologia
Deve essere somministrato da medici esperti nel trattamento dell'infezione da HIV. Sulla base degli attuali dati di farmacodinamica, indinavir deve essere usato in associazione con altri agenti antiretrovirali. Quando indinavir e' somministrato in monoterapia, emergono rapidamente virus resistenti. Adulti, la posologia consigliata di CRIXIVAN e' 800 mg per os ogni 8 ore. Bambini e adolescenti (dai 4 ai 17 anni di eta'). Il dosaggio raccomandato di CRIXIVAN per i pazienti dai 4 ai 17 anni e' di 500 mg/mquadrati (dose aggiustata in rapporto all'area della superficie corporea [ASC] calcolata in base al peso e all'altezza) per via orale ogni 8 ore. Questa dose non deve superare quella equivalente per gli adulti pari a 800 mg ogni 8 ore. CRIXIVAN capsule rigide deve essere somministrato solo ai bambini in grado di ingerire capsule rigide. CRIXIVAN non e' stato studiato nei bambini di eta' inferiore a 4 anni. Dose pediatrica (500 mg/mquadrati) da somministrare ogni 8 ore: area della Superficie Corporea (mquadrati): 0,50, dose ogni 8 ore (mg): 300, 0,75: 400; 1,00: 500, 1,25: 600, 1,50: 800. Le capsule rigide devono essere ingerite intere. Dal momento che CRIXIVAN deve essere assunto ad intervalli di 8 ore, e' opportuno stabilire uno schema di somministrazione conveniente per il paziente. Per un assorbimento ottimale del farmaco, CRIXIVAN deve essere somministrato a digiuno, con acqua, 1 ora prima o 2 ore dopo i pasti. In alternativa, CRIXIVAN puo' essere somministrato con un pasto leggero a basso contenuto di grassi. Per assicurare una adeguata idratazione, si raccomanda che nell'arco delle 24 ore gli adulti bevano almeno 1,5 litri di liquidi. Si raccomanda anche che i bambini di peso inferiore a 20 kg bevano almeno 75 ml/kg/die e quelli il cui peso sia compreso fra 20 e 40 kg bevano almeno 50 ml/kg/die. Nei pazienti con uno o piu' episodi di nefrolitiasi, la gestione medica deve comprendere una adeguata idratazione e puo' includere l'interruzione temporanea della terapia (ad esempio, da 1 a 3 giorni) durante l'episodio acuto di nefrolitiasi o la sospensione della terapia. Qualora la rifabutina venga somministrata in concomitanza a CRIXIVAN, a causa di un aumento delle concentrazioni plasmatiche di rifabutina e di una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di indinavir, si suggerisce di ridurre della meta' la posologia standard della rifabutina (consultare la scheda tecnica della ditta produttrice della rifabutina) ed aumentare la posologia di CRIXIVAN a 1.000 - 1.200 mg ogni 8 ore. Per la posologia da 1.000 mg usare le capsule rigide da 333 mg e per tutte le altre posologie usare le capsule rigide da 100 mg, 200 mg o 400 mg. Questo regime posologico non e' stato confermato negli studi clinici e potrebbe determinare un aumento clinicamente significativo delle concentrazioni plasmatiche della rifabutina. Qualora si somministri in concomitanza itraconazolo deve essere considerata una riduzione della posologia di CRIXIVAN a 600 mg ogni 8 ore. In pazienti con alterazione della funzione epatica lieve-moderata dovuta a cirrosi, la posologia di CRIXIVAN deve essere ridotta a 600 mg ogni 8 ore. Questa raccomandazione e' basata su dati limitati di farmacocinetica. I pazienti con disfunzione epatica grave non sono stati studiati; di conseguenza, non e' possibile formulare raccomandazioni per il dosaggio. Non e' stata studiata la sicurezza in pazienti con funzione renale compromessa; comunque, meno del 20 % di indinavir viene escreto nelle urine come farmaco immodificato o come metaboliti.
Avvertenze
In corso di terapia con indinavir si e' verificata nefrolitiasi in pazienti adulti e pediatrici. La frequenza della nefrolitiasi e' piu' elevata nei pazienti pediatrici rispetto ai pazienti adulti. In alcuni casi la nefrolitiasi si e' accompagnata ad alterazione della funzionalita' renale o insufficienza renale acuta; nella maggior parte di questi casi l'alterazione della funzionalita' renale e l'insufficienza renale acuta sono regredite. Se si manifestano segni e sintomi di nefrolitiasi, quali dolore al fianco con o senza ematuria (anche ematuria microscopica), si puo' prendere in considerazione l'interruzione temporanea della terapia (ad es., 1-3 giorni) durante la fase acuta dell'episodio di nefrolitiasi o la sospensione della terapia. I pazienti pediatrici che riferiscono dolore al fianco devono essere esaminati per la possibilita' di nefrolitiasi. Gli esami possono consistere in analisi delle urine, BUN e creatinina sierici, e ultrasonografia dei reni e della vescica. Le conseguenze a lungo termine della nefrolitiasi nei pazienti pediatrici non sono note. Si raccomanda un adeguato apporto idrico in tutti i pazienti in trattamento con indinavir. Sono stati osservati casi di nefrite interstiziale con calcificazione midollare ed atrofia corticale in pazienti con leucocituria grave asintomatica (>100 cellule/campo ad alta risoluzione). Deve essere preso in considerazione lo screening urinario dei pazienti ad alto rischio, come i bambini. In presenza di leucocituria grave persistente puo' essere necessario eseguire ulteriori indagini. In caso di somministrazione concomitante di indinavir con ritonavir, la relativa interazione puo' risultare aumentata. Si deve consultare anche la scheda tecnica del produttore di ritonavir per informazioni sulle potenziali interazioni. L'uso concomitante di indinavir con lovastatina o simvastatina non e' raccomandato per l'aumentato rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi. Si deve inoltre usare cautela se indinavir e' usato in associazione con atorvastatina. Si prevede che la somministrazione contemporanea di CRIXIVAN con il sildenafil aumenti sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche del sildenafil e puo' risultare in un aumento degli eventi indesiderati associati al sildenafil che comprendono ipotensione arteriosa, alterazioni della vista e priapismo. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica acuta, alcuni dei quali gravi e rapidamente progressivi. Una volta fatta la diagnosi, devono essere messe in atto le opportune misure terapeutiche per il trattamento dell'anemia emolitica, che possono anche comprendere la sospensione di indinavir. In pazienti in trattamento con inibitori della proteasi (IP) sono stati segnalati casi di insorgenza di diabete mellito, di iperglicemia o di esacerbazione del diabete mellito gia' esistente. In alcuni di questi casi l'iperglicemia e' stata severa e talvolta associata anche a chetoacidosi. Molti pazienti presentavano condizioni cliniche complesse, alcune delle quali dovevano essere trattate con farmaci che sono stati associati a sviluppo di diabete mellito o iperglicemia. La terapia antiretrovirale combinata e' stata associata alla ridistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) nei pazienti HIV. Le conseguenze a lungo termine di questo fenomeno sono attualmente sconosciute. Il meccanismo d'azione non e' stato completamente chiarito. E' stata ipotizzata l'esistenza di un legame tra lipomatosi viscerale e IP e tra lipodistrofia ed inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (ITIn). Una maggiore incidenza di lipodistrofia e' stata associata con fattori individuali quali eta' avanzata e con fattori legati ai farmaci quali trattamento antiretrovirale di lunga durata e relativi disturbi metabolici. Il rischio di eventi avversi gravi e potenzialmente fatali a carico del fegato e' aumentato nei pazienti con epatite cronica B o C trattati con terapia antiretrovirale di associazione. In caso di terapia antivirale concomitante per epatite B o C, fare riferimento alle informazioni del caso contenute nelle schede tecniche dei relativi farmaci. La sicurezza e l'efficacia di indinavir/ritonavir non e' stata accertata nei pazienti con epatopatie di base significative e deve essere utilizzata con cautela in questa popolazione di pazienti. Nel corso della terapia antiretrovirale di associazione la frequenza di alterazioni della funzionalita' epatica nei pazienti con disfunzioni epatiche preesistenti, inclusa l'epatite cronica attiva, e' aumentata e deve essere sottoposta a monitoraggio secondo le procedure standard. In presenza di segni di deterioramento dell'epatopatia in questi pazienti, si deve prendere in considerazione la sospensione o l'interruzione del trattamento. E' stato osservato un aumento dell'incidenza di nefrolitiasi nei pazienti con epatopatie al basale trattati con indinavir. In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento della istituzione della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), puo' insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche serie, o il peggioramento dei sintomi. Tipicamente, tali reazioni sono state osservate entro le primissime settimane o mesi dall'inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART). Esempi rilevanti di cio' sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis carinii. Sono stati riportati casi di aumento di episodi emorragici, comprendenti ematomi cutanei ed emartro spontanei, in pazienti affetti da emofilia di tipo A e B trattati con IP. In alcuni pazienti si e' reso necessario un incremento di dose del fattore VIII. In piu' della meta' dei casi riportati e' stato possibile continuare il trattamento con IP o riprenderlo nel caso fosse stato interrotto. E' stata ipotizzata una relazione causale, sebbene non sia stato chiarito il meccanismo d'azione. I pazienti emofilici devono pertanto essere informati circa la possibilitá di un aumento di tali episodi emorragici. Nei pazienti con insufficienza epatica lieve-moderata causata da cirrosi sara' necessaria una riduzione del dosaggio di indinavir in considerazione del ridotto metabolismo di indinavir. Pazienti con insufficienza epatica grave non sono stati studiati. Sono stati riportati casi di osteonecrosi soprattutto nei pazienti con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART). Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidita' alle articolazioni, o difficolta' nel movimento. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi di Lapp o malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo farmaco.
Interazioni
La somministrazione concomitante della delaviridina e di una dose di 600 mg di indinavir ha determinato un valore di AUC di indinavir maggiore di circa il 40 % rispetto a quello osservato dopo somministrazione di una dose di 800 mg di indinavir da solo. Non sono disponibili dati relativi alla sicurezza ed efficacia di questa associazione. Indinavir e didanosina devono essere somministrati ad almeno 1 ora di distanza l'uno dall'altra, a stomaco vuoto (consultare la scheda tecnica della didanosina). Sebbene non sia stato attribuito un significato clinico alla diminuzione delle concentrazioni di indinavir, le dimensioni della interazione farmacocinetica osservata devono essere tenute in considerazione nella scelta di un regime terapeutico che includa sia efavirenz che indinavir. Non e' necessario un aggiustamento del dosaggio dell'efavirenz quando questo viene somministrato con indinavir. Deve essere considerato un aumento del dosaggio di indinavir a 1.000 mg ogni 8 ore quando somministrato con nevirapina. Non sono disponibili dati relativi alla sicurezza ed efficacia di tale associazione. Attualmente non sono disponibili dati sulla sicurezza o l'efficacia nell'uso di questa associazione nei pazienti. In caso di somministrazione contemporanea di ritonavir con indinavir (al dosaggio di 800 mg due volte al giorno), e' bene agire con cautela, poiche' il rischio di nefrolitiasi puo' aumentare. Si raccomanda vivamente di mantenere una adeguata idratazione. Se la dose di indinavir viene ridotta a causa di problemi di tollerabilita', puo' essere importante monitorare le concentrazioni plasmatiche del farmaco. I dati disponibili a supporto di una relazione definitiva tra livelli plasmatici di indinavir e efficacia e comparsa di nefrolitiasi non sono sufficienti. Il disegno dello studio non consente una valutazione definitiva dell'effetto di saquinavir su indinavir, ma suggerisce che c'e' un aumento minore del doppio dell'AUC8h di indinavir durante la somministrazione contemporanea con il saquinavir. La somministrazione di indinavir, 600 mg ogni 8 ore, con itraconazolo 200 mg due volte al giorno, un inibitore del CYP3A4, , ha determinato una AUC di indinavir simile a quella osservata durante la somministrazione di indinavir da solo al dosaggio di 800 mg ogni 8 ore. La somministrazione concomitante di indinavir e ketoconazolo potrebbe causare un lieve aumento dei livelli di indinavir. Non e' previsto che cio' influenzi in modo sostanziale il profilo di sicurezza di indinavir e, di conseguenza, non e' in genere raccomandata la riduzione del dosaggio. Quando indinavir e rifabutina vengono somministrati in concomitanza, e' necessario aumentare il dosaggio di indinavir e ridurre il dosaggio della rifabutina. La rifampicina non deve essere usata insiemea indinavir. La somministrazione di CRIXIVAN con calcioantagonisti puo' dare luogo ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche dei calcioantagonisti che potrebbe aumentarne o prolungarne l'azione terapeutica e gli effetti avversi. Sono previsti notevoli innalzamenti delle concentrazioni plasmatiche degli inibitori della HMG-CoA riduttasi, quali lovastatina e simvastatina, il cui metabolismo e' altamente dipendente dal CYP3A4, quando vengono somministrati contemporaneamente a indinavir. Dal momento che l'aumento delle concentrazioni plasmatiche degli inibitori della HMG-CoA reduttasi puo' causare miopatia, inclusa la rabdomiolisi, l'associazione di questi farmaci con indinavir non e' raccomandata. Il metabolismo dell'atorvastatina e' dipendente in misura minore dal CYP3A4. Il metabolismo di pravastatina e fluvastatina non dipende dal CYP3A4, non sono pertanto previste interazioni con gli IP. Se fosse necessaria una terapia con inibitori della HMG-CoA riduttasi, si raccomanda l'uso di pravastatina o fluvastatina. La pimozide non deve essere usata insieme a indinavir. Poiche' indinavir e' un inibitore del CYP3A4, la somministrazione contemporanea di CRIXIVAN con il sildenafil e' probabile che determini un aumento delle concentrazioni plasmatiche del sildenafil a causa di una inibizione competitiva del metabolismo. Indinavir non ha modificato la farmacocinetica della venlafaxina o del metabolita attivo O-demetil-venlafaxina. E' stato dimostrato che i livelli plasmatici di indinavir sono stati ridotti in modo rilevante dall'impiego concomitante di preparazioni erboristiche di erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum) fino a circa il 20 % delle concentrazioni che il farmaco raggiungerebbe se somministrato da solo. Cio' e' dovuto all'induzione da parte dell'erba di S.Giovanni delle proteine di trasporto e/o di quelle che metabolizzano il farmaco. Le preparazioni erboristiche che contengono l'erba di S. Giovanni non devono essere assunte durante la terapia con CRIXIVAN. Se un paziente sta gia' assumendo l'erba di S. Giovanni, interrompere l'assunzione della stessa, verificare la viremia e, se possibile, le concentrazioni di indinavir. Le concentrazioni di indinavir possono aumentare con la sospensione dell'erba di S. Giovanni, e puo' essere necessario l'aggiustamento della dose di CRIXIVAN. L'effetto di induzione puo' persistere fino a 2 settimane dopo la cessazione del trattamento con l'erba di S. Giovanni. Midazolam viene ampiamente metabolizzato dal CYP3A4. La somministrazione concomitante con CRIXIVAN con o senza ritonavir puo' causare un notevole aumento della concentrazione di questa benzodiazepina. In base ai dati osservati con altri inibitori del CYP3A4, ci si aspetta che le concentrazioni plasmatiche di midazolam siano significativamente piu' alte quando midazolam e' somministrato per via orale. CRIXIVAN non deve pertanto essere somministrato in concomitanza con midazolam somministrato per via orale, mentre la somministrazione di CRIXIVAN in concomitanza con midazolam per via parenterale deve essere effettuata con cautela. I dati sull'uso concomitante di midazolam per via parenterale con altri inibitori delle proteasi suggeriscono un possibile aumento di 3-4 volte dei livelli plasmatici di midazolam. Se CRIXIVAN con o senza ritonavir viene somministrato in concomitanza con midazolam per via parenterale, deve essere somministrato in una Unita' di Terapia Intensiva (UTI) o in un contesto simile che assicuri un monitoraggio clinico stretto e una gestione medica adeguata in caso di depressione respiratoria e/o sedazione prolungata. Deve essere preso in considerazione un aggiustamento del dosaggio di midazolam, specialmente se viene somministrata piu' di una dose singola di midazolam.
Effetti indesiderati
In studi clinici controllati condotti in tutto il mondo, indinavir e' stato somministrato da solo o in associazione con altri agenti antiretrovirali (zidovudina, didanosina, stavudina e/o lamivudina) a circa 2.000 pazienti, la maggior parte dei quali erano soggetti adulti di sesso maschile (15 % donne) e di razza caucasica. Indinavir non ha alterato il tipo, la frequenza o la gravita' dei principali effetti indesiderati conosciuti associati all'uso della zidovudina, della didanosina o della lamivudina. Molte di queste reazioni avverse sono state anche identificate come una condizione comune preesistente o di frequente osservazione clinica in questa popolazione di pazienti. Queste reazioni avverse sono state: nausea (35,3 %), cefalea (25,2 %), diarrea (24,6 %), astenia/affaticamento (24,3 %), rash (19,1 %), disgeusia (19,1 %), secchezza della cute (16,2 %), dolore addominale (14,6 %), vomito (11,0 %), capogiro (10,7 %). Reazioni cliniche avverse, che includono la nefrolitiasi, possono comportare l'interruzione del trattamento. Reazioni avverse sono state segnalate anche durante l'esperienza post-marketing*. Le incidenze non possono essere determinate in quanto si tratta di segnalazioni spontanee. Sono state segnalate le seguenti reazioni spontanee durante gli studi clinici e/o l'uso post-marketing di CRIXIVAN. Molto comuni (>= 1/10); Comuni (>=1/100, <1/10); Non comuni (>=1/1000, <1/100); Rari (>=1/10.000, <1/1000); Molto rari (<1/10.000); Frequenza sconosciuta (non stimabile dai dati disponibili). Patologie del sistema emolinfopoietico. Frequenza sconosciuta*: aumento del sanguinamento spontaneo in pazienti con emofilia; anemia inclusa anemia emolitica acuta; trombocitopenia. Disturbi del sistema immunitario. Frequenza sconosciuta*: reazioni anafilattoidi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Frequenza sconosciuta*: diabete mellito di nuova insorgenza o iperglicemia, o riacutizzazione di diabete mellito preesistente. Patologie del sistema nervoso. Molto comuni: cefalea, capogiro. Comuni: insonnia; ipoestesia; parestesia. Frequenza sconosciuta*: parestesia orale. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: nausea; vomito; diarrea; dispepsia. Comuni: flatulenza; secchezza delle fauci; rigurgito acido. Frequenza sconosciuta*: epatite, incluse segnalazioni di insufficienza epatica; pancreatite. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Molto comuni: eruzione cutanea, secchezza della cute. Comuni: prurito. Frequenza sconosciuta*: eruzione cutanea incluso eritema multiforme e sindrome di Stevens-Johnson; vasculite da ipersensibilita'; alopecia; iperpigmentazione; orticaria; onicocriptosi dell'alluce e/o paronichia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comuni: mialgia Frequenza sconosciuta*: miosite; rabdomiolisi. Patologie renali e urinarie. Molto comuni: nefrolitiasi in pazienti pediatrici dai 3 anni di eta'. Comuni: nefrolitiasi nell'adulto; disuria. E' stata segnalata nefrolitiasi, incluso dolore al fianco con o senza ematuria (inclusa ematuria microscopica). Negli studi clinici in pazienti pediatrici dai 3 anni di eta' in su, il profilo delle esperianze avverse e' stato simile a quello dei pazienti adulti tranne che per una maggiore frequenza di nefrolitiasi con CRIXIVAN al dosaggio raccomandato di 500 mg/mquadrati ogni 8 ore. Frequenza sconosciuta*: nefrolitiasi, in alcuni casi con insufficienza renale o insufficienza renale acuta; pielonefrite; nefrite interstiziale, talvolta associata a presenza di depositi di cristalli di indinavir. In alcuni pazienti, la risoluzione della nefrite interstiziale non si e' verificata a seguito di interruzione della terapia con indinavir; insufficienza renale, scompenso renale; leucocituria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: astenia/affaticamento; disgeusia; dolore addominale. Frequenza sconosciuta*: la terapia antiretrovirale di associazione e' stata associata a redistribuzione del grasso corporeo (lipodistrofia) nei pazienti con HIV, inclusa la perdita di grasso subcutaneo periferico e facciale, aumento del grasso intraddominale e viscerale, ipertrofia dellla mammella ed accumulo di grasso dorsocervicale (gibbo). La terapia antiretrovirale di associazione e' stata associata con alterazioni metaboliche quali ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, insulino-resistenza, iperglicemia e iperlattatemia. Casi di osteonecrosi sono stati riportati soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART). La frequenza di tali casi e' sconosciuta. Nei pazienti con HIV e immunodeficienza grave all'inizio della terapia antiretrovirale di associazione (CART) puo' verificarsi una reazione infiammatoria alle infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali. Le alterazioni dei valori di laboratorio segnalate dai ricercatori come possibilmente, probabilmente o certamente correlate a CRIXIVAN nel >=10% dei pazienti trattati con CRIXIVAN da solo o in associazione sono state: Molto comuni (> 10%). Patologie del sistema emolinfopoietico: aumenti dell'MCV, diminuzione dei neutrofili. Patologie renali e urinarie: ematuria, proteinuria, cristalluria; piuria in pazienti pediatrici dai 3 anni in su. Patologie epatobiliari: iperbilirubinemia asintomatica isolata, segnalata principalmente come aumento della bilirubina indiretta e raramente associata con aumenti di ALT e AST, o fosfatasi alcalina, si e' verificata in circa il 14% dei pazienti trattati con CRIXIVAN da solo o in associazione con altri farmaci antiretrovirali. La maggior parte dei pazienti ha continuato il trattamento con CRIXIVAN senza riduzione del dosaggio e i valori della bilirubina sono diminuiti gradualmente verso il basale. Aumento di ALT e AST. Negli studi clinici con CRIXIVAN in pazienti pediatrici dai 3 anni in su e' stata osservata piuria asintomatica di eziologia ignota. Alcuni di questi eventi sono stati associati con un lieve aumento della creatinina sierica. Durante l'esperienza post-marketing, sono state segnalate le seguenti ulteriori alterazioni dei valori di laboratorio; si tratta di dati derivati da segnalazioni spontanee le cui incidenza non e' determinabile con precisione: Disturbi del metabolismo e della nutrizione: aumento dei trigliceridi, aumento del colesterolo sierico. Patologie epatobiliari: alterazioni della funzionalita' epatica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: aumento della CPK.
Gravidanza e allattamento
Non vi sono studi adeguati e ben controllati nelle pazienti in gravidanza. Indinavir deve essere usato durante la gravidanza solo se i potenziali benefici giustificano il rischio potenziale per il feto. Dato che in un piccolo studio su donne in gravidanza con infezione da HIV sono state osservate esposizioni ad indinavir sostanzialmente inferiori prima del parto e che i dati in questa popolazione di pazienti sono limitati, l'uso di indinavir non e' raccomandato nelle pazienti in gravidanza con infezione da HIV. Durante il trattamento con indinavir nel 14 % dei pazienti si e' manifestata iperbilirubinemia, soprattutto come elevata bilirubina indiretta. Poiche' non e' noto se indinavir esacerbera' l'iperbilirubinemia fisiologica nei neonati, e' necessaria un'accurata valutazione dell'opportunita' di usare indinavir in donne in gravidanza al momento del parto. La somministrazione di indinavir a neonati di scimmia Rhesus ha causato un lieve aumento dell'iperbilirubinemia fisiologica transitoria, osservata in questa specie dopo la nascita. La somministrazione di indinavir a scimmie Rhesus durante il terzo trimestre di gravidanza non ha causato nei neonati un simile aumento; comunque, si e' verificato un passaggio di indinavir, sia pur limitato, attraverso la placenta. Si raccomanda che un neonato non venga in nessun caso allattato dalla madre con infezione da HIV, al fine di evitare la trasmissione del virus. Non e' noto se indinavir e' escreto nel latte umano. Le madri devono essere informate che, durante il trattamento, l'allattamento deve essere sospeso.