Cortone Acetato - 20cpr 25mg

Dettagli:
Nome:Cortone Acetato - 20cpr 25mg
Codice Ministeriale:004561015
Principio attivo:Cortisone Acetato
Codice ATC:H02AB10
Fascia:A
Prezzo:7.69
Doping:Proibito solo in gara
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Teofarma Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:60 mesi

Denominazione

CORTONE ACETATO - "25 MG COMPRESSE" 20 COMPRESSE

Formulazioni

Cortone Acetato - 20cpr 25mg

Categoria farmacoterapeutica

Corticosteroidi sistemici, non associati.

Principi attivi

Cortisone acetato.

Eccipienti

Lattosio, amido di mais, magnesio stearato.

Indicazioni

Affezioni di interesse reumatologico come terapia aggiuntiva per la somministrazione a breve termine (per far superare al paziente un episodio acuto o una riacutizzazione) in artrite reumatoide (casi particolari possono richiedere una terapia di mantenimento a basse dosi), tenosinoviti acute non specifiche, borsiti acute e subacute, artrite gottosaacuta. Malattie del collageno: durante una riacutizzazione o come ter apia di mantenimento in casi particolari di lupus eritematosus sistemico, cardite reumatica acuta. Affezioni dermatologiche: pemfigo. Forme allergiche (per controllare condizioni allergiche gravi o debilitanti non trattabili in maniera convenzionale): asma bronchiale, dermatite da contatto, dermatite atopica. Malattie oftalmiche: processi infiammatori ed allergici cronici ed acuti gravi che coinvolgono l'occhio ed i suoi annessi. Neoplasie (solo a scopo palliativo): leucemia e linfomi negli adulti, leucemia acuta nell'infanzia. Condizioni che richiedono una terapia ormonica sostitutiva, compreso il morbo di Addison, l'insufficienza surrenale acuta, la sindrome di Waterhouse-Friderichsen, l'insufficienza surrenale postoperatoria. Malattie gastrointestinali: come coadiuvante nel trattamento della colite ulcerosa, sprue intrattabile, enterite regionale.

Controindicazioni / effetti secondari

Tubercolosi, ulcera gastro-duodenale, psicosi, infezioni micotiche sistemiche, herpes oculare simplex, anastomosi intestinali recenti. Sebbene la tubercolosi, le anastomosi intestinali recenti e l'herpes simplex dell'occhio siano controindicazioni quasi assolute, l'uso del cortisone acetato e' giustificato qualora si trattasse di una malattia minacciante la vita, o la vista, che sia suscettibile alla terapia con questo ormone; ipersensibilita' a questo farmaco.

Posologia

La posologia non dipende tanto dalla diagnosi specifica, quanto dalla gravita', dalla prognosi, dalla durata prevedibile della malattia e dalla risposta individuale. Le posologie seguenti, basate sulla esperienza clinica, possono servire di orientamento ed essere adeguate al casosingolo a parere medico. Le compresse devono essere somministrate rip artite in 2-4 dosi al giorno. >>Poliartrite cronica primaria, asma cronico, malattie croniche e altre forme croniche di solito non letali. Dose di attacco: 80-100 mg al giorno finche' non si ottiene risposta soddisfacente; di solito per 1 o 2 settimane. Dose di mantenimento: ridurre gradualmente la dose di attacco di 5-15 mg ogni 4-5 giorni finche'si raggiunga la minima dose adatta di mantenimento giornaliero: di so lito 50-75 mg. >>Asma stagionale grave, malattie oculari acute circoscritte ed altre forme morbose circoscritte. Primo giorno: 200-300 mg; secondo giorno 100-200 mg; terzo giorno 100 mg. In seguito ridurre gradualmente e infine sospendere. Nei processi infettivi dell'occhio associare terapia antibiotica. >>Reumatismo articolare acuto ed altre formemorbose acute ingravescenti o ad evoluzione fatale o sfociante in un danno organico permanente. Dose di attacco: primo giorno, fino a 400 mg; in seguito 200 mg al giorno finche' si ottiene risposta soddisfacente. Dose di mantenimento: ridurre gradualmente a 100 mg o meno al giorno finche' la remissione sembri probabile; riprendere il trattamento se si ha ricaduta. >>Lupus eritematoso disseminato, pemfigo e altre malattie prolungate o ad esito solitamente fatale. Dose di attacco: primogiorno 400 mg o piu'; poi 200 mg o piu' al giorno finche' si ottenga risposta soddisfacente. Dose di mantenimento: ridurre gradualmente a 100 mg o meno al giorno. Continuare indefinitamente o finche' la remissione sembri probabile. In seguito sospendere gradualmente; riprendere pero' il trattamento in caso di ricadute. Stato asmatico, sindrome di Waterhouse-Friederichsen, edema della laringe, episodi acuti del lupuseritematoso disseminato e altre condizioni acute minaccianti la vita. Nei primi giorni: 300-450 mg o piu', poi ridurre fino al dosaggio di mantenimento o sospendere. Morbo di Addison o surrenectomia: 10-20 mg o talvolta di piu', al giorno associando 4-6 g di cloruro di sodio o 1-3 mg di desossicorticosterone acetato. In occasione di crisi, interventi chirurgici o altri importanti stati di stress. 100-300 mg o piu' al giorno finche' l'insolito stress non sia superato e sia ripresa la normale alimentazione.

Conservazione

Non esistono speciali precauzioni per la conservazione.

Avvertenze

E' opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllodella malattia, attuando una graduale riduzione posologica non appena possibile. Posologie medie o alte di idrocortisone o di cortisone pos sono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idricae salina, o eccessiva deplezione di potassio. Tali effetti hanno mino ri probabilita' di verificarsi con i derivati sintetici, a meno che questi vengano impiegati ad alte posologie. Possono essere necessari un regime povero di sale ed un apporto supplementare di potassio. Tutti icorticosteroidi aumentano l'escrezione del calcio. In corso di terapi a prolungata puo' essere opportuno, un regime antiulceroso comprendente un antiacido. Nei pazienti sotto terapia corticosteroidea esposti a notevole stress e' indicato un aumento posologico dei corticosteroidi a rapida azione, prima, durante e dopo la situazione di stress. Una insufficienza corticosurrenale secondaria indotta dal farmaco potra' essere ridotta al minimo attraverso la graduale riduzione della posologia. Questo tipo di insufficienza relativa puo' tuttavia persistere per qualche mese dopo la sospensione della terapia; in qualsiasi situazionedi stress che si verificasse durante questo periodo, e' quindi opport uno restituire la terapia ormonale. Se il paziente e' gia' sotto trattamento steroideo, puo' rendersi necessario un aumento della posologia.Dato che la secrezione di mineralcorticoidi potrebbe essere inadeguat a, e' opportuna la cosomministrazione di un mineralcorticoide o di ambedue. Dopo una terapia a lungo termine, la sospensione dei corticosteroidi potrebbe dare una sindrome comprendente febbre, mialgia, artralgia e senso di malessere. Questo puo' accadere anche in pazienti senza evidenza di insufficienza surrenalica. In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non dovrebbero essere vaccinati contro il vaiolo. Altre procedure immunitarie non dovrebbero essere attuate nei pazienti trattati con corticosteroidi, specie se ad alte dosi, dato il pericolo diuna mancata risposta anticorpale. Tuttavia, si puo' procedere all'imm unizzazione di pazienti che stanno prendendo corticosteroidi come terapia sostitutiva. In presenza di ipoprotrombinemia l'acido acetilsalicilico dovrebbe essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea. L'impiego del farmaco nella tubercolosi in atto dovrebbe essere limitato ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata nei quali il corticosteroide viene usato per il trattamento della malattia in associazione ad un appropriato regime antitubercolare. Quando i corticosteroidi sono indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, e' necessario un rigoroso controllo, dato che puo' verificarsi una riattivazione delle malattia. In corso diterapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti dovrebbero esser e sottoposti ad una chemioprofilassi. Impiegare gli steroidi con cautela in presenza di: colite ulcerosa aspecifica con possibilita' di perforazione, ascessi o altre infezioni piogeniche; diverticolite; anastomosi intestinale recente; ulcera peptica in atto o latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi; miastenia grave. Sono stati descritti casi di emboli sistemici di tessuto adiposo quali possibili complicanze da iperdosaggio di cortisonici. Usare i corticosteroidi con cautela nei pazienti con herpes simplex oftalmico, dato il possibile rischio di perforazione corneale. Nei pazienti ipertiroidei e in quelli cirrotici gli effetti dei corticosteroidi risultano piu' marcati. In alcuni pazienti gli steroidi possono aumentare o ridurre la motilita' e il numero degli spermatozoi. Difenildantoina, efedrina, fenobarbitale,rifampicina, possono indurre un aumento nel metabolismo e nella clear ance dei corticosteroidi; puo' di conseguenza essere necessario aumentare la posologia dello steroide. I corticorteroidi possono mascherare alcuni sintomi dell'infezione e durante il loro impiego possono manifestarsi infezioni sovrapposte. In corso di terapia corticosteroidea si puo' osservare una ridotta resistenza alle infezioni e la tendenza, daparte dei processi infettivi, a non localizzarsi. Durante il trattame nto con corticosteroidi possono manifestarsi alterazioni psichiche. Quando presenti, l'instabilita' psichica e le tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi. L'impiego prolungato dei corticosteroidi puo' causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici e puo' favorire l'instaurarsi di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus. I bambini e i ragazzi sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero essere controllati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo. Controllare il tempo di protrombina frequentemente in pazientiche ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinici contemporane amente, poiche' in alcuni casi si e' visto che i corticosteroidi hannoalterato la risposta agli anticoagulanti. Alcuni studi hanno dimostra to che l'effetto prodotto aggiungendo corticosteroidi e' l'inibizione della risposta a composti cumarinici. Quando i corticosteroidi sono somministrati insieme a diuretici depletori di potassio, si deve controllare rigorosamente che nei pazienti non insorga ipokalemia. L'uso del farmaco senza necessita' terapeutica costituisce doping e puo' determinare comunque positivita' ai test antidoping. I pazienti in trattamento con farmaci che deprimono il sistema immunitario sono maggiormente soggetti alle infezioni rispetto agli individui sani. Varicella e morbillo, per esempio, possono avere un decorso piu' grave o addirittura mortale nei bambini non immuni o negli adulti in trattamento con corticosteroidi. Particolare attenzione dovrebbe essere riservata per evitarel'esposizione di bambini o di adulti che non hanno contratto queste m alattie. Non e' noto come la dose, la via di somministrazione e la durata di somministrazione dei corticosteroidi influenzano il rischio di sviluppare un'infezione disseminata. Non e' noto neppure il contributoal rischio da parte della malattia sottostante, e/o da parte di un pr ecedente trattamento con corticosteroidi. Se esposti a varicella, puo'essere indicata la profilassi con immunoglobuline varicella zoster (V ZIG). Se esposti al morbillo, puo' essere indicata la profilassi con un pool di immunoglobuline per via intramuscolare (IG). Se si contrae la varicella, puo' essere valutato un trattamento con farmaci antivirali. Allo stesso modo, usare i corticosteroidi con estrema cautela nei pazienti con nota o sospetta infestazione da Strongiloide (verme della vite). In tali pazienti, i corticosteroidi che inducono immunosoppressione possono portare a iperinfestazione da Strongiloide e alla diffusione delle larve, spesso accompagnate da enterocolite grave e potenzialmente fatale setticemia da gram-negativi.

Interazioni

I farmaci che inducono gli enzimi epatici come fenobarbital, fenitoinae rifampicina possono aumentare la eliminazione dei corticosteroidi, in questo caso puo' essere necessario aumentare la dose di corticosteroidi per ottenere l'effetto desiderato. Farmaci come troleandomicina eketoconazolo possono inibire il metabolismo dei corticosteroidi e qui ndi ridurre la loro eliminazione. Pertanto, la dose di corticosteroididovrebbe essere titolata per evitare la tossicita' di steroidi. I cor ticosteroidi possono aumentare l'eliminazione del salicilato quando assunto cronicamente ad alte dosi. Questo potrebbe portare ad una diminuzione dei livelli sierici del salicilato o aumentare il rischio di tossicita' da salicilato quando il corticosteroide viene interrotto. Il salicilato in associazione ai corticosteroidi dovrebbe essere usata concautela nei pazienti affetti da ipo protrombinemia. L'effetto dei cor ticosteroidi sugli anticoagulanti orali e' variabile. Ci sono rapportidi aumento cosi' come di diminuzione degli effetti degli anticoagulan ti quando somministrati in concomitanza con corticosteroidi. Pertanto,gli indici di coagulazione devono essere monitorati per mantenere l'e ffetto anticoagulante desiderato.

Effetti indesiderati

Esami diagnostici: ritenzione di Na, ritenzione di liquidi, insufficienza cardiaca congestizia in pazienti predisposti, perdita di K con conseguente alcalosi ipokaliemica. Ipertensione con insufficienza cardiaca congestizia. Patolologie del sistema muscolo scheletrico e connettivo: miopatia da steroidi, ipotrofia delle masse muscolari, osteoporosi con possibili fratture patologiche delle ossa lunghe, rotture tendinee, necrosi asettica della testa del femore e dell'omero. Patologie gastrointestinali: esofagite ulcerativa, pancreatite, ulcera peptica con possibile perforazione ed emorragia, perforazione del piccolo e del grosso intestino, particolarmente in pazienti con patologia intestinale di tipo infiammatorio, distensione addominale, nausea. Patologie epatobiliari: aumento alanina transaminasi (ALT, SGPT), aspartato transaminasi (AST, SGOT) e alcalino fosfatasi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: cicatrizzazione difficoltosa, distrofie cutanee, petecchie ed ecchimosi, eritema, possono essere soppresse le reazioni e i test cutanei, altre reazioni cutanee, tipo dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico, aumento della sudorazione. Patologie del sistema nervoso: convulsioni, aumento della pressione endocranica con papilledema (pseudotumore cerebrale) di solito dopo trattamento, vertigini, mal di testa. Patologie endocrine: irregolarita' mestruali. Sviluppo di sindrome cushingoide. Arresto della crescita nei bambini. Mancatarisposta corticosurrenale ed ipofisaria particolarmente sotto stress, come traumi, interventi chirurgici e stati morbosi. Ridotta tolleranz a ai carboidrati. Manifestazioni di diabete mellito latente. Necessita' di aumentare i dosaggi di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei diabetici. Patologie oculari: cataratte subcapsulari posteriori, aumento della pressione endoculare, glaucoma, esoftalmo. Disturbi metabolicidel metabolismo e della nutrizione: bilancio dell'azoto negativo dovu to a catabolismo proteico. Aumento di peso. Aumento dell'appetito. Disturbi del sistema immunitario: ipersensibilita'. Patologie vascolari: tromboembolia.

Gravidanza e allattamento

Non essendo ancora disponibili studi adeguati sui corticosteroidi in relazione alla riproduzione umana, l'impiego di questi farmaci in donnein gravidanza, nelle madri che allattano o nelle donne in eta' fecond a richiede che vengano accuratamente vagliati i possibili rischi e vantaggi derivati dal farmaco per la madre e per il feto. I bambini nati da madri che in corso di gravidanza siano state trattate con dosi considerevoli di corticosteroidi dovrebbero essere sottoposti ad accurati controlli atti ad accertare eventuali segni di iposurrenalismo. I corticosteroidi si ritrovano nel latte materno e potrebbero impedire la crescita, interferire con la produzione di corticosteroidi endogeni, o causare altri effetti indesiderati. Le donne che prendono dosi farmacologiche di corticosteroidi non dovrebbero allattare.