Carvedilolo Ang - 30cpr 25mg
Dettagli:
Nome:Carvedilolo Ang - 30cpr 25mgCodice Ministeriale:038995611
Principio attivo:Carvedilolo
Codice ATC:C07AG02
Fascia:A
Prezzo:6.06
Rimborso:6.06
Doping:Proibito solo in particolari sport
Glutine:Senza glutine
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Angenerico Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Conservare nella confezione originale
Scadenza:48 mesi
Denominazione
CERVEDILOLO ANGENERICO COMPRESSE
Formulazioni
Carvedilolo Ang - 28cpr 6,25mg
Carvedilolo Ang - 30cpr 25mg
Categoria farmacoterapeutica
Beta-bloccanti.
Principi attivi
Carvedilolo.
Eccipienti
Lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, crospovidone, povidone K30, silice colloidale anidra, magnesio stearato. >>Coloranti. Compresse da 3,125 mg: ferro ossido rosso (E172). Compresse da 6,25 mg: ferro ossido giallo (E172). Compresse da 12,5 mg: ferro ossido rosso(E172) e ferro ossido giallo (E172).
Indicazioni
Ipertensione, angina pectoris, scompenso cardiaco.
Controindicazioni / effetti secondari
Scompenso cardiaco appartenente alla Classe IV NYHA della classificazione dell'insufficienza cardiaca che richieda terapia con inotropi per via endovenosa. Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con componente broncospastica. Alterazioni della funzionalita' epatica clinicamente rilevanti; asma bronchiale; blocco atrio-ventricolare di secondo edi terzo grado; bradicardia di grado severo (<50 bpm); shock cardioge no; sindrome del seno malato (compreso il blocco seno-atriale); ipotensione di grado severo (pressione sistolica inferiore a 85 mmHg); ipersensibilita' al carvedilolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti del farmaco; acidosi metabolica; angina di Prinzmetal; feocromocitoma non trattato; gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica. Trattamento concomitante con verapamil o diltiazem per via endovenosa.
Posologia
Il prodotto e' disponibile in 5 dosaggi: 3,125 mg, 6,25 mg, 12,5 mg, 25 mg e 50 mg. >>Ipertensione: si consiglia l'assunzione di una singoladose giornaliera. Per il trattamento dell'ipertensione, il carvedilol o puo' essere usato da solo o in associazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici. Adulti: 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato e' di 25 mg una volta al giorno. Se necessario, il dosaggio puo' essere gradualmente aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata e' di 50 mg al giorno, da assumersi in un'unica somministrazione o suddivisa in due dosi da 25 mg ciascuna. Anziani: 12,5 mg una volta al giorno; tale dosaggio puo', anche, essere sufficiente per il proseguo del trattamento. Tuttavia, se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potra' essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima consigliata e' di 50 mg al giorno, da assumersi in un'unica somministrazione o suddivisa in due dosi da 25 mg ciascuna. >>Angina pectoris: il carvedilolo e' indicato per il trattamento dell'angina stabile cronica, dell'ischemia miocardica silente, dell'angina instabile e della disfunzione ventricolare sinistra associata a cardiopatia ischemica. Adulti: 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e' di 25 mg due volte al giorno. Se necessario, la dose puo' essere aumentata gradualmente ad intervalli non inferiori alle due settimane. La dose massima giornaliera consigliata e' di 100 mg da assumersi in due dosi da 50 mg ciascuna due volte al giorno. Anziani: 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e' di 25 mg due volte al giorno, che e' la dose massima giornaliera consigliata. >>Scompenso cardiaco: il carvedilolo puo' essere somministrato con la terapia farmacologica convenzionale, che include diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori, ma anche nel trattamento di pazienti che non tollerano gli ACE-inibitori o che non assumono altri medicinali per l'insufficienza cardiaca. Il dosaggio deve essere personalizzato. Il trattamento deve sempre iniziare con l'assunzione di una dose bassa (3,125 mg due volte al giorno). Il dosaggio adeguato viene determinato aumentando gradualmente la dose e monitorando attentamente le condizioni del paziente. Il dosaggio di diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori deve essere definito prima di iniziare il trattamento con carvedilolo. La dose iniziale e' di 3,125 mg due volte al giorno per due settimane. Se taledosaggio e' ben tollerato, la posologia puo' essere, successivamente, aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata, prima a 6,25 mg due volte al giorno, successivamente a 12,5 mg due vo lte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. Si raccomanda di aumentare la dose fino ad arrivare a quella piu' alta tollerata dal paziente. La dose massima raccomandata e' di 25 mg due volte al giorno in pazienti con peso corporeo inferiore a 85 kg e di 50 mg due volte algiorno in pazienti con peso corporeo superiore a 85 kg. All'inizio de l trattamento e' possibile riscontrare un peggioramento temporaneo deisintomi dell'insufficienza cardiaca che, generalmente, non richiede l a sospensione del trattamento. Una visita medica deve essere eseguita prima di ciascun incremento della dose per individuare possibili sintomi di aggravamento dell'insufficienza cardiaca o di vasodilatazione eccessiva (ipotensione, ritenzione di liquidi). L'aggravamento dell'insufficienza cardiaca o la ritenzione di liquidi, sono trattati aumentando la dose del diuretico. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando le condizioni del paziente non si siano stabilizzate. Occasionalmente, puo' essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o sospendere temporaneamente il trattamento farmacologico. Spesso, anche in questi casi, la fase di determinazione della dose di carvedilolo puo' essere proseguita con successo. Nell'eventualita' in cui il trattamento con il carvedilolo venga interrotto per piu' di due settimane, la terapia dovra' essere nuovamente iniziata con l'assunzione di 3,125 mg due volte al giorno e, successivamente, la posologia dovra' essere aumentata tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. >>Insufficienza renale: il dosaggio deve essere determinato, individualmente,per ciascun paziente, sebbene, in accordo con quelli che sono i param etri farmacocinetici, non vi e' alcuna evidenza in merito alla necessita' di procedere ad un aggiustamento della dose in presenza di insufficienza renale. >>Disfunzione epatica moderata: puo' rendersi necessario un aggiustamento della dose. Bambini e adolescenti (di eta' inferiore ai 18 anni): l'efficacia e la sicurezza d'impiego del carvedilolo, in questi pazienti, non sono state stabilite. Anziani: i pazienti anziani devono essere monitorati molto attentamente in quanto possono essere piu' sensibili agli effetti del carvedilolo. La sospensione della terapia deve avvenire in maniera graduale. Non e' necessario assumere lecompresse in concomitanza dei pasti. Tuttavia, nei pazienti affetti d a scompenso cardiaco, e' opportuno che il carvedilolo sia somministrato in concomitanza dei pasti per rallentare l'assorbimento e ridurre l'incidenza di ipotensione ortostatica.
Conservazione
Contenitori e chiusure in polietilene (PE-HD): conservare nel contenitore originale. Blister (Al/PVC): conservare nella confezione originale.
Avvertenze
Avvertenze da considerare soprattutto in pazienti con scompenso cardiaco. Il carvedilolo puo' essere somministrato come terapia aggiuntiva adiuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori. Il dosaggio di diuretici, ACE-inibitori, digitale e/o vasodilatatori, deve essere de finito per almeno 4 settimane prima di iniziare la terapia con carvedilolo. I pazienti affetti da scompenso cardiaco devono essere preliminarmente portati ad una situazione di stabilita' delle loro condizioni cliniche. I pazienti con grave scompenso cardiaco, con deplezione dei sali e del volume, i pazienti anziani ed i pazienti con ipotensione, devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 2 ore dopo la somministrazione della prima dose e dopo ogni aumento del dosaggio in quanto si potrebbe verificare ipotensione. L'ipotensione indotta da un'eccessiva vasodilatazione puo' essere inizialmente trattata con la riduzionedel dosaggio dei diuretici. Se i sintomi persistono, la dose di ACE-i nibitore puo' essere ridotta o temporaneamente sospesa. Se necessario,si potra' successivamente effettuare una riduzione del dosaggio del c arvedilolo. La dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando i sintomi di peggioramento dell'insufficienza cardiaca o di vasodilatazione non siano sotto controllo. Un peggioramento reversibile della funzionalita' renale e' stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con scompenso cardiaco e con bassa pressione arteriosa (pressione sistolica < 100 mmHg), nei pazienti con cardiopatia ischemica, aterosclerosi generalizzata e/o insufficienza renale pre-esistente. In pazienti affetti da scompenso cardiaco che presentino tali fattori di rischio, la funzionalita' renale deve essere tenuta sotto controllo durante le fasi di aumento del dosaggio di carvedilolo. Il trattamento deve essere sospeso, nel caso in cui si verifichi un peggioramento significativo della funzionalita' renale. In caso di somministrazione contemporanea di carvedilolo e digitale, si deve tener presente che entrambe le sostanze rallentano la conduzione atrio-ventricolare. In presenza di broncopneumopatia cronica ostruttiva con componente broncospastica, il carvedilolo deve essere utilizzato solo se i pazienti non sono in trattamento con terapia specifica per via orale o inalatoria e se i benefici attesi superano i potenziali rischi. Se il carvedilolo e' somministrato a questi pazienti, essi devono essere tenuti sotto stretto controllo medico durante le fasi iniziali e quelle di aggiustamento del dosaggio del carvedilolo. Se i pazienti manifestano sintomi di broncospasmo durante il trattamento, la dose di carvedilolo deve essere ridotta. Il carvedilolo puo' mascherare i segni e i sintomi di un'ipoglicemia acuta. In pazienti con diabete mellito e scompenso cardiaco, l'uso del carvedilolo puo' accompagnarsi ad un peggioramento delcontrollo della glicemia. Pertanto, e' necessario procedere ad un att ento monitoraggio dei pazienti diabetici, in corso di trattamento con carvedilolo, tramite regolare misurazione dei livelli glicemici nel sangue e tramite aggiustamento della terapia con ipoglicemizzanti, se ritenuto necessario. Il carvedilolo puo' mascherare i segni e i sintomi della tireotossicosi. Il carvedilolo puo' indurre bradicardia. Il dosaggio del carvedilolo deve essere ridotto qualora la frequenza cardiacascenda al di sotto dei 55 battiti per minuto e in presenza di sintomi associati alla bradicardia. Qualora il carvedilolo sia somministrato in associazione a calcio-antagonisti quali verapamil o diltiazem, o adaltri farmaci antiaritmici, in particolare amiodarone, e' necessario provvedere ad un attento monitoraggio dell'ECG e della pressione arteriosa. La somministrazione concomitante per via endovenosa deve essere evitata. Durante il trattamento con carvedilolo la cimetidina deve essere somministrata con cautela in quanto potrebbe potenziare gli effetti del carvedilolo. I portatori di lenti a contatto devono tener presente l'eventualita' di una ridotta lacrimazione. Il carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con anamnesi di gravi reazioni di ipersensibilita' e nei pazienti in corso di trattamento con desensibilizzanti in quanto i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilita' agli allergeni sia la gravita' di una reazione anafilattica.Prestare cautela nel prescrivere i beta-bloccanti a pazienti con psor iasi a causa del possibile aggravamento delle reazioni cutanee. Poiche' il carvedilolo e' un beta-bloccante vasodilatatore, l'aggravamento della vasculopatia periferica e' meno probabile che con i beta- bloccanti tradizionali. Tuttavia, esistono ancora poche esperienze cliniche in questo gruppo di pazienti. Lo stesso vale per i pazienti con sindrome di Raynaud, ma ci potrebbe essere una esacerbazione dei sintomi. I pazienti noti per metabolizzare scarsamente la debrisochina, devono essere strettamente monitorati all'inizio della terapia. Poiche' l'esperienza clinica e' limitata, il carvedilolo non deve essere somministratonei pazienti con ipertensione labile o secondaria, ortostasi, malatti a infiammatoria acuta del cuore, ostruzione emodinamica rilevante delle valvole cardiache o del tratto di efflusso, arteriopatia periferica allo stadio terminale, o nei pazienti in corso di trattamento con antagonisti dei recettori alfa 1 o agonisti dei recettori alfa 2. A causa del suo effetto dromotropico negativo, il carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con blocco cardiaco di primo grado.I beta-bloccanti riducono il rischio di aritmie durante l'anestesia, tuttavia il rischio di ipotensione puo' risultare aumentato. Inoltre e' richiesta particolare cautela quando vengono somministrati alcuni farmaci anestetici. Studi piu' recenti tuttavia, evidenziano il beneficio dei beta- bloccanti nel prevenire la morbilita' cardiaca durante gliinterventi chirurgici ed una riduzione nell'incidenza delle complicaz ioni cardiovascolari. Il trattamento con il carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. Il trattamento con carvedilolo deve essere sospeso gradualmente e deve avvenire nell'arco di due settimane, ad esempio dimezzando ladose giornaliera ogni tre giorni. Se necessario, deve essere iniziata una terapia sostitutiva al fine di prevenire un'eventuale peggioramen to dell'angina pectoris. Le compresse contengono lattosio.
Interazioni
Antiaritmici: in casi isolati sono stati osservati disturbi della conduzione, raramente con compromissioni emodinamiche, a seguito della somministrazione orale del carvedilolo e diltiazem in associazione, di verapamil e/o amiodarone. Pertanto, deve essere considerato un attento monitoraggio della pressione arteriosa e dell'ECG, nei casi di somministrazione contemporanea di carvedilolo con calcioantagonisti quali verapamil o diltiazem, in quanto esiste il rischio che si possano verificare disturbi di conduzione atrio-ventricolare o scompenso cardiaco (effetto sinergico). Uno stretto monitoraggio deve essere effettuato anchenel caso di somministrazione di carvedilolo in associazione ad antiar itmici di classe I o ad amiodarone (per via orale). In pazienti in corso di trattamento con amiodarone, sono stati segnalati, subito dopo l'inizio della terapia con un beta-bloccante, casi di bradicardia, arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare. Esiste il rischio che si verifichi scompenso cardiaco in caso di terapia concomitante per via endovenosa, con antiaritmici di classe I (Ia o Ic), arresto cardiaco e fibrillazione ventricolare subito dopo l'inizio della terapia con un beta-bloccante nei pazienti in trattamento con amiodarone. La somministrazione contemporanea di carvedilolo con reserpina, guanetidina, metildopa, guanfacina e inibitori della monoamino-ossidasi (ad eccezione dei MAO-B-inibitori), puo' provocare un'ulteriore diminuzione della frequenza cardiaca; si consiglia quindi di monitorare i parametri vitali. Diidropiridine: la somministrazione concomitante di diidropiridine e di carvedilolo deve avvenire sotto stretto controllo medico in quanto possono verificarsi scompenso cardiaco e ipotensione di grado severo. Nitrati: potenziano gli effetti ipotensivi. Glicosidi cardiaci: a seguito della somministrazione in associazione di carvedilolo e digossina in pazienti ipertesi, le concentrazioni minime di digossina allo stato stazionario ("steady state") sono risultate aumentate di circa il 16%, quelle di digitossina di circa il 13%. Si raccomanda un attento controllo della concentrazione plasmatica di digossina, ogni qual volta venga iniziato, modificato o interrotto il trattamento con il carvedilolo. Il carvedilolo puo' potenziare gli effetti di altri farmaci antiipertensivi (ad esempio antagonisti dei recettori alfa 1) e di farmaci i cui effetti indesiderati includono un effetto antiipertensivo (come barbiturici, fenotiazine, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori ealcool). Ciclosporina: i livelli plasmatici di ciclosporina risultano aumentati quando viene somministrata in concomitanza con il carvedilo lo. Si raccomanda di monitorare molto attentamente le concentrazioni di ciclosporina. Antidiabetici, inclusa l'insulina: l'effetto antidiabetico dell'insulina e degli ipoglicemizzanti orali puo' risultare potenziato. I sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati. Per i pazienti diabetici e' pertanto necessario un regolare controllo della glicemia. Clonidina: nel caso si renda necessario interrompere il trattamento di carvedilolo e clonidina, utilizzati in associazione, il carvedilolo deve essere sospeso per primo, diversi giorni prima di iniziare a diminuire gradualmente il dosaggio di clonidina. Anestetici per via inalatoria: particolare attenzione deve essere prestata durante l'anestesia a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo del carvedilolo e degli anestetici. Antiinfiammatori non steroidei (FANS), estrogeni e corticosteroidi: a causa della ritenzione idricae di sodio, l'effetto antiipertensivo del carvedilolo risulta diminui to. Farmaci induttori o inibitori degli enzimi della Citocromo P450: un attento monitoraggio va effettuato sia nei pazienti in trattamento con induttori degli enzimi della Citocromo P450 (ad esempio, rifampicina e barbiturici), poiche' i livelli plasmatici del carvedilolo possonovenire ridotti, sia nei pazienti in trattamento con inibitori degli e nzimi della Citocromo P450 (ad esempio, cimetidina, ketoconazolo, fluoxetina, aloperidolo, verapamil, eritromicina), poiche' i livelli plasmatici del carvedilolo possono venire aumentati. Simpatomimetici con effetti alfa-mimetici e beta-mimetici: rischio di ipertensione e di eccessiva bradicardia. Ergotamina: aumenta la vasocostrizione. Agenti bloccanti neuromuscolari: aumentano il blocco neuromuscolare.
Effetti indesiderati
Sono possibili reazioni avverse principalmente all'inizio del trattamento. Reazioni avverse osservate durante le sperimentazioni cliniche nei pazienti con scompenso cardiaco. Le reazioni avverse piu' comunemente osservate nei pazienti con scompenso cardiaco durante le sperimentazioni cliniche condotte con il carvedilolo e non osservate cosi' comunemente nei soggetti che ricevevano placebo. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comuni: trombocitopenia lieve. Disturbi del metabolismo edella nutrizione. Molto comuni: iperglicemia, edema periferico, iperv olemia, ritenzione di liquidi. Patologie del sistema nervoso. Comuni: vertigini; rari: sincope. Patologie dell'occhio. Molto comune: alterazioni del visus. Patologie cardiache. Molto comuni: edema delle estremita' inferiori, bradicardia; rari: blocco atrio- ventricolare, peggioramento dello scompenso cardiaco. Patologie renali e urinarie. Rari: peggioramento della funzionalita' renale. Patologie vascolari. Molto comuni: ipotensione ortostatica. Patologie gastrointestinali. Molto comuni: nausea, diarrea, vomito; rari: stipsi. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Molto comuni: edema dei genitali. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: edema. L'insufficienza renale acuta e le alterazioni della funzione renale in pazienti con aterosclerosi generalizzata e/o funzionalita' renale compromessa si sono presentati come reazioni avverse rare.La frequenza delle reazioni avverse non e' dose-dipendente, con l'ecc ezione delle vertigini, dei disturbi della vista e della bradicardia edell'aggravamento dell'insufficienza cardiaca. La contrattilita' card iaca puo' essere ridotta durante la determinazione della dose ma tale evenienza e' rara. Reazioni avverse osservate durante le sperimentazioni cliniche nei pazienti con ipertensione ed angina. Il profilo delle reazioni avverse nei pazienti con ipertensione ed angina e' simile a quello osservato nei pazienti con insufficienza cardiaca. Tuttavia, la frequenza di reazioni avverse e' piu' bassa nei pazienti con ipertensione ed angina. Patologie del sistema emolinfopoietico. Rari: trombocitopenia lieve, leucopenia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione.Comuni: ipercolesterolemia; rari: edema periferico. Disturbi psichiat rici. Rari: Ddisturbi del sonno, depressione. Patologie del sistema nervoso. Molto comuni: vertigini, emicrania; rari: parestesia, sincope. Patologie dell'occhio. Molto comuni: ridotta lacrimazione; molto rari:alterazioni del visus Irritazione oculare. Patologie cardiache. Molto comuni: bradicardia. Patologie vascolari. Molto comuni: iotensione or tostatica; rari: aterazione della circolazione periferica. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Rari: occlusione nasale. Patologie gastrointestinali. Comuni: nausea, dolore addominale, diarrea; rari: stipsi, vomito; molto rari: secchezza delle fauci. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Molto rari: dolorealle estremita'. Patologie renali e urinarie. Rari: peggioramento del la funzionalita' renale; molto rari: disturbi della minzione. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Molto rari: impotenza. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comuni: affaticamento. Esami diagnostici. Rari: aumento dei livelli delle transaminasi sieriche. Reazioni avverse molto rare sono angina pectoris, blocco atrio- ventricolare ed aggravamento dei sintomi in pazienti con claudicatio intermittens o fenomeno di Raynaud. Disturbi del sangue e del sistema linfatico. Rari: anemia. Disturbi respiratori, del torace e del mediastino. Una dispnea asmatica e' stata osservata piuttosto frequentemente in pazienti predisposti. Disturbi dellafunzionalita' renale ed urinaria. Rari: disturbi della minzione, inco ntinenza urinaria soprattutto femminile. Disturbi della cute e del tessuto sottocutaneo: varie reazioni cutanee sono state riferite raramente (ad esempio, esantema allergico, orticaria, prurito e reazione lichen planus simili). Possono insorgere lesioni cutanee psoriasiche o possono aggravarsi le lesioni gia' esistenti. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Rari: anoressia, perdita di peso. A causa degli effetti beta-bloccanti del carvedilolo, e' possibile che un diabete mellitolatente diventi manifesto, che un diabete manifesto si aggravi e che la controregolazione glicemica sia inibita. Sono possibili - ma non molto comuni - lievi alterazioni dell'equilibrio glicemico, anche durante il trattamento con carvedilolo.
Gravidanza e allattamento
La somministrazione del carvedilolo non e' raccomandata durante la gravidanza e l'allattamento. Il carvedilolo non ha mostrato alcuna attivita' teratogena nel corso di studi di riproduzione condotti su animali;tuttavia, i dati clinici di sicurezza d'impiego durante la gravidanza sono insufficienti. I beta-bloccanti riducono la perfusione placentar e, che puo' avere come effetto la morte fetale e aborti o parti prematuri. Inoltre i beta-bloccanti possono causare effetti indesiderati (inparticolare, ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipo termia) nel feto o nel neonato. Esiste anche la possibilita' di un aumentato rischio di complicazioni cardiache e polmonari nel neonato. La terapia deve comunque essere interrotta 2-3 giorni prima della data presunta del parto. Se cio' non e' possibile, il neonato deve essere monitorato per i primi 2-3 giorni di vita. Il carvedilolo e' una sostanzalipofila e, in accordo con quanto emerso dai risultati degli studi co ndotti su animali in allattamento, sia il carvedilolo sia i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno. Pertanto, l'allattamento al senonon e' consigliato durante l'assunzione del carvedilolo.