Carboplatino Act - Ev 50mg/5ml
Dettagli:
Nome:Carboplatino Act - Ev 50mg/5mlCodice Ministeriale:039990015
Principio attivo:Carboplatino
Codice ATC:L01XA02
Fascia:H
Prezzo:22.34
Produttore:Aurobindo Pharma Italia Srl
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Concentrato per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi e al riparo dalla luce
Scadenza:18 mesi
Denominazione
CARBOPLATINO AUROBINDO 10 MG/ML CONCENTRATO PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Formulazioni
Carboplatino Act - Ev 50mg/5ml
Carboplatino Act - Ev 150mg/15ml
Carboplatino Act - Ev 450mg/45ml
Carboplatino Act - Ev 600mg/60ml
Categoria farmacoterapeutica
Antineoplastici.
Principi attivi
Carboplatino.
Eccipienti
Acqua per soluzioni iniettabili.
Indicazioni
Il medicinale e' indicato per il trattamento di carcinoma epiteliale dell'ovaio in fase avanzata in: terapia di prima linea; terapia di seconda linea, dopo il fallimento di altri trattamenti; carcinoma polmonare a piccole cellule.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo del farmaco o adaltri composti contenenti platino; allattamento; grave mielodepressione; tumori che sanguinano; preesistente grave disfunzione renale (clearance della creatinina <= 20 ml/min).
Posologia
Dosaggio e somministrazione: carboplatino deve essere somministrato esclusivamente per via endovenosa. Il dosaggio raccomandato nei pazientiadulti non trattati in precedenza e con funzionalita' renale normale, ovvero clearance della creatinina > 60 ml/min, e' 400 mg/m^2 in singo la dose EV a breve termine, somministrata in un'infusione di 15-60 minuti. In alternativa, si puo' utilizzare la formula Calvert mostrata diseguito per determinare il dosaggio: Dose (mg) = AUC desiderata (mg/m l x min) x [VFG ml/min + 25]. AUC Desiderata 5 - 7 mg/ml x min: carboplatino in monoterapia (Chemioterapia pianificata); stato di trattamento del paziente non trattato in precedenza. AUC Desiderata 4 - 6 mg/mlx min: Carboplatino in monoterapia; stato di trattamento del paziente trattato in precedenza. AUC Desiderata 4 - 6 mg/ml x min: carboplatin o piu' ciclofosfamide; stato di trattamento del paziente non trattato in precedenza. La formula di Calvert non deve essere utilizzata per pazienti che sono stati sottoposti a pretrattamento intensivo. Si considera che i pazienti siano stati sottoposti a pretrattamento intensivo se e' stata loro somministrata una delle seguenti terapie: Mitomicina C; nitrosurea; terapia di associazione con doxorubicina/ciclofosfamide/cisplatino; terapia di associazione con 5 o piu' farmaci; radioterapia4500 rad, incentrata su un campo di 20 x 20 cm o su piu' di un campo di terapia. La terapia con carboplatino deve essere interrotta in casodi assenza di risposta, progressione della malattia e/o insorgenza di effetti indesiderati intollerabili. La terapia non deve essere ripetu ta fino a quattro settimane dopo la dose precedente di carboplatino e/o fino a quando la conta dei neutrofili e' almeno 2.000 cellule/mm^3 ela conta delle piastrine e' almeno 100.000 cellule/mm^3. Si raccomand a la riduzione del dosaggio iniziale del 20-25% nei pazienti che presentano fattori di rischio quali precedente terapia mielosoppressiva e basso performance status (ECOG-Zubrod 2-4 o Karnofsky inferiore a 80). Per le successive correzioni del dosaggio, si raccomanda la determinazione del nadir ematologico mediante conte ematiche settimanali durantei primi cicli di trattamento con carboplatino. Pazienti con disfunzio ni renali: i pazienti con valori della clearance della creatinina inferiori a 60 ml/min sono a maggior rischio di sviluppare mielosoppressione. L'uso ottimale di carboplatino nei pazienti che presentano compromissione della funzionalita' renale richiede correzioni adeguate del dosaggio e un frequente monitoraggio sia dei nadir ematologici che dellafunzionalita' renale. In caso di velocita' di filtrazione glomerulare <= 20 ml/min, il carboplatino non deve essere somministrato. Terapia di associazione: l'uso ottimale di carboplatino in associazione con altri prodotti mielosoppressivi richiede correzioni del dosaggio in basealla terapia e alla posologia da adottare. Uso nei bambini: non e' po ssibile fornire raccomandazioni specifiche per il dosaggio perche' l'esperienza con il carboplatino nei bambini e' insufficiente. Anziani: aseconda delle condizioni fisiche del paziente, potrebbe essere necess aria una correzione del dosaggio, all'inizio o successivamente. Diluizione e Ricostituzione Prima dell'infusione, il prodotto deve essere diluito.
Conservazione
Flaconcino ancora sigillato: non conservare a temperatura superiore a 25 gradi C; conservare i contenitori nell'astuccio esterno per proteggerli dalla luce. Dopo la diluizione: non conservare a temperatura superiore a 25 gradi C.
Avvertenze
Il carboplatino deve essere somministrato da personale specializzato sotto la supervisione di un medico qualificato, esperto nell'uso delle terapie antineoplastiche. Devono essere prontamente disponibili strutture diagnostiche e di trattamento per la gestione della terapia e delle possibili complicazioni. La mielosoppressione del carboplatino e' strettamente correlata alla sua clearance renale. E' probabile che i pazienti con compromissione della funzionalita' renale o trattati in concomitanza con altri farmaci potenzialmente nefrotossici sviluppino mielotossicita' piu' grave e prolungata. Prima e durante la terapia e' necessario valutare attentamente i parametri di funzionalita' renale. In circostanze normali, i cicli di infusione di carboplatino non devono essere ripetuti piu' di una volta al mese. La somministrazione di carboplatino puo' causare trombocitopenia, leucopenia e anemia. Durante e dopo il trattamento con carboplatino e' raccomandato un frequente monitoraggio delle conte del sangue periferico. Al fine di ridurre al minimo gli effetti aggiuntivi, la terapia di associazione del carboplatino con altri composti mielosoppressivi deve essere pianificata molto attentamente per quanto riguarda i dosaggi e i tempi di somministrazione. Per i pazienti che soffrono di grave mielosoppressione potrebbe esserenecessaria una terapia trasfusionale di supporto. Il carboplatino puo ' causare nausea e vomito. E' stata segnalata l'utilita' della premedicazione con antiemetici per ridurre l'incidenza e l'intensita' di questi effetti. Il carboplatino puo' determinare compromissione della funzionalita' renale ed epatica. Dosi molto elevate di carboplatino (>=5 volte superiori alla dose raccomandata in monoterapia) hanno causato gravi alterazioni della funzionalita' epatica e/o renale. Non e' chiaro se un programma appropriato di idratazione possa contrastare gli effetti sulla funzionalita' renale. In presenza di anomalia da moderata a grave negli esami di funzionalita' renale o epatica, e' necessario ridurre la dose o interrompere la terapia. L'incidenza e la gravita' dellanefrotossicita' possono aumentare nei pazienti che presentano gia' co mpromissione della funzionalita' renale prima del trattamento con carboplatino. La compromissione della funzionalita' renale e' inoltre piu'probabile nei pazienti che hanno gia' manifestato nefrotossicita' a s eguito di terapia con cisplatino. Sebbene non sia stata sufficientemente documentata l'evidenza clinica di nefrotossicita' in associazione, si raccomanda di non associare il carboplatino con aminoglicosidi o altri composti nefrotossici. Sono state segnalate reazioni allergiche non frequenti al carboplatino, ad esempio rash eritematoso, febbre senzacausa apparente o prurito. Raramente si sono manifestati anafilassi, angioedema e reazionianafilattoidi, tra cui broncospasmo, orticaria ededema al viso. Queste reazioni sono simili a quelle osservate dopo la somministrazione di altri composti contenenti platino e possono svilu pparsi nell'arco di pochi minuti. L'incidenza delle reazioni allergiche puo' aumentare con l'esposizione precedente a una terapia contenenteplatino; tuttavia le reazioni allergiche sono state osservate anche con l'esposizione iniziale al carboplatino. I pazienti devono essere tenuti sotto attenta osservazione per individuare possibili reazioni allergiche, che dovranno essere gestite con una terapia di supporto appropriata, tra cui antistaminici, adrenalina e/o glucocorticoidi. Devono essere eseguite periodicamente la valutazione neurologica e quella dell'udito, in particolare nei pazienti a cui vengono somministrate dosi elevate di carboplatino. Neurotossicita', ad esempio parestesia, riduzione dei riflessi dei tendini profondi e ototossicita' si osservano conmaggiore probabilita' in pazienti trattati in precedenza con altre te rapie contenenti platino e altri prodotti ototossici. Il potenziale cancerogeno del carboplatino non e' stato studiato, tuttavia composti con meccanismi di azione e mutagenicita' simili hanno mostrato di esserecancerogeni. Non sono state accertate la sicurezza d'impiego e l'effi cacia della somministrazione di carboplatino nei bambini. Durante la preparazione e la somministrazione del carboplatino non devono essere utilizzati strumenti contenenti alluminio.
Interazioni
La terapia concomitante con farmaci nefrotossicio ototossici, quali aminoglicosidi, vancomicina, capreomicina e diuretici, non e' raccomandata poiche' puo' causare aumento o esacerbazione della tossicita' a causa delle alterazioni indotte dal carboplatino della clearance renale di queste sostanze. Quando si associa il carboplatino ad altri compostimielosoppressivi, l'effetto mielosoppressivo del carboplatino e/o deg li altri composti puo' essere piu' marcato. E' probabile che i pazienti sottoposti a terapia concomitante con altri farmaci nefrotossici manifestino mielotossicita' piu' grave e prolungata a causa della riduzione della clearance renale del carboplatino. Occorre prestare cautela quando si somministra il carboplatino in concomitanza con il warfarin perche' sono stati segnalati casi di aumenti del valore INR. In caso disomministrazione concomitante di carboplatino e fenitoina si e' osser vata una riduzione dei livelli sierici di quest'ultima. Questo puo' indurre la ricomparsa delle crisi epilettiche e richiedere un aumento dei dosaggi della fenitoina. La somministrazione concomitante di carboplatino e agenti chelanti deve essere evitata in quanto puo' teoricamente causare una diminuzione dell'effetto antineoplastico del carboplatino. Tuttavia, l'effetto antineoplastico del carboplatino non e' stato influenzato dal dietil-ditiocarbammato negli studi sugli animali o nell'uso clinico.
Effetti indesiderati
Tumori benigni, maligni e non specificati. Non comune: neoplasie maligne secondarie (tra cui leucemia promielocitica); la relazione causale non e' stata stabilita. Patologie del sistema emolinfopoietico. Molto comune: la tossicita' dose-limitante del carboplatino e' rappresentatadalla mielosoppressione che puo' essere piu' grave e prolungata nei p azienti con compromissione della funzionalita' renale, trattamento precedente intensivo, scarso performance status ed eta' superiore a 65 anni. La mielosoppressione viene inoltre peggiorata dalla terapia di associazione contenente carboplatino e altri composti mielosoppressivi. La mielosoppressione e' in genere reversibile e non cumulativa quando il carboplatino e' somministrato in monoterapia e ai dosaggi e alle frequenze di somministrazione raccomandati. Ai dosaggi massimi tollerati,la somministrazione di carboplatino in monoterapia determina in circa un terzo dei pazienti trombocitopenia, con nadir di conte piastrinich e inferiori a 50 x10^9/l. Il nadir viene raggiunto in genere tra il giorno 14 e 21, con recupero entro 35 giorni dall'inizio della terapia. Si e' osservata inoltre leucopenia in circa il 20% dei pazienti, ma ilsuo recupero dal giorno del nadir (giorno 14-28) puo' essere piu' len to e in genere si raggiunge entro 42 giorni dall'inizio della terapia.L'anemia si sviluppa frequentemente e puo' essere cumulativa. Comune: complicazioni emorragiche, in genere lievi; non comune: complicazioni infettive; raro: neutropenia febbrile. Si sono osservati singoli casi di sanguinamento e infezioni potenzialmente letali. Disturbi del sist ema immunitario. Comune: reazioni allergiche al carboplatino, ad esempio rash cutaneo, orticaria, rash eritematoso e febbre senza causa apparente o prurito; gestire queste reazioni con una terapia di supporto appropriata; raro: anafilassi, shock anafilattico, angioedema e reazioni anafilattoidi, tra cui broncospasmo, orticaria, edema al viso e vampate al viso, dispnea, ipotensione, capogiro e tachicardia. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comune: dopo il trattamento con carboplatino sono state segnalate diminuzioni dei livelli sierici degli elettroliti, ma non cosi' gravi da causare la comparsa di segni o sintomi clinici; raro: sono stati segnalati casi di iponatriemia. Patologie del sistema nervoso. Comune: l'incidenza di neuropatie periferiche dopo il trattamento con carboplatino e' del 6%. Nella maggior partedei pazienti, la neurotossicita' e' limitata alla parestesia e alla r iduzione dei riflessi dei tendini profondi. La frequenza e l'intensita' di questo effetto indesiderato aumentano nei pazienti anziani e in quelli trattati in precedenza con cisplatino. La parestesia presente prima di iniziare la terapia con carboplatino, in particolare se correlata al trattamento precedente con cisplatino, puo' persistere o peggiorare durante il trattamento con carboplatino; non comune: sono stati segnalati sintomi a carico del sistema nervoso. Patologie dell'occhio. Raro: disturbi transitori della visione, tra cui occasionale perdita transitoria della vista; e' associato a una terapia a dose elevata in pazienti con compromissione della funzionalita' renale. Nella farmacovigilanza e' stata segnalata neurite ottica. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Molto comune: e' stata segnalata una riduzione subclinicadell'acuita' dell'udito, costituita da perdita dell'udito alle alte f requenze (4000-8000 Hz) determinata da audiogramma; comune: ototossicita' clinica. Nei pazienti trattati in precedenza con cisplatino e che hanno sviluppato perdita dell'udito correlata a tale trattamento, la compromissione dell'udito puo' persistere o peggiorare. Patologie cardiache. Molto raro: eventi cardiovascolari e cerebrovascolari; non e' stata stabilita una relazione causale con il carboplatino. Sono stati segnalati casi singoli di ipertensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Molto raro: fibrosi polmonare manifestatasi come tensione al torace e dispnea. Deve essere tenuto conto di questo effettose si esclude uno stato di ipersensibilita' polmonare. Patologie gast rointestinali. Molto comune: nausea senza vomito; il vomito e' stato segnalato in oltre la meta' dei pazienti, circa un terzo dei quali con emesi grave. Nausea e vomito non si manifestano in genere prima di 6-12 ore dopo la somministrazione di carboplatino, in genere si risolvonoentro 24 ore dopo il trattamento e solitamente rispondono alla terapi a antiemetica. Il vomito sembra piu' frequente nei pazienti trattati in precedenza, in particolare con cisplatino. Nel 17% dei pazienti si sono sviluppati disturbi gastrointestinali dolorosi; comune: diarrea, stipsi, mucosite; raro: alterazione del gusto. Sono stati segnalati casi di anoressia. Patologie epatobiliari. Molto comune: anomalie dei risultati degli esami di funzionalita' epatica (in genere da lievi a moderate). Aumenti del livello di fosfatasi alcalina sono stati osservati piu' frequentemente rispetto a SGOT, SGPT o bilirubina totale. La maggior parte di queste anomalie regredisce spontaneamente durante il trattamento; raro: dopo la somministrazione di dosaggi di carboplatino piu' elevati di quelli raccomandati e' stata segnalata disfunzione epatica grave (tra cui necrosi epatica acuta). Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: alopecia. Patologie renali e urinarie. Molto comune: la tossicita' renale non e' in genere dose-limitante nei pazienti trattati con carboplatino, ne' richiede misure preventive qualiidratazione con volumi elevati di liquidi o diuresi forzata. Tuttavia , possono svilupparsi aumenti di uremia e azotemia o dei livelli sierici di creatinina; comune: si puo' osservare anche compromissione dellafunzionalita' renale, definita da una diminuzione della clearance del la creatinina al di sotto di 60 ml/min. L'incidenza e la gravita' della nefrotossicita' possono aumentare nei pazienti che presentano gia' compromissione della funzionalita' renale prima del trattamento con carboplatino; in caso di alterazione moderata o grave della funzionalita'renale e' necessario correggere il dosaggio o interrompere la terapia . Il carboplatino e' controindicato nei pazienti con clearance della creatinina pari o inferiore a 20 ml/min. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione; molto comune: si osserva iperuricemia in circa un quarto dei pazienti. I livelli sierici di acido urico possono essere ridotti con l'allopurinolo. Astenia; comune: malessere, orticaria, sindrome simil-influenzale, rash eritematoso, prurito; non comune: febbre e brividi senza evidenza di infezione; reazioni nella sede di iniezione, quali dolore, eritema, gonfiore, orticaria e necrosi; raro: sindrome emolitico-uremica.
Gravidanza e allattamento
Non e' stato stabilito l'uso sicuro di carboplatino in gravidanza: glistudi condotti su animali hanno evidenziato tossicita' riproduttiva. Il carboplatino ha mostrato di essere embriotossico e teratogeno nei ratti e mutageno in vivo e in vitro. Carboplatino non deve essere usatoin gravidanza, se non chiaramente indicato. Se carboplatino viene uti lizzato in gravidanza, la paziente deve essere informata del rischio potenziale per il feto. Le donne fertili devono essere avvisate di evitare la gravidanza utilizzando metodi anticoncezionali efficaci duranteil trattamento e fino a 6 mesi dopo la terapia. Per le donne incinte o che rimangono incinte durante la terapia, deve essere fornita la consulenza genetica. Il carboplatino e' genotossico. Gli uomini trattati con il carboplatino devono essere avvisati di non procreare durante iltrattamento e fino a 6 mesi dopo la terapia e deve essere loro consig liato di chiedere informazioni sulla conservazione dello sperma prima del trattamento a causa della possibilita' di infertilita', anche irreversibile, dovuta al trattamento con carboplatino. Non e' noto se carboplatino sia escreto nel latte umano. A causa della possibilita' di effetti dannosi sui lattanti, l'allattamento al seno deve essere interrotto se la madre viene trattata con carboplatino.