Carbolithium - 50cps 150mg
Dettagli:
Nome:Carbolithium - 50cps 150mgCodice Ministeriale:024597015
Principio attivo:Litio Carbonato
Codice ATC:N05AN01
Fascia:A
Prezzo:2.74
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Teva Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Capsule rigide
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:60 mesi
Denominazione
CARBOLITHIUM CAPSULE RIGIDE
Formulazioni
Carbolithium - 50cps 150mg
Carbolithium - 50cps 300mg
Categoria farmacoterapeutica
Antipsicotici.
Principi attivi
Litio carbonato (microincapsulato).
Eccipienti
Carbolithium 150 mg: magnesio stearato, gelatina, titanio biossido (E 171), indigotina (E132), lattosio, amido, metilcellulosa. Carbolithium300 mg: magnesio stearato, gelatina, titanio biossido (E 171), indigo tina (E132), metilcellulosa.
Indicazioni
Profilassi e trattamento degli stati di eccitazione nelle forme maniacali e ipomaniacali e degli stati di depressione o psicosi depressive croniche delle psicosi maniaco-depressive; cefalea a grappolo solo in soggetti che non rispondano ad altra terapia, a causa del basso indice terapeutico del litio carbonato.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. I sali di litio sono controindicati in: patologie cardiache; insufficienza renale; grave stato di debilitazione; aumentata deplezione disodio; trattamento concomitante con diuretici; gravidanza accertata o presunta e nell'allattamento. La sicurezza e l'efficacia dei sali di litio nei bambini sotto i 12 anni non e' stata ancora stabilita, pertanto l'uso in tali pazienti non e' consigliato, salvo diverso parere dello specialista.
Posologia
Il dosaggio deve essere definito su base individuale in relazione allalitiemia, alla tolleranza del paziente e alla risposta clinica indivi duale. Adulti e adolescenti: 300 mg da 2 a 6 volte al giorno, somministrati ad intervalli regolari. Le dosi massime vanno impiegate nella terapia di attacco delle forme gravi, le minime nella terapia di mantenimento profilattico. E' sempre necessario iniziare la terapia con bassedosi di farmaco e titolare la dose in base alla misurazione della lit iemia. Se la terapia con sali di litio viene utilizzata nel range di eta' 12-18 anni oltre le usuali cautele e raccomandazione, la durata dovrebbe essere relativamente breve e continuata solo in presenza di inequivocabili segni di risposta clinica al farmaco.
Conservazione
Non necessitano speciali precauzioni per la conservazione.
Avvertenze
I sali di litio hanno un basso indice terapeutico (rapporto terapeutico/tossico ristretto) e quindi non dovrebbero essere prescritti se non e' possibile controllarne la concentrazione ematica. E' sempre necessario iniziare la terapia con basse dosi di farmaco e titolare la dose in base alla misurazione della litiemia. All'inizio della terapia e' consigliabile effettuare la prima determinazione della litiemia al raggiungimento dello stato stazionario, cioe' dopo 4-8 giorni l'inizio della terapia stessa, su di un campione ematico prelevato a distanza di 10-12 ore dall'ultima somministrazione. Ripetere poi la misurazione della litiemia ogni settimana finche' la posologia non resti costante per altre quattro settimane, e poi ogni tre mesi. Aggiustamenti della dosedevono essere effettuati per mantenere la litiemia nell'intervallo 0, 4-1 mEq/litro. Per il trattamento della mania acuta sono di solito necessarie concentrazioni plasmatiche comprese tra 0,8 e 1 mEq/litro. La prevenzione delle ricorrenze e' generalmente realizzata con concentrazioni plasmatiche comprese tra 0,6 e 0,75 mEq/litro, ma alcuni pazientisono controllati anche da concentrazioni piu' basse pari a 0,4-0,6 mE q/litro. E' necessario monitorare la litiemia e lo stato clinico del paziente dopo ogni incremento di dose ed effettuare controlli costanti durante tutta la durata della terapia ed in particolare in caso di malattie intercorrenti (incluse le infezioni del tratto urinario), alternanza di fasi maniacali e depressive, introduzione di nuovi farmaci, e cambiamenti nella dieta con modifiche nell'assunzione di sali e liquidi. La biodisponibilita' varia molto nelle diverse preparazioni: sostituire una preparazione con un'altra richiede le stesse precauzioni dell'inizio del trattamento, attenti monitoraggi della litiemia, conseguenti aggiustamenti della dose e la valutazione dello stato clinico del paziente da parte del medico. Prima di iniziare la terapia con sali di litio e' consigliabile valutare la funzionalita' cardiaca, renale e tiroidea. Tali prove dovranno essere ripetute periodicamente in corso diterapia. Preesistenti lievi disturbi della tiroide non costituiscono necessariamente una controindicazione al trattamento con litio; ove esista ipotiroidismo la funzionalita' tiroidea va controllata sia durante la fase di attacco sia durante il mantenimento. In caso di manifestazione di ipotiroidismo in corso di terapia, e' opportuno effettuare un'idonea terapia sostitutiva con ormoni tiroidei. La funzionalita' renale e tiroidea dovrebbero essere controllate ogni 6-12 mesi in regimi stabili (salvo diversa prescrizione medica). Durante la terapia con litio, i pazienti devono essere sottoposti a regolare monitoraggio con controllo della crasi ematica; la terapia con litio deve essere utilizzata con cautela in pazienti con patologie cardiovascolari o con una storia famigliare di prolungamento dell'intervallo QT. La terapia con litio non deve essere iniziata in pazienti con insufficienza renale. Durante la terapia con sali di litio, graduali o improvvise variazioni della funzione renale, anche se entro limiti normali, indicano la necessita' di rivedere il trattamento. Casi di microcisti, oncocitomi e carcinoma renale dei dotti collettori sono stati segnalati in pazienti con grave compromissione della funzionalita' renale trattati con litio perpiu' di 10 anni. La terapia con sali di litio non e' consigliata in p azienti con morbo di Addison o altre condizioni associate a deplezionedi sodio e in pazienti gravemente debilitati o disidratati. La tossic ita' del litio e' aumentata dalla deplezione di sodio. Una diminuzionedella tollerabilita' al litio puo' essere causata da una disidratazio ne corporea (profusa sudorazione, diarrea, vomito); in questi casi i pazienti devono essere avvertiti di aumentare la somministrazione di sali e liquidi e di avvisare il medico. Nel caso in cui ai disturbi suddetti si accompagni un'infezione con temperatura elevata e' consigliabile una temporanea riduzione della dose o interruzione del trattamento sempre sotto stretto controllo medico. Una ridotta escrezione renale del litio e' stata osservata in pazienti con fibrosi cistica. Particolari cautele nell'individuazione della dose di litio devono essere adottate nei pazienti con miastenia grave per evitare esacerbazioni della patologia. Data la potenziale teratogenicita' del litio, e' consigliatonelle donne fertili di effettuare un test di gravidanza prima di iniz iare la terapia. I pazienti dimessi da strutture sanitarie e i loro familiari devono essere informati della necessita', che se si presentassero i seguenti sintomi che rappresentano indicatori precoci di tossicita' del farmaco: diarrea, nausea, vomito, dolori addominali, sonnolenza, perdita della coordinazione muscolare, sedazione, tremori fini, debolezza muscolare, sensazione di freddo, devono consultare immediatamente il medico e sospendere la terapia. E' compito dello specialista informare il medico di base del trattamento al quale il paziente e' sottoposto. Sospendere l'assunzione di litio almeno una settimana prima di iniziare una terapia elettroconvulsiva (ECT) e riprendere il trattamento con il litio alcuni giorni dopo il completamento della stessa. Inoltre, la terapia con litio dovrebbe essere sospesa 24 ore prima di interventi chirurgici maggiori, in quanto la ridotta clearance renale associata all'anestesia puo' portare ad accumulo di litio. La terapia con litio deve essere ristabilita il piu' velocemente possibile dopo l'intervento. Anche se non ci sono prove chiare di sintomi da astinenza o psicosi da rimbalzo, l'interruzione brusca del litio aumenta il rischiodi ricaduta. Se il trattamento deve essere sospeso, la dose dovrebbe essere ridotta gradualmente nell'arco di qualche settimana sotto stretto controllo medico; i pazienti dovrebbero essere messi in guardia sulla possibilita' di ricaduta in caso di interruzione brusca. Il litio puo' prolungare l'effetto dei bloccanti neuromuscolari. Pertanto questifarmaci dovranno essere sempre somministrati con precauzione ai pazie nti ai quali e' somministrato il litio.
Interazioni
Antipsicotici: l'associazione con clozapina, aloperidolo o fenotiazineprovoca un aumento del rischio di effetti avversi extrapiramidali e p ossibile neurotossicita' (associazione da evitare). L'associazione consulpiride provoca un aumento del rischio di effetti avversi extrapira midali (associazione da evitare). L'associazione con sertindolo e tioridazina provoca un aumento del rischio di aritmie ventricolari. L'associazione con aloperidolo puo' provocare una sindrome encefalopatica; un tale evento (caratterizzato da debolezza, letargia, febbre, tremori,convulsioni, confusione, sintomi extrapiramidali, leucocitosi), segui to da un irreversibile danno cerebrale, si e' verificato in alcuni pazienti trattati con litio contemporaneamente ad aloperidolo. Benche' non sia stata sicuramente stabilita una relazione causale tra questi eventi e la concomitante somministrazione di litio e aloperidolo, i pazienti sottoposti a questa terapia combinata devono essere attentamente controllati onde svelare prontamente i primi segni di neurotossicita' che impongono la sospensione immediata del trattamento. Esiste la possibilita' di simili reazioni con altri medicinali antipsicotici. L'associazione con antipsicotici puo' mascherare i sintomi di tossicita' del litio, in quanto essi possono prevenire l'insorgenza della nausea, la quale rappresenta uno dei primi sintomi dell'intossicazione da litio. Antidepressivi: l'associazione con venlafaxina puo' provocare un aumento degli effetti serotoninergici del litio. L'associazione con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina puo' provocare un aumento del rischio di effetti sul sistema nervoso centrale. L'associazione con antidepressivi triciclici puo' provocare un aumento del rischiodi tossicita' da litio. Inoltre, sintomi quali diarrea, confusione, t remori e agitazione sono stati osservati durante la terapia combinata litio e inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Metildopa: l'associazione con metildopa puo' determinare un aumento della tossicita' del litio (neurotossicita'), anche in presenza di valori di litiemia compresi nell'intervallo terapeutico. Antiepilettici: fenomeni di neurotossicita' sono stati osservati in seguito alla somministrazione combinata di litio con antiepilettici (in particolare fenitoina, fenobarbital e carbamazepina). Alcool: l'assunzione concomitante di alcool puo' causare un aumento del picco plasmatico del litio. ACE inibitori: l'associazione con ACE inibitori puo' provocare una riduzione dell'eliminazione di litio, con conseguente aumento della litiemia. Antiaritmici: l'uso concomitante di amiodarone puo' provocare insorgenza di aritmie ventricolari (associazione sconsigliata). Antagonistidel recettore dell'angiotensina II: l'associazione con antagonisti de l recettore dell'angiotensina II puo' provocare una riduzione dell'eliminazione di litio, con conseguente aumento della litiemia. Calcioantagonisti: l'uso concomitante di calcio-antagonisti (in particolare verapamil e diltiazem) puo' determinare neurotossicita', senza aumento della concentrazione plasmatica di litio, con sintomi quali atassia, tremori, nausea, vomito, diarrea e tinnito. Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS): farmaci antinfiammatori non steroidei (diclofenac, ibuprofene, indometacina, acido menefamico, naproxene, ketorolac, piroxicam ed inibitori selettivi della COX2) riducono la clearance del litio,producendo un aumento della litiemia con conseguente aumento del risc hio di tossicita' (associazione da evitare). Durante l'assunzione concomitante di nimesulide, la litiemia deve essere attentamente monitorata. Farmaci Antinfiammatori Steroidei (Corticosteroidi): l'assunzione concomitante di corticosteroidi provoca ritenzione idrosalina, con conseguente aumento della litiemia. Diuretici: l'assunzione concomitante di diuretici dell'ansa e di tiazidici provoca una riduzione dell'eliminazione di litio con aumento della litiemia e rischio di tossicita'. L'associazione con diuretici osmotici, acetazolamide, amiloride e triamterene (significativo in particolare con amiloride e triamterene) puo' provocare un aumento dell'escrezione di litio. In particolare, la somministrazione di un diuretico tiazidico a pazienti stabilizzati in terapia con litio determina dopo 3-5 giorni un aumento della litiemia. Minori variazioni della litiemia sono state osservate con i diuretici dell'ansa (furosemide, bumetanide ed acido etacrinico), cio' nonostante, i pazienti in terapia con tale associazione devono essere attentamentecontrollati. Evidenze scientifiche suggeriscono che se un paziente in trattamento con litio deve iniziare una terapia con diuretici, la dos e di litio dovrebbe essere ridotta dal 25 al 50% e la litiemia misurata due volte a settimana. L'indapamide ed il litio non devono essere usati in concomitanza per una possibile tossicita' del litio conseguentead una ridotta clearance renale. I diuretici risparmiatori di potassi o non aumentano la litiemia. Metoclopramide: l'associazione con metoclopramide provoca un aumento del rischio di effetti extrapiramidali. Metronidazolo: l'associazione con metronidazolo provoca un aumento dellalitiemia. Aminofillina e Mannitolo: l'associazione con aminofillina e mannitolo comporta una diminuzione della litiemia. Riduzione della co ncentrazione plasmatica e aumento dell'escrezione urinaria di litio sono state osservate in seguito alla terapia combinata con clorpromazina, acetazolamide, xantine, urea e agenti alcalinizzanti come il sodio bicarbonato. Aumenti significativi del consumo di caffe' possono portare a diminuzioni nella concentrazione plasmatica del litio. Il litio puo' prolungare l'effetto dei bloccanti neuromuscolari. Pertanto questi farmaci dovranno essere somministrati con precauzione ai pazienti in terapia con litio.
Effetti indesiderati
L'insorgenza e la severita' degli effetti indesiderati sono generalmente correlati ai livelli plasmatici, alla velocita' con la quale si raggiunge il picco plasmatico e al diverso grado di sensibilita' al litiodel singolo paziente. Generalmente sono tanto piu' gravi quanto piu' alta e' la concentrazione plasmatica del farmaco. La litiemia deve essere, dunque, monitorata regolarmente durante la terapia per controllare che non si raggiungano livelli plasmatici associati ad un aumento della tossicita'. Tuttavia alcuni pazienti possono avere livelli di litiemia considerati tossici e non presentare alcun segno di tossicita'; altri, al contrario, possono sviluppare tossicita' alle concentrazioni terapeutiche. Generalmente, effetti indesiderati si manifestano con maggiore frequenza quando si raggiungono livelli plasmatici superiori a 1,5 mEq/litro, ma possono verificarsi anche per concentrazioni di 1 mEq/litro, in particolare negli anziani. Per questi motivi, sebbene le concentrazioni plasmatiche ritenute ragionevolmente sicure rientrino nell'intervallo: 0,4-1,25 mEq/litro, e' preferibile mantenere la litiemia all'interno dell'intervallo 0,4-1 mEq/litro. Leggeri tremori alle mani, poliuria e una sete moderata possono presentarsi all'inizio della terapia della fase maniacale acuta e un malessere generale puo' manifestarsi durante i primi giorni di somministrazione. Tali effetti indesiderati generalmente scompaiono con la prosecuzione del trattamento o con una temporanea riduzione della dose del farmaco. Se persistono e' necessario interrompere il trattamento. Durante le ventiquattro ore successive alla prima somministrazione di litio, si puo' avere un aumentodell'escrezione urinaria di sodio, potassio e di mineralcorticoidi. S uccessivamente, l'escrezione di potassio si normalizza e si puo' aver ritenzione di sodio, per aumentata secrezione di aldosterone, con la comparsa di edema pretibiale. Anche questi effetti indesiderati scompaiono normalmente in pochi giorni. Tuttavia, la terapia con litio puo' determinare una progressiva diminuzione della capacita del rene di concentrare l'urina con possibile insorgenza di diabete insipido di origine nefrogena. Diarrea, nausea, vomito, dolori addominali, sonnolenza, debolezza muscolare, incoordinazione motoria, sedazione, secchezza fauci della bocca, sensazione di freddo, rallentamento della parola e nistagmo sono i primi segni di intossicazione da litio e possono verificarsi a livelli plasmatici inferiori a 2 mEq/litro. A piu' alti livelli di litiemia, i sintomi possono progredire rapidamente. Si possono manifestare iperriflessia, atassia, vertigini, tinnito, annebbiamento dellavista ed intensa poliuria. Livelli plasmatici di litio superiori a 3 mEq/litro possono produrre un complesso quadro clinico, coinvolgendo vari organi e apparati fino ad esitare in convulsioni generalizzate, insufficienza circolatoria acuta, stupore, coma e morte. In corso di terapia sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati. Patologie del sistema nervoso: assenze, attacchi epilettici, difficolta' della parola, stordimento, vertigini, incontinenze delle urine e delle feci, sonnolenza, stanchezza, letargia, ritardi psicomotori, confusione, irrequietezza, stupore, coma, tremori, iperirritabilita' muscolare (contrazioni, movimenti clonici delle gambe), atassia, movimenti coreoatotici, ipereccitabilita' dei riflessi tendinei profondi, secchezza delle fauci. Patologie cardiache: aritmie cardiache, ipotensione, collasso della circolazione periferica, scompenso circolatorio (raramente). Sono stati osservati: casi di prolungamento dell'intervallo QT, aritmie ventricolari (come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco); casi di morte improvvisa. Patologie renali e urinarie: albuminuria, oliguria, poliuria, glicosuria. Cambiamenti morfologici con fibrosi glomerulari ed interstiziali e atrofia dei nefroni, sono stati riscontrati in corso di terapia prolungatadi Litio. Tuttavia uguali manifestazioni si sono verificate anche in pazienti maniaco- depressivi mai trattati con sali di litio. Sono stati ricontrati con una frequenza non nota i seguenti effetti indesiderati: tumori del rene benigni/maligni (microcisti, oncocitoma o carcinomarenale dei dotti collettori (nella terapia a lungo termine). Patologi e endocrine: anormalita' tiroidee: gozzo tiroideo e/o ipotiroidismo (incluso mixedema). Sono stati riscontrati rari casi di ipertiroidismo. Patologie gastrointestinali: anoressia, nausea, vomito e diarrea. Patologie del sistema emolinfopoietico: in letteratura e' stato riscontrato un caso di marcata leucopenia (senza apprezzabili modificazioni dei valori di eritrociti e piastrine) associato con un aumento acuto dellalitemia. Inoltre in caso di terapie a lungo termine con litio sono st ate descritte alterazioni ematologiche. Patologie dell'occhio: scotomitransitori, disturbi della vista. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: inaridimento ed assottigliamento dei capelli, alopecia, anestesia cutanea, follicolite cronica, esacerbazione della psoriasi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: disidratazione, perdita di peso. Esami diagnostici: variazioni dell'ECG e dell'EEG. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale e' importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Gravidanza e allattamento
Il litio puo' causare danni al feto; il litio e' escreto nel latte materno. Pertanto, il medicinale e' controindicato in caso di gravidanza,accertata o presunta, e durante l'allattamento. Le donne in eta' fert ile devono effettuare un test di gravidanza prima di iniziare la terapia con sali di litio. Le donne in eta' fertile che siano gia' in terapia con sali di litio e vogliano predisporre una gravidanza devono interrompere la terapia scalando gradualmente la dose, sotto stretto controllo medico, per evitare la comparsa di ricadute. Dopo pochi giorni dal parto e' consigliabile, sempre sotto stretto controllo medico, riprendere la terapia a basse dosi per l'aumento del rischio di episodi maniacali e di ricadute nel periodo post partum, evitando accuratamente l'allattamento al seno.