Capital - Iniet 3f 4mg/1ml
Dettagli:
Nome:Capital - Iniet 3f 4mg/1mlCodice Ministeriale:036304018
Principio attivo:Desametasone Fosfato Sodico
Codice ATC:H02AB02
Fascia:A
Prezzo:2.79
Doping:Proibito solo in gara
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:S.F.Group Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Soluzione iniettabile
Contenitore:Fiale
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi
Categoria farmacoterapeutica
Corticosteroidi sistemici, non associati.
Principi attivi
Desametasone sodio fosfato 4,37 mg.
Eccipienti
Creatinina, sodio metabisolfito, sodio citrato, metile p-ossibenzoato,propile p-ossibenzoato, sodio idrossido, acqua per preparazioni iniet tabili
Indicazioni
Per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando la terapia orale nonsia possibile. Insufficienza corticosurrenale: il medicinale possiede un'attivita' prevalentemente glicocorticoide e scarsa attivita' miner alcorticoide. Non permette quindi una completa terapia di sostituzioneed il suo impiego deve essere integrato con sali o desossicorticoster one o ambedue. Cosi' integrato, e' indicato in tutti i tipi di insufficienza corticosurrenale, per esempio nel morbo di Addison o nei casi di surrenectomia bilaterale che richiedono la sostituzione dell'attivita' sia glicocorticoide che mineralcorticoide. Insufficienza corticosurrenale relativa: nell'insufficienza corticosurrenale relativa che puo'verificarsi in seguito alla sospensione di una terapia prolungata con dosi soppressive di ormoni corticosurrenali, l'attivita' mineralcorti coide puo' mantenersi integra. La sostituzione con un ormone ad azioneprevalentemente glicorticoide puo' quindi essere sufficiente per ripo rtare alla norma la funzione corticosurrenale. Quando si imponga la necessita' di un effetto immediato, il medicinale puo' essere di importanza vitale, dato che la sua efficacia puo' manifestarsi entro pochi minuti dalla somministrazione. Trattamento preoperatorio e postoperatorio di sostegno nei pazienti sottoposti a surrenectomia bilaterale o a ipofisectomia: in ogni altra situazione chirurgica in cui si sospetti una inadeguata riserva corticosurrenale; nei casi di shock postoperatorio che non rispondono alla terapia convenzionale. Tiroidite non suppurativa: per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando, nella crisi tiroidea, la terapia orale non sia possibile. Shock: il medicinale e' utile come terapia supplementare dello shock quando sono necessarie alte dosi (farmacologiche) di corticosteroidi: per esempio, grave shock emorragico, traumatico, chirurgico. Il trattamento con il farmaco costituisce un complemento e non una sostituzione delle misure specifiche o di sostegno che possono essere necessarie: per esempio, reintegrazione del volume circolatorio, correzione del bilancio idrico ed elettrolitico, sommistrazione di ossigeno, misure chirurgiche, terapia antibiotica. Malattie reumatiche: come terapia supplementare per un breve periodo di tempo (per aiutare il paziente durante un episodio acuto o nella riacutizzazione) nelle seguenti forme: osteoartrosi post-traumatica, sinovite da osteoartrosi, artrite reumatoide, borsite acuta e subacuta, epicondilite, tenosinovite acuta aspecifica, artrite gottosa acuta, artrite psoriasica, spondilite anchilosante, artrite reumatoide giovanile. Malattie del collagene: durante la riacutizzazione o per la terapia di mantenimento in casi selezionati di lupus eritematoso sistemico e di cardite reumatica acuta. Malattie dermatologiche: pemfigo, eritema polimorfo grave (sindrome di Stevens-Johnson), dermatite esfoliativa, dermatite bollosa erpetiforme, dermatite seborroica grave, psoriasi grave, micosi fungoide. Stati allergici: per il controllo iniziale delle gravi forme allergiche: asma bronchiale, incluso lo stato asmatico, dermatite da contatto, dermatite atopica, reazione da siero, riniteallergica stagionale o perenne, reazioni di ipersensibilita' a farmac i, reazioni orticarioidi a trasfusioni, edema laringeo acuto non infettivo (il farmaco di prima scelta e' l'adrenalina), edema angioneurotico, in associazione all'adrenalina nell'anafilassi. Oftalmologia: graviprocessi allergici ed infiammatori acuti e cronici a carico marginale dell'occhio ed annessi, quali: congiuntivite allergica, cheratite, ul cere marginali allergiche corneali, herpes zoster oftalmico, irite, iridociclite, corioretinite, uveite posteriore diffusa e coroidite, neurite oftalmica, neurite retrobulbare, oftalmia simpatica, infiammazionedel segmento anteriore dell'occhio. Malattie gastrointestinali: coadi uvante durante periodi critici della malattia nella colite ulcerosa (terapia sistemica), enterite regionale (terapia sistemica). Malattie dell'apparato respiratorio: sarcoidosi, sindrome di Loeffler non trattabile con altri mezzi, berilliosi, tubercolosi polmonare fulminante o disseminata (in associazione all'appropriata chemioterapia antitubercolare), polmonite da aspirazione, enfisema polmonare nei casi in cui il broncospasmo o l'edema bronchiale svolgano un ruolo significativo, fibrosi polmonare interstiziale diffusa (sindrome di Hamman-Rich). Malattie ematologiche: anemia emolitica acquisita (autoimmune), porpora trombocitopenica idiopatica e' secondaria negli adulti (solo per via endovenosa; la somministrazione intramuscolare e controindicata), eritroblastopenia, anemia ipoplastica congenita (eritroide). Malattie neoplastiche: per il trattamento palliativo dell'ipercalcemia associata a cancro, per le leucemie e linfomi negli adulti e per la leucemia acuta nei bambini. Stati edematosi: per provocare la diuresi o la remissione della proteinuria nella sindrome nefrotica senza uremia, del tipo idiopatico o dovuta a lupus eritematoso. In associazione a diuretici, per indurre la diuresi in: cirrosi epatica con ascite refrattaria, scompenso cardiaco congestizio refrattario. Edema cerebrale: puo' essere impiegato nel trattamento dei pazienti con edema cerebrale di varia eziologia:associato a tumori cerebrali primari o metastatici; associato a disturbi vascolari cerebrali (apoplessia acuta) che coinvolgono la cortecciacerebrale; associato alla neurochirurgia; associato a lesioni cranich e o a pseudo tumori cerebrali. Il farmaco puo' inoltre essere impiegato per la preparazione all'intervento chirurgico nei pazienti con ipertensione endocranica secondaria a tumori cerebrali; come palliativo neipazienti con neoplasie cerebrali inoperabili o recidive. L'impiego ne ll'edema cerebrale non elimina la necessita' di un'attenta valutazioneneurologica e di trattamenti radicali, quali interventi neurochirurgi ci o di altre terapie specifiche. Per iniezione intrasinoviale o nei tessuti molli. Terapia supplementare per un breve periodo di tempo nelle forme seguenti: sinovite da osteoartrosi, artrite reumatoide, borsite acuta e subacuta, artrite gottosa acuta, epicondilite, tenosinovite acuta aspecifica, osteoartrosi post-traumatica, artrite traumatica, malattie di Dupuytren, fibromiosite, nevrite e nevralgia intercostale, tendinite, peritendinite, malattie di De Quervain, dito a scatto. Varie: meningite tubercolare con blocco o minaccia di blocco subaracnoideo (in associazione all'appropriata chemioterapia antitubercolare). Croup: puo' alleviare entro poche ore il laringospasmo, l'edema, la tosse olo stridore e determina in genere un persistente miglioramento entro 12 ore dalla somministrazione della prima dose. Contemporaneamente, deve essere attuata la terapia antidifterica convenzionale, comprendenteantibiotici. Prova diagnostica dell'iperfunzionalita' corticosurrenal e.
Controindicazioni / effetti secondari
Infezioni micotiche sistemiche. Ipersensibilita' a qualsiasi componente del prodotto.
Posologia
Il preparato puo' essere iniettato direttamente senza miscelare o diluire. Se si preferisce, si puo' aggiungerlo, senza perdita di efficacia, al cloruro di sodio iniettabile, al destrosio iniettabile o al sangue adatto per la trasfusione e si puo' somministrarlo per infusione venosa goccia a goccia. Quando il farmaco viene aggiunto ad una soluzioneper infusione, la miscela deve essere utilizzata entro 24 ore. Vanno osservate le misure di asepsi normalmente adottate per le iniezioni. La posologia iniziale puo' variare in genere da 0,5 mg a 20 mg al giorno a seconda della malattia specifica da trattare. Nelle situazioni di minore gravita' sono generalmente sufficienti dosi ridotte, mentre in determinati pazienti possono essere necessarie dosi iniziali piu' elevate. Di norma la posologia parenterale varia da un terzo ad un mezzo della dose orale somministrata ogni 12 ore. Tuttavia, in certe situazioni acute di emergenza, nelle quali la vita del paziente sia in pericolo puo' essere giustificata la somministrazione di dosi superiori alla posologia abituale, che possono raggiungere valori multipli rispetto alle dosi orali. La posologia iniziale dovrebbe essere mantenuta invariata o dovrebbe essere modificata in modo adeguato fino al raggiungimento di una risposta soddisfacente. Se dopo un ragionevole periodo di tempo non si osserva una risposta clinica soddisfacente, si dovrebbe interrompere il trattamento e passare ad altra terapia appropriata. Ottenuta una risposta favorevole, determinare l'appropriata posologia di mantenimento riducendo, a piccole quantita' e a intervalli di tempo adeguati, la posologia iniziale del farmaco fino a raggiungere la dose minima sufficiente per mantenere la risposta clinica desiderata. Regolarela posologia in base a un costante controllo clinico del paziente. Qu ando il farmaco e' stato somministrato per un periodo di tempo superiore a qualche giorno, la sospensione del trattamento deve essere attuata gradualmente e non in modo brusco. Iniezione endovenosa e intramuscolare: qualora possibile, si impieghi la via endovenosa sia per la doseiniziale che per tutte le dosi somministrate successivamente mentre i l paziente e' in stato di shock. Se si osserva una risposta pressoria,si impieghi la via intramuscolare fino a quando si potra' passare all a terapia orale. Non si dovrebbero iniettare per via intramuscolare piu' di 2 ml per ogni punto di iniezione. Nei casi di emergenza, la doseabituale per l'iniezione endovenosa o intramuscolare e' di 1-5 ml (da 4 a 20 mg) a seconda della gravita' della malattia. Tale dose puo' es sere ripetuta fino a quando si osserva una risposta adeguata. Una volta ottenuto il miglioramento iniziale, possono essere sufficienti dosi singole di 0,5-1 ml (da 2 a 4 mg) ripetibili qualora necessario. La posologia giornaliera complessiva non deve generalmente superare i 20 ml(80 mg), anche nelle forme gravi. Quando si desidera un effetto massi mo costante, la somministrazione deve essere ripetuta ad intervalli di3-4 ore o deve essere effettuata mediante infusione venosa goccia a g occia. Le iniezioni endovenose ed intramuscolari sono indicate nelle malattie acute. Superata la fase acuta, si passi non appena possibile alla terapia steroidea orale. Shock: la dose abituale e' di 2-6 mg/kg di peso corporeo somministrati in un' unica iniezione endovenosa. Quando lo shock persista, tale dose puo' essere ripetuta entro 2-6 ore. Quale alternativa, il farmaco puo' essere somministrato alla dose di 2-6 mg/kg di peso corporeo in un' unica iniezione endovenosa immediatamente seguita da un'infusione venosa di una dose uguale. La terapia con ilfarmaco costituisce un complemento e non una sostituzione della terap ia convenzionale. La somministrazione di corticosteroidi a dosi elevate dovrebbe essere protratta solo fino a quando si osserva la stabilizzazione delle condizioni del paziente ed in genere per un periodo non superiore alle 48-72 ore. Si eviti la terapia protratta con queste dosielevate, al fine di prevenire eventuali complicanze quali insufficien za surrenale o ulcera gastrointestinale. Edema cerebrale associato alla apoplessia acuta: inizialmente 10 mg (2,5 ml) di per via endovenosa e in seguito per via intramuscolare 4 mg (1 ml) ogni 6 ore per 10 giorni. La dose dovrebbe essere ridotta a zero entro i 7 giorni successivi. Edema cerebrale associato al trattamento di tumori cerebrali primitivi o metastatici, interventi neurochirurgici, traumi cranici, pseudo tumori del cervello o preparazioni ad intervento di pazienti che presentano aumento della pressione endocranica dovuta a tumore cerebrale: inizialmente 10 mg (2,5 ml) per via endovenosa ed in seguito per via intramuscolare 4 mg (1 ml) ogni 6 ore fino a quando regrediscono i sintomi dell'edema cerebrale. Si osserva in genere una risposta entro 12- 24ore: la posologia puo' essere ridotta dopo 2-4 giorni e gradualmente sospesa nel corso di 5-7 giorni. Per il trattamento palliativo dei pazienti con tumori recidivi o inoperabili: la posologia di mantenimento deve essere adattata ai singoli casi impiegando la soluzione iniettabile o la soluzione iniettabile compresse. Puo' essere adeguata una posologia di 2 mg due o tre volte al giorno. E' opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo dell'edema cerebrale. Si devono seguire le abituali precauzioni associate alla terapia corticosteroidea. Si deve prendere in considerazione l'eventuale opportunita' di prescrivere antiacidi, anticolinergici e misure dietetiche per prevenire la comparsa di ulcere grastrointestinali o emorragie. - Croup: la posologia abituale comporta in genere una dose singola variabile da 0,5a 1,25 ml (da 2 a 5 mg) a seconda dell'eta' e del peso corporeo del b ambino. Contemporaneamente deve essere attuata la terapia antidifterica convenzionale, comprendente dosi adeguate di antibiotici. Nei casi particolarmente gravi la terapia steroidea puo' essere continuata a basse dosi per 2 o 3 giorni quale misura precauzionale per prevenire l'insorgenza di ulteriori attacchi acuti. Iniezioni intrasinoviali e nei tessuti molli: le iniezioni intrasinoviali e nei tessuti molli vengono generalmente impiegate quando le articolazioni e le sedi colpite non sono piu' di una o due. Non eliminano la necessita' di attuare le misure convenzionali abitualmente adottate. Pur agendo favorevolmente sui sintomi, non costituiscono assolutamente una cura, dato che l'ormone non svolge alcun effetto sulla causa dell'infiammazione. Dosi normalmente impiegate. Grandi articolazioni: 0,5-1 ml; piccole articolazioni: 0,2-0,25 ml; borse: 0,5-0,75 ml; guaine tendinee: 0,1-0,25 ml; calli e duroni: 0,05-0,25 ml; plantare: 0,1-0,25 ml; digitale: 0,05-0,2 ml; infiltrazione tessuti molli: 0,5-1,5 ml; gangli: 0,25-0,5 ml. La frequenza dell'iniezione varia da una volta ogni 3-5 giorni ad una volta ogni 2-3 settimane.
Conservazione
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Avvertenze
I corticosteroidi possono esacerbare le infezioni fungine sistemiche equindi non dovrebbero essere usati in presenza di tali infezioni a me no che siano necessari per controllare le reazioni da farmaco dovute all'anfotericina B. Sono stati riportati dei casi in cui l'uso concomitante di anfotericina B e idrocortisone fu seguito da ipertrofia cardiaca congestizia. La piu' bassa dose possibile di corticosteroidi dovrebbe essere usata per controllare la patologia e quando e' possibile la riduzione nel dosaggio, questa dovrebbe essere fatta in maniera graduale. In corso di terapia prolungata puo' essere opportuno a titolo precauzionale un regime anti-ulceroso comprendente un antiacido. E' opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo della malattia, attuando una graduale riduzione posologica non appena questa sia possibile. Posologie medie o elevate di idrocortisone o di cortisone possono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica e salina, o eccessiva deplezione di potassio. Possono rendersi necessari un regime povero di sale e supplementi di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione del calcio. Nei pazienti sotto terapia corticosteroidea esposti a notevole stress e' indicato un aumento posologico dei corticosteroidi a rapida azione, prima, durante e dopo la situazione di stress. Si deve tener conto del piu' lento tasso di assorbimento determinato dalla somministrazione intramuscolare. Un'insufficienza corticosurrenale secondaria indotta dal farmaco potra' essere minimizzata riducendo gradualmente la posologia. Questo tipo di insufficienza relativa puo' tuttavia persistere per qualche mese dopo la sospensione della terapia: in qualsiasi situazione di stress che si verificasse durante questo periodo, e' quindi opportuno reinstituire la terapia ormonale. Se il paziente e gia' sotto trattamento steroideo,puo' rendersi necessario un aumento della posologia. Dato che la secr ezione dei mineralcorticoidi potrebbe essere inadeguata, e' opportuna la contemporanea somministrazione di sali e/o di un mineralcorticoide.Dopo una terapia prolungata, la sospensione di corticosteroidi puo' p rovocare sintomi (sindrome da sospensione di corticosteroidi). In raricasi si sono verificate reazioni anafilattoidi in pazienti trattati c on terapia corticosteroidea parenterale: soprattutto quando l'anamnesidel paziente indichi un'allergia a qualche farmaco, prima della sommi nistrazione e' opportuno prendere le necessarie precauzioni. I corticosteroidi possono sopprimere le risposte alle prove cutanee. In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non dovrebbero essere vaccinati contro il vaiolo. Altre procedure immunitarie non dovrebbero essere attuate nei pazienti trattati con corticosteroidi, dato il pericolo di complicanze neurologiche e di una mancata risposta anticorpale. In presenza di ipoprotrombinemia l'acido acetilsalicilico dovrebbe essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi puo' aumentare. Vi e' una maggiore incidenza di mortalita' nei pazienti con elevati valori di creatinina serica all'inizio del trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato una infezione secondariadopo l'inizio del trattamento. L'impiego nella tubercolosi in atto do vrebbe essere limitato ai casi di tubercolosi fulminante o disseminatanei quali il corticosteroide viene usato per il trattamento della mal attia in associazione a un appropriato regime antitubercolare. Quando corticosteroidi sono indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, e' necessario un rigoroso controllo, dato che puo' verificarsi una riattivazione della malattia. In corso di terapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti dovrebberoessere sottoposti a una chemioprofilassi. Gli steroidi dovrebbero ess ere impiegati con cautela in presenza di: colite ulcerosa aspecifica con pericolo di perforazione; ascessi o altre infezioni piogeniche; diverticolite; anastomosi intestinali recenti; ulcera gastrica in atto o latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi; miastenia grave. E' stata descritta embolia gassosa come una possibile complicanzadi ipercortisonismo. Impiegare con cautela nei pazienti con herpes si mplex oculare, dato il possibile rischio di ulcerazione e perforazionecorneale. In alcuni pazienti gli steroidi possono aumentare o ridurre la mobilita' e il numero degli spermatozoi. I corticosteroidi possono mascherare alcuni sintomi dell'infezione e durante il loro impiego po ssono manifestarsi infezioni sovrapposte. In corso di terapia corticosteroidea si puo' osservare una ridotta resistenza alle infezioni e la tendenza, da parte dei processi infettivi, a non localizzarsi. Inoltre, i corticosteroidi possono influenzare il test del nitroblutetrazolo per le infezioni batteriche e provocare falsi risultati negativi. I corticosteroidi possono attivare una amebiasi latente. Percio', si raccomanda di accertare che non sia presente una amebiasi latente o attiva prima di iniziare una terapia. corticosteroidea in pazienti che siano stati ai tropici o in pazienti con diarrea. Durante il trattamento concorticosteroidi possono manifestarsi alterazioni psichiche. Quando pr esenti, la instabilita' psichica e le tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi. L'impiego prolungato dei corticosteroidi puo' causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici e puo' favorire l'instaurarsi di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus. I bambini e i ragazzi sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero essere controllati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo. L'iniezione intra-articolare di un corticosteroide puo' provocare effetti sia sistemici che locali. La presenza di liquidi nelle articolazioni richiede esami appropriati, al fine di escludere processi settici. Un marcato aumento del dolore, accompagnato da edema locale, ulteriore limitazione della mobilita' articolare, febbre e malessere generale, suggerisce la presenza di un'artrite settica. Se tale complicanza siverificasse e la diagnosi di sepsi venisse confermata, si dovra' isti tuire un'appropriata terapia anti-infettiva. E' da evitare l'iniezionelocale di uno steroide in zone infette. I corticosteroidi non devono essere iniettati in articolazioni instabili. Ai pazienti deve essere chiaramente sottolineata l'importanza di non abusare delle articolazioni in cui si e' ottenuto un miglioramento sintomatico, fino a quando persiste l'attivita' del processo infiammatorio. Evitare l'iniezione di corticosteroidi nei tendini. Iniezioni intraarticolari frequenti possono provocare un danno a livello articolare.
Interazioni
La difenilidantoina, il fenobarbitale, l'efedrina e la rifampicina possono aumentare la clearance dei corticosteroidi con diminuiti livelli ematici e diminuita attivita' fisiologica; cio' richiede un aggiustamento del dosaggio corticosteroideo. Queste interazioni possono interferire con i test di soppressione del Desametasone, che dovrebbero essereinterpretati con cautela durante la somministrazione di questi farmac i. Il tempo di protrombina dovrebbe essere controllato frequentemente nei pazienti che ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinici nello stesso tempo, poiche' in alcuni casi i corticosteroidi hanno alterato la risposta a questi anticoagulanti. Alcuni studi hanno mostratoche l'effetto provocato di solito dall'aggiunta dei corticosteroidi e ' l'inibizione della risposta ai composti cumarinici, sebbene ci sianostati alcuni rapporti contrastanti che indicavano un potenziamento. Q uando i corticosteroidi vengono somministrati contemporaneamente a diuretici depletori di potassio, i pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di ipokaliemia.
Effetti indesiderati
Disturbi idrici ed elettrolitici: ritenzione sodica; ritenzione idrica; scompenso cardiaco congestizio nei soggetti predisposti; deplezione di potassio; alcalosi ipokaliemica; ipertensione, ipotensione o reazione tipo shock. Muscoloscheletrici: astenia muscolare; miopatia da steroidi; riduzione della massa muscolare; osteoporosi; fratture vertebrali da compressione; necrosi asettica della testa del femore e dell'omero; fratture spontanee delle ossa lunghe; rotture tendinee. Gastrointestinali: ulcera peptica con possibile perforazione ed emorragia; perforazioni intestinali, particolarmente in pazienti con patologie infiammatorie a livello intestinale; pancreatite; distensione addominale; esofagite ulcerosa. Dermatologici: ritardata guarigione delle ferite; cutesottile e delicata; possono essere inibite le reazioni conseguenti a test cutanei; petecchie ed ecchimosi; eritemi; aumento della traspirazione; bruciore e prurito, specie nella regione perianale (dopo iniezione endovenosa); altre reazioni cutanee come dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico. Neurologici: convulsioni; aumento della pressione endocranica con papilledema (pseudotumor cerebri), generalmente dopo il trattamento; vertigini; cefalea. Endocrinologici: irregolarita' mestruali; stato cushingoide; arresto della crescita nei bambini; mancanza di risposta corticosurrenale e ipofisaria secondaria, specie durante periodi di stress dovuti a traumi, interventi chirurgici o malattie gravi; ridotta tolleranza ai carboidrati; manifestazioni di diabete mellito latente; aumentato fabbisogno di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei pazienti diabetici. Oftalmologici: cataratta subcapsulare posteriore; aumento della pressione intraoculare; glaucoma; esoftalmo. Metabolici: catabolismo proteico con bilancio azotato negativo, per cui nei trattamenti prolungati la razione di proteine va adeguatamente aumentata. Altri: reazioni anafilattiche o da ipersensibilita', tromboembolia, aumento ponderale, aumento dell'appetito, nausea, malessere. Inoltre sono stati attribuiti ai preparati steroidei iniettabili iseguenti effetti collaterali: rari casi di cecita' associati alla ter apia intra-lesionale a livello del volto e della testa; iperpigmentazione o ipopigmentazione; atrofia cutanea e sottocutanea; ascessi sterili; riacutizzazione dopo l'iniezione intra-articolare; artropatia del tipo Charcot. Esistono segnalazioni di aritmie cardiache e/o collassi circolatori a seguito di somministrazioni rapide di dosi elevate di corticosteroidi per via endovenosa.
Gravidanza e allattamento
Non essendo ancora disponibili studi adeguati sui corticosteroidi in relazione alla riproduzione umana, l'impiego di questi farmaci nelle donne in gravidanza, nelle madri che allattano o nelle donne in eta' feconda richiede che vengano accuratamente vagliati i possibili rischi e vantaggi derivanti dal farmaco per la madre e per il feto. I bambini nati da madri che in corso di gravidanza siano state trattate con dosi considerevoli di corticosteroidi dovrebbero essere sottoposti ad accurati controlli atti ad accertare eventuali segni di iposurrenalismo. I corticosteroidi sono stati ritrovati nel latte materno e possono arrestare la crescita, interferire con la produzione di corticosteroidi endogeni o causare altri effetti indesiderati. Le madri in corso di terapia con corticosteroidi dovrebbero essere avvertite di non allattare.