Capecitabina Fk - 60cpr 150mg
Dettagli:
Nome:Capecitabina Fk - 60cpr 150mgCodice Ministeriale:041262015
Principio attivo:Capecitabina
Codice ATC:L01BC06
Fascia:A
Prezzo:32.14
Rimborso:32.14
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Fresenius Kabi Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RNRL - vendibili al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti art.93 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rivestite
Contenitore:Blister opaco
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:24 mesi
Denominazione
CAPECITABINA FRESENIUS KABI 150 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
Formulazioni
Capecitabina Fk - 60cpr 150mg
Categoria farmacoterapeutica
Citostatici (antimetaboliti).
Principi attivi
Ogni compressa rivestita con film contiene 150 mg di capecitabina.
Eccipienti
Nucleo della compressa: lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina (E460), ipromellosa (E464), croscarmellosa sodica, magnesio stearato(E572). Rivestimento della compressa: ipromellosa (E464), titanio dio ssido (E171), macrogol, ossido di ferro rosso (E172).
Indicazioni
Terapia adiuvante nei pazienti sottoposti a chirurgia per carcinoma del colon di stadio III (Dukes C). Trattamento del tumore del colon-retto metastatico. Trattamento di prima linea del tumore gastrico avanzatoin associazione con un regime a base di platino. La capecitabina in a ssociazione a docetaxel e' indicata nel trattamento di pazienti con tumore mammario localmente avanzato o metastatico dopo fallimento della chemioterapia citotossica. La precedente terapia deve avere incluso un'antraciclina. Inoltre la capecitabina e' indicata in monoterapia per il trattamento di pazienti con tumore mammario localmente avanzato o metastatico dopo fallimento di un regime chemioterapico contenente taxani e un'antraciclina o per le quali non e' indicata un'ulteriore terapia con antracicline.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' alla capecitabina o ad uno qualsiasi degli eccipientio fluorouracile. Storia di reazioni gravi o inattese alla terapia con una fluoropirimidina. Nei pazienti con nota deficienza di diidropirim idina deidrogenasi (DPD). Durante la gravidanza e l'allattamento. Nei pazienti affetti da forme gravi di leucopenia, neutropenia o trombocitopenia. Nei pazienti con compromissione epatica grave. Nei pazienti con compromissione renale grave. Durante il trattamento con sorivudina osuoi analoghi chimicamente correlati, come la brivudina. Se esistono controindicazioni ad uno qualsiasi dei medicinali nel regime di associazione, tale medicinale non deve essere utilizzato.
Posologia
Monitorare attentamente durante il primo ciclo di trattamento. Interrompere il trattamento in caso di comparsa di tossicita' grave o di progressione della malattia. Monoterapia. Carcinoma del colon, del colon-retto e della mammella: 1250 mg/m^2, 2 volte al giorno (mattino e sera)per 14 giorni, seguita da un periodo di 7 giorni di intervallo. La te rapia adiuvante nei pazienti con carcinoma del colon in stadio III e' consigliata per la durata di 6 mesi. Terapia di associazione. Carcinoma del colon, del colon-retto e gastrico: ridurre capecitabina a 800-1000 mg/m^2, se somministrata 2 volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo o a 625 mg/m^2 2 volte al giorno se somministrata continuativamente. In associazione a irinotecan, 800 mg/m^2 se somministrata 2 volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo in associazione con irinotecan 200 mg/m^2 il giorno 1. L'introduzione di bevacizumab in regime di associazione non ha effetto sulla dose iniziale di capecitabina. Nei pazienti in trattamento con l'associazione capecitabina piu' cisplatino occorre iniziare, prima della somministrazione di cisplatino, una pre-medicazione per mantenere un'adeguata idratazione e un trattamento antiemetico. Nei pazienti in trattamento con l'associazione capecitabina piu'oxaliplatino eseguire la premedicazione con antiemetici. Nei pazienti affetti da tumore del colon in stadio III si raccomanda una durata di 6 mesi del trattamento adiuvante. Carcinoma della mammella: 1250 mg/m ^2 2 volte al giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di 7 giorni di intervallo, in associazione a docetaxel 75 mg/m^2 in infusione endovenosa di 1 ora ogni 3 settimane. Nei pazienti in trattamento con l'associazione capecitabina e docetaxel, prima della somministrazione di docetaxel, iniziare una pre-medicazione con un corticosteroide orale. Calcolo della dose. Dose di 1.250 mg/m^2 (2 volte al giorno). Superficie corporea <= 1,26 m^2: 1.500 mg; 1,27- 1,38 m^2: 1.650 mg; 1,39- 1,52m^2: 1.800 mg; 1,53 - 1,66 m^2: 2.000 mg; 1,67- 1,78 m^2: 2.150 mg; 1 ,79- 1,92 m^2: 2.300 mg; 1,93- 2,06 m^2: 2.500 mg; 2,07-2,18 m^2: 2.650 mg; >= 2,19 m^2: 2.800 mg. Dose di 1.000 mg/m^2 (2 volte al giorno).Superficie corporea <= 1,26 m^2: 1.150 mg; 1,27- 1,38 m^2: 1.300 mg; 1,39- 1,52 m^2: 1.450 mg; 1,53 - 1,66 m^2: 1.600 mg; 1,67- 1,78 m^2: 1.750 mg; 1,79- 1,92 m^2: 1.800 mg; 1,93- 2,06 m^2: 2.000 mg; 2,07-2,18 m^2: 2.150 mg; >= 2,19 m^2: 2.300. Aggiustamenti posologici durante il trattamento. La tossicita' causata dalla somministrazione di capecitabina puo' essere gestita con trattamento sintomatico e/o modifica della dose (interruzione del trattamento o riduzione della dose). Una volta ridotta, non aumentare la dose successivamente. In caso di tossicita' che a giudizio del medico curante difficilmente possono diventare serie o letali, il trattamento puo' essere continuato alla stessa dosesenza riduzione o interruzione. Le dosi di capecitabina escluse a cau sa di tossicita' non possono essere sostituite. Riduzione della dose di capecitabina (ciclo di 3 settimane o trattamento continuo). Tossicita' grado1: mantenere il livello della dose. Grado2. Prima, seconda e terza comparsa: interruzione del trattamento fino al raggiungimento del grado >0-1 (aggiustamento posologico per il ciclo successivo rispettivamente 100 %, 75%, 50%; quarta comparsa: interruzione permanente deltrattamento. Grado3. Prima comparsa e seconda comparsa: interruzione del trattamento fino al raggiungimento del grado 0-1 (aggiustamento posologico per il ciclo successivo rispettivamente 100% e 75%); terza comparsa: interruzione permanente del trattamento. Seconda comparsa: interruzione permanente. Grado4. Prima comparsa: interruzione permanente o qualora la continuazione del trattamento rappresentasse un vantaggioreale per il paziente, interrompere il trattamento fino al raggiungim ento del grado 0-1 (aggiustamento posologico per il ciclo successivo 50%); seconda comparsa: interruzione permanente. Ematologia: i pazienticon conta dei neutrofili al basale <1,5 x 10^9/l e/o conta piastrinic a <100 x 10^9/l non devono essere trattati con capecitabina. Nel caso in cui esami di laboratorio non pianificati durante un ciclo di trattamento mostrino che la conta dei neutrofili scende al di sotto di 1,0 x10^9/l o che la conta piastrinica scende al di sotto di 75 x 10^9/l, interrompere il trattamento. Modifiche della dose per tossicita' quando capecitabina e' utilizzata come ciclo di 3 settimane in associazionecon altri medicinali. All'inizio del ciclo di trattamento, se e' indi cato un posticipo del trattamento o per il farmaco o per l'altro/gli altri medicinale/i, posticipare la somministrazione di tutta la terapiafino al raggiungimento delle condizioni per la ripresa della somminis trazione di tutti i medicinali. Durante il ciclo di trattamento, per quelle tossicita' considerate dal medico non correlate a capecitabina, continuare il trattamento con capecitabina e aggiustare la dose dell'altro medicinale secondo le relative informazioni prescrittive. Se l'altro medicinale deve essere interrotto definitivamente, il trattamento con capecitabina puo' essere ripreso quando le condizioni per la reintroduzione di capecitabina si siano ristabilite. Modifiche della posologia in particolari popolazioni di pazienti. Compromissione della funzione epatica: non vi sono sufficienti dati. Compromissione della funzione renale: capecitabina e' controindicata in pazienti affetti da insufficienza renale grave. Si raccomanda una riduzione al 75% per una doseiniziale pari a 1250 mg/m^2 nei pazienti con moderata compromissione della funzione renale al basale. Non e' richiesta una riduzione della dose per una dose iniziale di 1000 mg/m^2 in pazienti con insufficienza renale moderata al basale. Non si raccomanda alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazienti con lieve compromissione della funzione renale. Sono consigliabili un attento monitoraggio e l'interruzione immediata del trattamento se il paziente sviluppa un evento avverso di grado 2, 3 o 4 durante il trattamento, e modificare la dose successiva.Se durante il trattamento la clearance della creatinina calcolata sce nde al di sotto di 30 ml/min, interrompere il farmaco. Anziani >= 60 anni: in monoterapia, non e' necessario alcun aggiustamento della dose iniziale. In associazione ad altri medicinali, e' consigliabile un attento monitoraggio. In associazione con docetaxel: si raccomanda una dose iniziale di capecitabina ridotta al 75%. Se non si manifestasse tossicita' in pazienti di eta' >= 60 anni trattati con una dose iniziale ridotta di capecitabina in associazione a docetaxel, la dose di capecitabina puo' essere cautamente incrementata a 1250 mg/m^2 2 volte al giorno. Non esiste un utilizzo rilevante nella popolazione pediatrica. Ingerire con acqua entro 30 minuti dopo un pasto.
Conservazione
Questo medicinale non richiede particolari condizioni per la conservazione.
Avvertenze
Le tossicita' che limitano il dosaggio comprendono diarrea, dolori addominali, nausea, stomatite e sindrome mano-piede (reazione cutanea mano-piede, eritrodisestesia palmo-plantare). La maggior parte delle reazioni avverse e' reversibile e non necessita di interruzione permanentedella terapia, anche se puo' rendersi necessaria una sospensione o ri duzione dei dosaggi. Diarrea: i pazienti con diarrea grave devono essere attentamente monitorati e, in caso di disidratazione, devono essereloro somministrati liquidi ed elettroliti. Puo' essere somministrato trattamento antidiarroico standard (ad es. loperamide). Se necessario si deve effettuare una riduzione della dose. Disidratazione: la disidratazione deve essere prevenuta o corretta quando insorge. I pazienti con anoressia, astenia, nausea, vomito o diarrea possono rapidamente andare incontro a disidratazione. La disidratazione puo' causare insufficienza renale acuta, specialmente in pazienti con una preesistente compromissione della funzionalita' renale o quando la capecitabina viene somministrata in associazione a farmaci nefrotossici noti. L'insufficienza renale acuta secondaria a disidratazione potrebbe essere potenzialmente fatale. Se si verifica disidratazione di grado 2 (o superiore),il trattamento con capecitabina deve essere immediatamente interrotto e la disidratazione corretta. Il trattamento non deve essere ripreso finche' il paziente non e' stato reidratato e ogni causa precipitante corretta o controllata. Modificazioni della dose devono essere effettuate per l'evento avverso precipitante secondo necessita'. Sindrome mano-piede (nota anche come reazione cutanea mano-piede o eritrodisestesia palmo-plantare o eritema acrale): se dovesse verificarsi sindrome mano-piede di grado 2 o 3 sospendere la somministrazione di capecitabinafino alla risoluzione o riduzione dell'intensita' dei sintomi al grad o 1. Dopo il verificarsi di sindrome mano-piede di grado 3, i dosaggi successivi di capecitabina devono essere diminuiti. Quando capecitabina e cisplatino sono utilizzati in associazione, non e' raccomandato l'uso di vitamina B6 (piridoxina) per il trattamento sintomatico o di profilassi secondaria della sindrome mano-piede, in quanto casi pubblicati hanno dimostrato che puo' ridurre l'efficacia di cisplatino. Ci sono alcune evidenze che dexpantenolo e' efficace per la profilassi dellasindrome mano-piede in pazienti trattati con capecitabina. Cardiotoss icita': la terapia con fluoropirimidine e' stata associata a cardiotossicita', comprendente infarto del miocardio, angina, aritmia, shock cardiogeno, morte improvvisa e alterazioni elettrocardiografiche (inclusi casi molto rari di prolungamento dell'intervallo QT). Dette reazioniavverse possono verificarsi piu' frequentemente nei pazienti con anam nesi di malattia dell'arteria coronarica. Aritmia cardiaca (inclusa fibrillazione ventricolare, torsione di punta e bradicardia), angina pectoris, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca e cardiomiopatia sono stati riportati dai pazienti che assumevano capecitabina. Si deveprestare cautela nei pazienti con anamnesi significativa di cardiopat ia, aritmia e angina pectoris. Ipo- o ipercalemia: ipo- o ipercalemia e' stata riportata durante il trattamento con capecitabina. Si deve prestare cautela nei pazienti con pre-esistente storia di ipo- o ipercalemia. Malattie del sistema nervoso centrale o periferico: prestare cautela nei pazienti affetti da malattie del sistema nervoso centrale o periferico, per esempio metastasi cerebrale o neuropatia. Diabete mellito o disturbi elettrolitici: prestare cautela nei pazienti affetti da diabete mellito o disturbi elettrolitici, vista la possibilita' di aggravamento durante il trattamento con capecitabina. Anticoagulanti cumarino-derivati: in uno studio sull'interazione con la somministrazione di una singola dose di warfarin, si e' registrato un significativo incremento dell'AUC media (+57%) di S-warfarin. Questi dati suggeriscono un'interazione, probabilmente dovuta all'inibizione dell'isoenzima 2C9del citocromo P450 da parte della capecitabina. I pazienti che assumo no anticoagulanti orali cumarino-derivati insieme a capecitabina devono essere attentamente monitorati per l'eventuale verificarsi di alterazioni dei parametri della coagulazione (INR o PT) e il dosaggio degli anticoagulanti deve essere aggiustato di conseguenza. Compromissione epatica: in assenza di dati sulla sicurezza e l'efficacia in pazienti con compromissione epatica, l'utilizzo di capecitabina deve essere attentamente monitorato in pazienti con disfunzione epatica da lieve a moderata, indipendentemente dalla presenza o meno di metastasi del fegato. La somministrazione di capecitabina deve essere interrotta se si verificano aumenti della bilirubina, correlati al trattamento, maggiori di 3,0 x LSN o aumenti delle aminotransferasi epatiche (ALT, AST), correlati al trattamento, maggiori di 2,5 x LSN. Il trattamento con capecitabina in monoterapia puo' essere ripreso quando la bilirubina si riduce a <= 3,0 x LSN o le aminotransferasi epatiche si riducono a <= 2,5 x LSN. Compromissione renale: l'incidenza di reazioni avverse di grado3 o 4 in pazienti affetti da compromissione renale moderata e' maggio re. Deficit di diidropirimidina deidrogenasi (DPD): la tossicita' rara, inattesa e grave (per es. stomatite, diarrea, neutropenia e neurotossicita') associata a 5-FU e' stata correlata a un deficit dell'attivita' della DPD. Pertanto non puo' essere escluso un nesso tra la diminuzione dei livelli della DPD e l'aumento degli effetti tossici potenzialmente letali della 5-FU. I pazienti con deficit di DPD noto non devonoessere trattati con capecitabina. In pazienti con deficit di DPD non identificato che vengono trattati con capecitabina possono verificarsitossicita' potenzialmente letali come episodi di sovradosaggio acuto. In caso di tossicita' acuta di grado 2-4 il trattamento deve essere s ospeso immediatamente fino a quando la tossicita' osservata non si risolve. La sospensione definitiva del trattamento deve essere presa in considerazione sulla base della valutazione clinica dell'insorgenza, della durata e della gravita' delle tossicita' osservate. Complicanze oftalmologiche: monitorare i pazienti per complicanze oftalmologiche. Iltrattamento dei disturbi oculari deve essere iniziato in maniera clin icamente appropriata. Reazioni cutanee gravi: capecitabina puo' indurre reazioni cutanee gravi, quali la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermica tossica. Nei pazienti che manifestano una reazione cutanea grave durante il trattamento con capecitabina, si deve procedere all'interruzione permanente di questo medicinale. Contiene lattosiomonoidrato.
Interazioni
Sono stati effettuati studi di interazione solo negli adulti. Interazioni con altri medicinali. Substrati del citocromo P-450 2C9: oltre agli studi su warfarin, non sono stati condotti altri studi formali di interazione farmaco-farmaco tra capecitabina e altri substrati di CYP2C9. Occorre esercitare la debita cautela nel somministrare capecitabina insieme ai substrati di 2C9 (ad esempio la fenitoina). Anticoagulanti cumarino-derivati: in pazienti trattati contemporaneamente con capecitabina e anticoagulanti cumarino-derivati sono stati riportati alterazione dei parametri della coagulazione e/o emorragie. Tali reazioni si sono verificate entro diversi giorni e fino a diversi mesi dall'inizio della terapia con capecitabina e, in alcuni casi, entro un mese dall'interruzione della terapia con capecitabina. In uno studio clinico sull'interazione farmacocinetica, dopo la somministrazione di una singola dose di 20 mg di warfarin, il trattamento con capecitabina ha incrementato del 57% l'AUC di S-warfarin con un incremento del 91% del valore di INR. Poiche' il metabolismo di R-warfarin non e' stato alterato, questi dati suggeriscono che la capecitabina riduce l'isoenzima 2C9 ma non ha effetti sugli isoenzimi 1A2 e 3A4. I pazienti che assumono anticoagulanti cumarino-derivati insieme a capecitabina devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di alterazioni dei parametri della coagulazione (PT o INR) e il dosaggio degli anticoagulantideve essere aggiustato di conseguenza. Fenitoina: durante il trattame nto concomitante di capecitabina e fenitoina sono stati registrati incrementi delle concentrazioni plasmatiche di fenitoina, risultanti in sintomi da intossicazione da fenitoina in singoli casi. I pazienti che assumono fenitoina in concomitanza con capecitabina devono essere monitorati regolarmente per l'eventuale verificarsi di incremento delle concentrazioni plasmatiche di fenitoina. Acido folinico/acido folico: uno studio sull'associazione di capecitabina e acido folinico ha mostrato che l'acido folinico non ha effetti significativi sulla farmacocinetica della capecitabina e dei suoi metaboliti. Tuttavia l'acido folinico produce effetti sulla farmacodinamica della capecitabina la cui tossicita' puo' risultare intensificata dall'acido folinico: la dose massima tollerata di capecitabina in monoterapia a regimi intermittenti e' 3000 mg/m^2 al giorno, mentre quando capecitabina era associata ad acido folinico (30 mg p.o. due volte al giorno) la dose massima tolleratadi capecitabina scendeva a soltanto 2000 mg/m^2 al giorno. L'incremen to di tossicita' puo' essere rilevante quando si passa da 5-FU/LV ad un regime a base di capecitabina. A causa della somiglianza tra l'acidofolinico e l'acido folico la tossicita' incrementata puo' anche esser e rilevante con l'integrazione di acido folico nel trattamento di deficit da folati. Sorivudina e analoghi: e' stata riportata un'interazione farmaceutica clinicamente significativa tra sorivudina e 5-FU, risultante dall'inibizione della diidropirimidina deidrogenasi da parte della sorivudina. Questa interazione, che porta ad un aumento della tossicita' della fluoropirimidina, e' potenzialmente fatale. Per questo motivo capecitabina non deve essere somministrata in concomitanza con sorivudina o i suoi analoghi chimicamente correlati, come la brivudina. E' necessario osservare un periodo di riposo di almeno 4 settimane tra la fine del trattamento con sorivudina o con i suoi analoghi chimicamente correlati come la brivudina e l'inizio della terapia con capecitabina. Antiacidi: e' stato studiato l'effetto di un antiacido contenenteidrossido di alluminio e idrossido di magnesio sulla farmacocinetica della capecitabina. Si e' verificato un lieve aumento delle concentrazioni plasmatiche della capecitabina e di un metabolita (5'-DFCR); non si e' verificato alcun effetto sui 3 metaboliti principali (5'-DFUR, 5-FU e FBAL). Allopurinolo: sono state osservate interazioni del 5-FU con allopurinolo, con possibile diminuizione dell'efficacia del 5-FU. Si deve evitare l'uso concomitante di allopurinolo e capecitabina. Interferone alfa: la MTD di capecitabina e' risultata pari a 2000 mg/m^2 al giorno quando assunta in associazione con interferone alfa-2a (3 MUI/m^2 al giorno), rispetto a 3000 mg/m^2 al giorno quando capecitabina era somministrato in monoterpia. Radioterapia: la MTD di capecitabina in monoterapia utilizzando il regime intermittente e' di 3000 mg/m^2 al giorno mentre, quando combinata con radioterapia per il carcinoma del retto, la dose massima tollerata di capecitabina e' 2000 mg/m^2 al giorno, usando sia una somministrazione continua che una somministrazione giornaliera da lunedi' a venerdi' in concomitanza al ciclo di trattamento radioterapico di 6 settimane. Oxaliplatino: non si e' verificata alcuna differenza clinicamente significativa nell'esposizione alla capecitabina o ai suoi metaboliti, platino libero o platino totale quando la capecitabina e' stata somministrata in associazione con oxaliplatino o in associazione con oxaliplatino e bevacizumab. Bevacizumab: non si e' verificato alcun effetto clinicamente significativo del bevacizumab sui parametri farmacocinetici della capecitabina o dei suoi metaboliti in presenza di oxaliplatino. Interazione con il cibo in tutti gli studi clinici i pazienti erano stati informati di dover assumere capecitabina nei 30 minuti successivi al pasto. Poiche' gli attuali datirelativi alla sicurezza e all'efficacia si basano sulla somministrazi one del medicinale con cibo, si raccomanda di somministrare capecitabina a stomaco pieno. La somministrazione con cibo diminuisce la percentuale di assorbimento di capecitabina.
Effetti indesiderati
>>Capecitabina in monoterapia. Infezioni ed infestazioni: infezione virale erpetica, nasofaringite, infezione del tratto respiratorio inferiore, sepsi infezione del tratto urinario, cellulite, tonsillite, faringite, candidosi orale, influenza, gastroenterite, infezione fungina, infezione, ascesso dentale. Tumori benigni, maligni e non specificati: lipoma. Patologie del sistema emolinfopoietico: neutropenia, anemia, neutropenia febbrile, pancitopenia, granulocitopenia, trombocitopenia, leucopenia, anemia emolitica, aumento del rapporto internazionale normalizzato (inr)/ prolungamento del tempo di protrombina. Disturbi del sistema immunitario: ipersensibilita'. Disturbi del metabolismo e dellanutrizione: anoressia, disidratazione, perdita di peso, diabete, ipok aliemia, disturbi dell'appetito, malnutrizione, ipertrigliceridemia. Disturbi psichiatrici: insonnia, depressione, stato confusionale, attacco di panico, depressione dell'umore, riduzione della libido. Patologie del sistema nervoso: mal di testa, letargia, capogiro, parestesia, disgeusia, afasia, disturbi della memoria, atassia, sincope, disturbi dell'equilibrio, disturbi sensori, neuropatia periferica. Patologie dell'occhio: aumento della lacrimazione, congiuntivite, irritazione dell'occhio, ridotta acuita' visiva, diplopia. Patologie dell'orecchio e del labirinto: vertigini, dolore all'orecchio. Patologie cardiache: angina instabile, angina pectoris, ischemia miocardica, fibrillazione atriale, aritmia, tachicardia, tachicardia sinusale, palpitazioni. Patologie vascolari: tromboflebite, trombosi venosa profonda, ipertensione, petecchie, ipotensione, vampate di calore, senso di freddo alle estremita'. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: dispnea, epistassi, tosse, rinorrea, embolia polmonare, pneumotorace, emottisi, asma, dispnea da sforzo. Patologie gastrointestinali: diarrea, vomito, nausea, stomatite, dolore addominale, emorragia gastrointestinale, costipazione, dolore all'addome superiore, dispepsia, flatulenza, bocca secca, ostruzione intestinale, ascite, enterite gastrite, disfagia, doloreall'addome inferiore, esofagite, disturbi addominali, malattia da ref lusso gastroesofageo, colite, sangue nelle feci. Patologie epatobiliari: iperbilirubinemia, anomalie nei test di funzionalita' epatica, ittero. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, eruzione cutanea, alopecia, eritema, pellesecca, prurito, iperpigmentazione cutanea, esantema maculare, desquam azione della pelle, dermatite, disturbi della pigmentazione, disturbi ungueali, vescicole, ulcerazione della pelle, eruzione cutanea, orticaria, reazione da fotosensitivita', eritema palmare, tumefazione del viso, porpora, sindrome da "rievocazione" della radiazione. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: dolore alle estremita', dolore alla schiena, artralgia, rigonfiamento delle articolazioni, dolore osseo, dolore facciale, rigidita' muscoloscheletrica, debolezza muscolare. Patologie renali e urinarie: idronefrosi, incontinenza urinaria, ematuria, nicturia, aumento della creatininemia. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: emorragia vaginale. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:affaticamento, astenia, piressia, letargia, edema periferico, malesse re, dolore toracico, edema, brividi, malattia simil-influenzale, rigidita', aumento della temperatura corporea. >>capecitabina nella terapiadi associazione. Infezioni ed infestazioni: herpes zoster, infezione del tratto urinario, candidosi orale, infezione delle vie aeree superiori, rinite, influenza, infezione, herpes orale. Patologie del sistemaemolinfopoietico: neutropenia, leucopenia, anemia, neutropenia febbri le, trombocitopenia, depressione midollare, neutropenia febbrile. Disturbi del sistema immunitario: ipersensibilita'. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Riduzione dell'appetito, ipokaliemia, iponatremia, ipomagnesemia, ipocalcemia, iperglicemia. Disturbi psichiatrici: disturbi del sonno, ansia. Patologie del sistema nervoso: parestesia, disestesia, neuropatia periferica, neuropatia periferica sensoriale, disgeusia, cefalea, neurotossicita', tremore, nevralgia, reazione di ipersensibilita', ipoestesia. Patologie dell'occhio: aumento della lacrimazione, disturbi della visione, secchezza oculare, dolore oculare, riduzione della vista, vista offuscata. Patologie dell'orecchio e del labirinto: tinnito, ipoacusia. Patologie cardiache: fibrillazione atriale, ischemia cardiaca/infarto. Patologie vascolari: edema degli arti inferiori, ipertensione, embolia e trombosi, arrossamento, ipotensione, crisi ipertensive, vampate di calore, flebiti. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Mal di gola, disestesia della faringe, sighiozzo, dolore della faringe e/o laringe, disfonia. Patologie gastrointestinali: stipsi, dispepsia, emorragia dell'addome superiore, ulcerazione della bocca, gastrite, distensione addominale, malattia da reflusso gastroesofageo, dolore alla bocca, disfagia, emorragia rettale, dolore addominale inferiore, disestesia orale, parestesia orale, ipoestesia orale, malessere addominale. Patologie epatobiliari: alterazione della funzionalita' epatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: alopecia, disturbi a carico delle unghie, iperidrosi, eruzione eritematosa, orticaria, sudorazione notturna. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: mialgia, artralgia, dolore alle estremita', dolore mandibolare, spasmi muscolari, trisma, debolezzamuscolare. Patologie renali e urinarie: ematuria, proteinuria, riduzi one della clearance della creatinina, disuria. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: piressia, debolezza, letargia, intolleranza alla temperatura, infiammazione delle mucose dolore agli arti, dolore, brividi, dolore al torace, sindrome simil-influenzale, febbre, reazioni correlate all'infusione, reazioni correlate al sito di iniezione, dolore nel sito di infusione, dolore nel sito di iniezione. Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura:contusione. >>Post-marketing. Patologie dell'occhio: stenosi del dott o lacrimale, disturbi della cornea, cheratite, cheratite puntata. Patologie cardiache: fibrillazione ventricolare, prolungamento dell'intervallo qt, torsione di punta, bradicardia, vasospasmo. Patologie epatobiliari: insufficienza epatica, epatite colestatica. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: lupus eritematoso cutaneo, reazioni cutanee gravi, quali sindrome di stevens-johnson e necrolisi epidermica tossica. Patologie renali e urinarie: insufficienza renale acuta secondaria alla disidratazione. Segnalare qualsiasi reazione avversa sospettatramite il sistema nazionale di segnalazione.
Gravidanza e allattamento
Le donne in eta' fertile devono essere informate al fine di evitare ilrischio di gravidanza durante il trattamento con capecitabina. In cas o di gravidanza durante il trattamento con capecitabina, la paziente dovra' essere informata relativamente al rischio potenziale per il feto. Durante il trattamento deve essere utilizzato un metodo contraccettivo efficace. Non sono stati effettuati studi con capecitabina su donnein gravidanza; si puo' tuttavia ritenere che capecitabina, se sommini strata a donne in stato di gravidanza possa provocare danni al feto. In studi sulla tossicita' a livello della riproduzione svolti sugli animali, la somministrazione di capecitabina ha provocato letalita' embrionale e teratogenicita'. Questi risultati sono gli effetti attesi dei derivati della fluoropirimidina. Capecitabina e' controindicata in gravidanza. Allattamento Non e' noto se capecitabina sia escreta nel latte materno. Notevoli quantita' di capecitabina e dei suoi metaboliti sono state ritrovate nel latte del topo durante il periodo dell'allattamento. L'allattamento al seno deve essere sospeso durante il periodo ditrattamento con capecitabina. Non vi sono dati sulla capecitabina e s ul suo impatto sulla fertilita'. Gli studi pivotal sulla capecitabina hanno incluso donne in eta' fertile e uomini solo se disponibili ad utilizzare per tutta la durata dello studio e per un periodo successivo ragionevole un metodo contraccettivo adeguato per evitare la gravidanza. Negli studi sugli animali sono stati osservati effetti sulla fertilita'.