Bifril - 14cpr Riv 15mg
Dettagli:
Nome:Bifril - 14cpr Riv 15mgCodice Ministeriale:034408068
Principio attivo:Zofenopril Calcio
Codice ATC:C09AA15
Fascia:A
Prezzo:5.49
Lattosio:Contiene lattosio
Produttore:Ist.Lusofarmaco D'italia Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse rivestite divisibili
Contenitore:Blister opaco
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi
Denominazione
BIFRIL
Formulazioni
Bifril - 12cpr Riv 7,5mg
Bifril - 14cpr Riv 15mg
Bifril - 28cpr Riv 30mg
Categoria farmacoterapeutica
ACE-inibitori.
Principi attivi
Zofenopril calcio 7,5 mg o 15 mg o 30 mg o 60 mg equivalenti a 7,2 mg o 14,3 mg o 28,7 mg o 57,3 mg di zofenopril.
Eccipienti
Nucleo: cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, croscarmellosa sodica, magnesio stearato, silice colloidale anidra. Rivestimento: ipromellosa, titanio diossido (E 171), macrogol 400, macrogol 6000.
Indicazioni
Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale da lieve a moderata. Trattamento, iniziato entro le prime 24 ore, di pazienti con infartomiocardico acuto, con o senza segni e sintomi di insufficienza cardia ca, emodinamicamente stabili, che non sono stati sottoposti a terapia con trombolitici.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' verso zofenopril calcio, verso qualsiasi altro ACE-inibitore o verso qualsiasi eccipiente costituente il farmaco. Storia diedema angioneurotico associato a precedente terapia con ACE-inibitori . Edema angioneurotico ereditario/idiopatico. Insufficienza epatica grave. Secondo e terzo trimestre di gravidanza. In donne in eta' fertilea meno che non siano protette da una contraccezione efficace. Stenosi dell'arteria renale bilaterale o unilaterale nei casi di pazienti con rene singolo.
Posologia
Puo' essere assunto prima, durante o dopo i pasti. La dose deve esseretitolata in base alla risposta terapeutica del paziente. >>Ipertensio ne: la necessita' di un aggiustamento della dose terapeutica viene determinata con la misurazione della pressione arteriosa immediatamente prima di una nuova somministrazione. La dose va aumentata a intervalli di quattro settimane. Pazienti non ipovolemici e senza deplezione salina: il trattamento deve iniziare con 15 mg una volta al di', aumentando la dose fino a raggiungere un controllo ottimale della pressione arteriosa. La dose efficace solitamente e' 30 mg una volta al giorno. La dose massima e' 60 mg al giorno da somministrare in una dose singola oin due dosi separate. In caso di inadeguata risposta terapeutica poss ono essere aggiunti altri farmaci antiipertensivi, come i diuretici. Pazienti con sospetta ipovolemia o deplezione salina: con la prima somministrazione del prodotto in pazienti ad alto rischio possono verificarsi episodi di ipotensione. L'inizio della terapia richiede la correzione dell'ipovolemia e/o della deplezione salina, l'interruzione di unapreesistente terapia diuretica per due o tre giorni prima dell'ACE-in ibizione, e una dose iniziale di 15 mg al giorno. Nel caso non sia possibile quanto sopra, la dose deve essere di 7,5 mg al giorno. I pazienti ad alto rischio di ipotensione grave acuta devono essere attentamente monitorati, preferibilmente in ospedale, dopo la somministrazione della prima dose, per tutto il periodo necessario al raggiungimento delmassimo effetto terapeutico, e ogni volta che si aumenti la dose tera peutica degli ACE-inibitori e/o dei diuretici. Quanto precedentemente detto deve applicarsi anche a pazienti con angina pectoris o malattie cerebrovascolari per i quali una eccessiva ipotensione potrebbe causare un infarto miocardico o accidenti cerebrovascolari. Pazienti con insufficienza renale e pazienti sottoposti a dialisi: in pazienti ipertesi con lieve insufficienza renale (clearance della creatinina >45 ml/min) puo' essere impiegato il medicinale con la stessa dose e con lo stesso regime posologico di una volta al giorno, come per i pazienti con funzione renale normale. I pazienti con insufficienza renale da moderata a grave (clearance della creatinina <45 ml/min) devono essere trattati con la meta' della dose terapeutica; il regime posologico di una volta al giorno non richiede modifica. La dose iniziale e il regime posologico per i pazienti ipertesi sottoposti a dialisi deve essere un quarto rispetto a quanto indicato nei pazienti con funzione renale normale. Recenti osservazioni cliniche hanno mostrato un'alta incidenza di reazioni simil-anafilattoidi in pazienti in trattamento con ACE-inibitori durante emodialisi eseguite con membrane ad alto flusso o durante LDL aferesi. Anziani: non sono necessari aggiustamenti posologici in pazienti con clearance normale della creatinina; nei pazienti anziani con clearance ridotta della creatinina (inferiore a 45 ml/min), si raccomanda la somministrazione di meta' della dose giornaliera. Pazienti con insufficienza epatica: nei pazienti ipertesi affetti da insufficienza epatica da lieve a moderata, la dose iniziale e' la meta' rispetto a quella prevista nei pazienti con funzione epatica normale; il medicinale e' controindicato in pazienti ipertesi affetti da insufficienza epatica grave. Bambini: non sono state stabilite efficacia e sicurezza del prodotto; non deve quindi essere usato nei bambini. >>Infarto miocardico acuto: il trattamento deve essere iniziato entro 24 ore dopo l'insorgenza dei sintomi di infarto miocardico acuto e continuato per sei settimane. Primo e secondo giorno: 7,5 mg ogni 12 ore; terzo e quarto giorno: 15 mg ogni 12 ore; dal quinto giorno in poi: 30 mg ogni 12 ore. In caso di bassa pressione sistolica (<=120 mmHg) all'inizio del trattamento o durante i primi tre giorni successivi all'infarto miocardico, la dose giornaliera non deve essere aumentata. In caso di ipotensione (<=100 mmHg) il trattamento puo' essere continuato con l'ultima dose tollerata. In caso di ipotensione grave (valori inferiori a 90 mmHg rilevati in due misurazioni consecutive a distanza di almeno un'ora l'una dall'altra) il trattamento deve essere interrotto. Dopo 6 settimane di trattamento i pazienti devono essere rivalutati e il trattamento deve essere sospeso nei casi in cui non vi siano piu' segni di disfunzione ventricolare sinistra o insufficienza cardiaca. In presenza di tali sintomi, il trattamento puo' essere protratto a lungo termine. Aipazienti vanno anche somministrate, qualora appropriato, terapie stan dard, quali nitrati, aspirina o beta-bloccanti. Anziani: nei pazienti con infarto miocardico di eta' superiore a 75 anni il prodotto deve essere usato con cautela. Pazienti con insufficienza renale e dializzati: l'efficacia e la sicurezza del farmaco non sono state definite in pazienti con infarto miocardico affetti da insufficienza renale o che sisottopongono a dialisi; non deve essere usato in tali pazienti. Pazie nti con insufficienza epatica: l'efficacia e la sicurezza del prodottonon sono state definite in pazienti con infarto miocardico affetti da insufficienza epatica; non deve essere usato in questi pazienti.
Conservazione
Nessuna precauzione speciale per la conservazione.
Avvertenze
Puo' provocare un eccessivo abbassamento della pressione arteriosa, specialmente dopo la somministrazione della prima dose, tuttavia sono rari i casi di ipotensione sintomatica nei pazienti ipertesi non complicati. Se possibile, l'assunzione di diuretici deve essere temporaneamente interrotta quando si inizia una terapia con questo prodotto. In caso di insorgenza di ipotensione, mettere il paziente in posizione supina. Se necessario, ripristinare la volemia mediante infusione endovenosa di una normale soluzione salina. L'insorgenza di ipotensione, dopo la dose iniziale, non esclude la possibilita' di un successivo accuratoaggiustamento della posologia del farmaco. In alcuni pazienti affetti da scompenso cardiaco che hanno una pressione arteriosa normale o bas sa, con la somministrazione si puo' verificare un ulteriore abbassamento della pressione sistemica. Si tratta di un effetto atteso e non rappresenta normalmente motivo per l'interruzione del trattamento. Se l'ipotensione diventa sintomatica, puo' essere necessario ridurre la doseo interrompere il trattamento. Il trattamento non deve essere iniziat o in pazienti con infarto miocardico acuto se esiste il rischio di unaimportante depressione emodinamica addizionale in seguito a trattamen to con un vasodilatatore. In pazienti con infarto miocardico acuto il trattamento puo' causare ipotensione grave. Nel caso in cui l'ipotensione persista (pressione sistolica <90 mmHg per piu' di un'ora) deve essere interrotto. Infarto miocardico in pazienti con insufficienza epatica: non deve essere usato in tali pazienti. Nei pazienti con infarto miocardico di eta' >75 anni il medicinale deve essere usato con cautela. Nei pazienti con ipertensione nefrovascolare e con preesistente stenosi bilaterale delle arterie renali o stenosi dell'arteria afferente a rene solitario e' presente un aumentato rischio di grave ipotensionee insufficienza renale quando sono trattati con ACE-inibitori. Una co ncausa puo' essere il trattamento con diuretici. La perdita della funzione renale puo' verificarsi anche solo in presenza di lievi cambiamenti della creatinina sierica anche in pazienti con stenosi unilaterale dell'arteria renale. Usare con cautela in pazienti che presentano insufficienza renale poiche' necessitano di riduzione della dose. Occorre effettuare un attento monitoraggio della funzione renale nel corso della terapia, come appropriato. In presenza di insufficienza renale (creatinina nel siero >=2,1 mg/dl e proteinuria >=500 mg/giorno) e infartomiocardico, il farmaco non deve essere usato. I pazienti in dialisi t rattati con ACE-inibitori, che utilizzano membrane ad alto flusso in poliacrilonitrile (ad es. AN 69), possono andare incontro a reazioni anafilattoidi; si raccomanda di utilizzare membrane alternative o di utilizzare un altro tipo di farmaco antiipertensivo. L'efficacia e la sicurezza del prodotto in pazienti con infarto miocardico che si sottopongono a emodialisi non sono state stabilite; non deve essere usato in tali pazienti. In pazienti trattati con un ACE-inibitore sottoposti ad LDL aferesi con destrano solfato possono verificarsi reazioni anafilattoidi simili a quelle viste nei pazienti sottoposti a emodialisi con membrane ad alto flusso. Particolare cautela deve essere posta nei pazienti trattati con ACE-inibitori sottoposti a procedure di desensibilizzazione. Non ci sono esperienze relative alla somministrazione del prodotto in pazienti sottoposti a recente trapianto renale. I pazienti con aldosteronismo primario generalmente non rispondono ai farmaci antiipertensivi che agiscono attraverso un'inibizione del sistema renina-angiotensina; l'uso di questo prodotto non e' quindi raccomandato. In pazienti trattati con ACE-inibitori si e' manifestato angioedema al viso, alle estremita', alle labbra, alle membrane mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe, soprattutto durante le prime settimane ditrattamento. In rari casi comunque l'insorgenza di angioedema grave p uo' verificarsi dopo trattamento a lungo termine con un inibitore dell'enzima di conversione dell'angiotensina. In questi casi interrompere immediatamente il trattamento con ACE-inibitori e sostituire il trattamento con farmaci appartenenti ad un'altra classe. L'angioedema che interessa la lingua, la glottide o la laringe puo' essere fatale. Durante il trattamento si puo' verificare l'insorgenza di una tosse secca e non produttiva che scompare con la sospensione del medicinale. Raramente gli ACE-inibitori sono stati associati con una sindrome che si manifesta inizialmente con ittero colestatico e progredisce fino a una necrosi epatica fulminante e (qualche volta) a morte. Il meccanismo di questa sindrome non e' noto. L'iperkaliemia puo' presentarsi nel corso di trattamento con ACE-inibitori; si consiglia di effettuare un frequente controllo del potassio sierico. In pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore o durante anestesia, l'uso degli ACE-inibitoripuo' provocare ipotensione se non addirittura shock ipotensivo, perch e' viene bloccata la formazione dell'angiotensina II in risposta all'aumento compensatorio della renina; se non e' possibile interrompere iltrattamento con gli ACE-inibitori, monitorare attentamente la volemia . Usare con estrema cautela in pazienti con stenosi della valvola mitralica e ostruzione nel deflusso del ventricolo sinistro. Nei pazienti in trattamento con ACE-inibitori sono state descritte neutropenia/ agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Il rischio di neutropenia sembra essere tipo- e dose-correlato e dipendente, inoltre, dallo stato clinico del paziente. E' opportuno eseguire una conta dei globuli bianchie una conta differenziale prima di iniziare la terapia, ad intervalli di 2 settimane durante i primi tre mesi di terapia con zofenopril, e a seguire, periodicamente. Usare con cautela in pazienti con psoriasi.Nei pazienti con anamnesi di patologia renale eseguire una valutazion e della proteinuria (striscia reattiva su un campione della prima urina del mattino) prima di iniziare il trattamento, e periodicamente in seguito. Durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore, monitorare attentamente i livelli di glicemia nei pazienti diabetici in terapia con antidiabetici orali o con insulina. Generalmente l'associazione con litio non e' raccomandata. Zofenopril puo' avere ridotta efficacia antiipertensiva in pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera. Gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina possono inoltre provocare un tasso superiore di angioedema nei pazienti di razza nera rispetto ai pazienti non di razza nera. Non iniziare la terapia con ACE-inibitori durante la gravidanza. Questo medicinale contiene lattosio.
Interazioni
Diuretici risparmiatori di potassio o supplementi di potassio: gli ACE-inibitori riducono la perdita di potassio indotta dai diuretici. I diuretici risparmiatori di potassio come per es. lo spironolattone, il triamterene o l'amiloride, i supplementi di potassio, o i sostituti delsale a base di potassio possono provocare incrementi significativi de lla potassiemia. Usarli con cautela e con frequenti controlli della potassiemia e dell'ECG, nel caso essi siano indicati a causa di ipokaliemia accertata. Diuretici (tiazidici o diuretici dell'ansa): un precedente trattamento con diuretici a dosi elevate puo' causare una perdita di volume e il rischio di ipotensione all'inizio della terapia con zofenopril. Gli effetti ipotensivi possono essere ridotti con la sospensione del diuretico, aumentando la volemia, con l'assunzione di sali o iniziando la terapia con una dose bassa di zofenopril. Litio: sono stati segnalati incrementi reversibili delle concentrazioni ematiche e della tossicita' di litio in concomitanza all'uso di ACE-inibitori. L'usoconcomitante di diuretici tiazidici puo' aumentare il rischio di toss icita' da litio e aumenta il rischio gia' elevato di tossicita' da litio con ACE-inibitori pertanto non e' raccomandato l'uso del medicinalein associazione con litio e qualora l'uso concomitante sia ritenuto n ecessario, effettuare un attento monitoraggio dei livelli ematici del litio. Oro: reazioni nitritoidi (sintomi di vasodilatazione incluse vampate, nausea, capogiro e ipotensione che possono essere molto severi)dopo iniezione di prodotti a base di oro (ad esempio, sodio aurotioma lato) sono state segnalate con maggior frequenza in pazienti in terapia con ACE-inibitori. Anestetici: gli ACE-inibitori possono potenziare gli effetti ipotensivi di alcuni anestetici. Narcotici/Antidepressivi triciclici/Antipsicotici/Barbiturici: si puo' verificare ipotensione ortostatica. Altri antiipertensivi (es. beta-bloccanti, alfa-bloccanti,calcio-antagonisti): e' possibile un aumento o potenziamento degli ef fetti ipotensivi. Usare con cautela nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori. Cimetidina: puo' aumentare il rischio di effetti ipotensivi. Ciclosporina: l'uso concomitante di ACE-inibitori aumenta il rischio di disfunzioni renali. Allopurinolo, procainammide, citostatici o immunosoppressori: aumento del rischio di reazioni di ipersensibilita' nei casi di uso concomitante di ACE-inibitori. I dati relativiad altri ACE-inibitori indicano un aumento del rischio di leucopenia quando usato in associazione. Antidiabetici: raramente gli ACE-inibitori possono potenziare gli effetti ipoglicemizzanti dell'insulina e degli altri antidiabetici orali quali la sulfonilurea in pazienti diabetici. In tali casi puo' essere necessario ridurre la dose dell'antidiabetico durante il trattamento concomitante con ACE-inibitori. Emodialisicon membrane dialitiche ad alto flusso: aumento del rischio di reazio ni anafilattoidi nei casi di uso concomitante di ACE-inibitori. Citostatici o farmaci immunosoppressivi, corticosteroidi sistemici o procainammide: l'uso concomitante di ACE- inibitori puo' portare a un aumentodel rischio di leucopenia. Medicinali antiinfiammatori non steroidei (incluso ASA >=3 g/die): la somministrazione di agenti antiinfiammatori non steroidei puo' ridurre l'effetto antiipertensivo di un ACE-inibitore. Inoltre e' stato segnalato che i FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull'aumento della potassiemia mentre la funzione renale puo' diminuire. Questi effetti sono in linea di principio reversibili e si verificano in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa. Raramente, puo' verificarsi una insufficienza renale acuta, particolarmente in pazienti con funzione renale compromessa quali gli anziani o pazienti disidratati. Antiacidi: riducono la biodisponibilita' degli ACE-inibitori. Simpaticomimetici: possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE-inibitori; i pazienti devono essere attentamente monitorati per verificare gli effetti desiderati. Cibo:puo' ridurre la velocita' ma non la quantita' dell'assorbimento di zo fenopril calcio. Non sono disponibili dati clinici sull'interazione dizofenopril con i farmaci metabolizzati dagli enzimi CYP. Tuttavia stu di in vitro con zofenopril non hanno evidenziato interazioni con farmaci metabolizzati dagli enzimi CYP.
Effetti indesiderati
Convenzione frequenze: comune (>1/100, <1/10); non comune(>1/1000, <1/100); rara (>1/10.000, <1/1000); molto rara (<1/10.000). Patologie delsistema nervoso. Comune: capogiro, cefalea. Patologie respiratorie, t oraciche e mediastiniche. Comune: tosse. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea/vomito. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Non comuni: eruzione cutanea; raro: angioedema. Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo. Non comune: crampi muscolari. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Comune: affaticamento; non comune: astenia. Sono state osservate le seguenti reazioni avverse associate a terapia con ACE-inibitori. Patologie del sistema emolinfopoietico: in un numero ridotto di pazienti possono verificarsi agranulocitosi e pancitopenia. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in pazienti con deficit di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto rari: ipoglicemia. Disturbi psichiatrici. Rari: depressione, alterazione dell'umore, disturbi del sonno, stato confusionale. Patologiedel sistema nervoso. Occasionalmente: parestesia, disgeusia, disturbi dell'equilibrio. Patologie dell'occhio. Raramente: visione offuscata. Patologie dell'orecchio e del labirinto. Raramente: tinnito. Patologi e cardiache: sono stati segnalati sporadici casi di tachicardia, palpitazioni, aritmia, angina pectoris, infarto del miocardio. Patologie vascolari: si sono verificati casi di ipotensione grave con l'inizio o con l'aumento della posologia. Questo avviene particolarmente in determinati gruppi a rischio. In associazione con l'ipotensione possono verificarsi sintomi quali capogiro, sensazione di debolezza, alterazione della vista e raramente perdita di coscienza (sincope). Raramente, vampate. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: sono stati raramente segnalati sintomi quali dispnea, sinusite, rinite, glossite, bronchite e broncospasmo. In un piccolo sottogruppo di pazienti in trattamento con ACE-inibitori sono stati segnalati casi di edema angioneurotico con interessamento del volto e dei tessuti orofaringei. In casi isolati l'edema angioneurotico a carico delle vie respiratorie superiori ha determinato ostruzione fatale delle vie respiratorie. Patologie gastrointestinali: occasionalmente dolore addominale, diarrea, costipazione e secchezza delle fauci. Durante trattamento con ACE-inibitori. sono stati descritti casi sporadici di pancreatite e ileo paralitico. Casi molto rari di angioedema dell'intestino tenue. Patologie epatobiliari Sono stati descritti casi sporadici di ittero colestatico e di epatite in associazione con l'assunzione di ACE-inibitori. Cute ed annessi: occasionalmente, reazioni allergiche e di ipersensibilita' quali prurito, orticaria, eritema multiforme, sindrome di Steven-Johnson, necrolisi epidermica tossica, lesioni cutanee simil psoriasiche, alopecia.Questi sintomi possono essere accompagnati da febbre, mialgia, artral gia, eosinofilia, e/o aumentato titolo degli ANA. Raramente, iperidrosi. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Occasionalmente puo' verificarsi mialgia. Patologie renali e urinarie Insorgenza o peggioramento di insufficienza renale. Sono stati riferiticasi di insufficienza renale acuta. Raramente, disturbi della minzion e. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella: raramente, disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: molto raramente, edema periferico e dolore toracico. Esami diagnostici: possibile incremento dell'azotemia e della creatininemia, specie in presenza di insufficienza renale, scompenso cardiaco grave e ipertensione nefrovascolare, reversibili alla sospensione del farmaco. In alcuni pazienti sono stati segnalati riduzione dell'emoglobina, dell'ematocrito, delle piastrine, e del numero di leucociti. Sono stati inoltre segnalati incremento degli enzimi epatici e della bilirubinemia.
Gravidanza e allattamento
L'uso degli ACE-inibitori non e' raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza ed e' controindicato durante il secondo e il terzo. Evidenze epidemiologiche sul rischio di teratogenesi in seguito all'esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza nonhanno dato risultati conclusivi; tuttavia, non puo' essere escluso un lieve aumento del rischio. A meno che non sia ritenuta necessaria una terapia continuativa a base di ACE-inibitori, le pazienti che pianifi cano una gravidanza dovrebbero essere sottoposte a un trattamento antipertensivo alternativo per il quale sia stato stabilito un profilo di sicurezza per l'uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori dovrebbe essere immediatamente sospeso e, se ritenuto appropriato, dovrebbe essere iniziata una terapia alternativa. E' noto che l'esposizione a una terapia con ACE-inibitori durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza puo' indurre fetotossicita' nell'uomo (diminuzione della funzione renale, oligoidroamnios, ritardo nell'ossificazione cranica) e tossicita' neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). Nel caso di esposizione agli ACE-inibitori a partire dal secondo trimestre di gravidanza,si raccomanda di eseguire un controllo ecografico della funzione rena le e delle ossa craniche. I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori dovrebbero essere attentamente monitorati per l'ipotensione. Poiche' non sono disponibili informazioni sull'uso del medicinale durante l'allattamento, l'uso del farmaco non e' raccomandato ed e' preferibile ricorrere a trattamenti alternativi per i quali sia dimostrato un buon profilo di sicurezza durante l'allattamento, particolarmente quando si allatta un neonato o un bambino prematuro.