Beromun - Infus 4fl+4f Solv

Dettagli:
Nome:Beromun - Infus 4fl+4f Solv
Codice Ministeriale:034483014
Principio attivo:Tasonermina
Codice ATC:L03AX11
Fascia:H
Prezzo:12734.24
Lattosio:Senza lattosio
Produttore:Boehringer Ingelheim It.Spa
SSN:Non concedibile
Ricetta:OSP1 - uso ospedaliero art.92 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco solo uso ospedaliero
Forma:Polvere e solvente per soluzione per infusione
Contenitore:Flacone
Iva:10%
Temp. Conservazione:Da +2 a +8 gradi
Scadenza:36 mesi

Denominazione

BEROMUN

Formulazioni

Beromun - Infus 4fl+4f Solv

Categoria farmacoterapeutica

Immunostimolanti.

Principi attivi

Ogni flaconcino contiene 1 mg di tasonermina, corrispondente a 3,0 e 6,0 x 10^7 UI (Unita' Internazionali). Dopo ricostituzione, ogni ml contiene 0,2 mg di tasonermina.

Eccipienti

Polvere: sodio diidrogeno fosfato diidrato, disodio fosfato dodecaidrato, albumina di siero umano. Solvente: sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili.

Indicazioni

Indicato nei pazienti adulti come terapia adiuvante alla terapia chirurgica finalizzata alla rimozione del tumore, al fine di prevenire o ritardare l'amputazione dell'arto, o come terapia palliativa in presenzadi sarcomi inoperabili dei tessuti molli degli arti, somministrata in associazione al melfalan per perfusione locoregionale ipertermica mod erata dell'arto (ILP).

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravi malattie cardiovascolari come scompenso cardiaco, angina pectoris grave, aritmie cardiache, infarto miocardico nei 3 mesi precedenti il trattamento, trombosi venosa, arteriopatie periferiche occlusive, embolia polmonare recente. Forme gravi di patologia polmonare. Storia recente di ulcera peptica o ulcera peptica in fase attiva. Forme gravi di ascite. Alterazioni ematologiche clinicamente significative: es.leucociti < 2,5 x 10^9/l, emoglobina < 9 g/dl, piastrine < 60 x 10^9/ l, diatesi emorragica o sanguinamenti. Alterazioni della funzionalita'renale clinicamente significative: es. sindrome nefrosica, creatinina sierica > 150 mcmoli/l o clearance della creatinina < 50 ml/minuto. A lterazioni della funzionalita' epatica clinicamente significative: es.livelli di aspartato aminotransferasi, di alanina aminotransferasi o di fosfatasi alcalina superiori di 2 volte al limite superiore di normalita'; o livelli di bilirubina superiori di 1,25 volte al limite superiore di normalita'. Ipercalcemia > 12 mg/dl (2,99 mmoli/l). Pazienti per i quali sia controindicato l'uso di farmaci vasopressori. Pazientiper i quali sia controindicato l'uso di anticoagulanti. Trattamento c ontemporaneo con sostanze cardiotossiche (es. antracicline). Gravidanza e allattamento. Controindicazioni a melfalan: prendere come riferimento il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di melfalan. Controindicazioni alla procedura ILP: gravi forme di ascite; grave forma dilinfoedema dell'arto; pazienti per i quali sia controindicato l'uso d i agenti vasopressori; l'uso di anticoagulanti; per i quali sia controindicato il monitoraggio con tracciante radioattivo; per i quali sia controindicata l'ipertermia dell'arto; in cui si sospetti che l'irrorazione di distretti distali dell'arto rispetto al tumore sia altamente dipendente dai vasi sanguigni che irrorano il tumore. Questa possibilita' puo' essere verificata con un arteriogramma. Gravidanza e allattamento.

Posologia

>>Medicinale. Arto superiore: dose totale 3 mg per ILP. Arto inferiore: dose totale 4 mg per ILP. >>Melfalan. La dose deve essere calcolata in accordo al metodo litro-volume di Wieberdink fino ad una dose massima di 150 mg. 13 mg/l per volume perfuso nell'arto superiore. 10 mg/l per volume perfuso nell'arto inferiore. La sicurezza e l'efficacia delmedicinale nei bambini di eta' inferiore a 18 anni non e' stata stabi lita. Non ci sono dati disponibili. Si raccomanda l'uso dei guanti durante la preparazione e la somministrazione del farmaco. Se la polvere secca o la soluzione ricostituita di farmaco dovessero venire a contatto con la pelle o le mucose, esse devono essere lavate a fondo con acqua. Il prodotto deve essere somministrato per ILP ipertermica moderata. Il circuito di perfusione (pompa a cilindro, ossigenatore con serbatoio, scambiatore termico, tubi di collegamento) deve essere preparato prima dell'intervento chirurgico e caricato con da 700 a 800 ml di perfusato, con ematocrito da 0,25 a 0,30. Occorre scegliere un adeguato livello di perfusione per avvolgere completamente il tessuto affetto (le possibili vie sono le seguenti: iliaca esterna, femorale comune, poplitea-femorale, poplitea, ascellare e brachiale) e introdurre i cateteri. La dispersione di calore a livello dell'arto deve essere prevenutaapplicando coperte termiche e si deve monitorare continuamente la tem peratura dell'arto con sonde termistore inserite nel tessuto sottocutaneo e nel muscolo. Mano e piede, se non interessati, devono essere protetti da bendaggi Esmarch (espulsione). Deve essere applicato un tourniquet all'arto prossimale. Dopo la connessione dell'arto al circuito di perfusione locoregionale, si deve regolare la velocita' di flusso a 35 - 40 ml/l di volume dell'arto / minuto e controllare la perdita di liquidi dall'arto alla circolazione sistemica utilizzando la tecnica tracciante radioattiva. Possono essere necessari aggiustamenti della velocita' del flusso e un tourniquet per garantire che la perdita di liquidi dal circuito di perfusione alla circolazione sistemica sia stabile (il livello sistemico di radioattivita' ha raggiunto il plateau) e non sia superiore al 10%. Il medicinale deve essere somministrato solo se la perdita e' inferiore al 10%. Una volta che la temperatura nel tessuto distale sottocutaneo dell'arto ha raggiunto un valore > 38 gradiC (ma non deve superare i 39 gradi C) e il pH del perfusato e' compre so tra 7,2 e 7,35, il farmaco deve essere somministrato come bolo nella linea arteriosa del circuito. Dopo 30 minuti di perfusione del solo medicinale, si deve aggiungere melfalan come bolo nel serbatoio del circuito, o aggiungerlo lentamente nella linea arteriosa del circuito. La temperatura deve quindi essere aumentata a > 39 gradi C (ma non devesuperare i 40 gradi C) in due diversi punti di misura nell'area tumor ale. La durata della perfusione per la somministrazione di melfalan deve essere di 60 minuti. In questo modo, la durata totale della perfusione sara' di 90 minuti. Al termine della perfusione, il perfusato deveessere raccolto nel serbatoio mentre il fluido di lavaggio e' aggiunt o contemporaneamente al circuito e deve circolare alla stessa velocita' di flusso di 35 - 40 ml/l di volume dell'arto/minuto. Il lavaggio deve continuare fino a quando il colore del perfusato e' rosa chiaro, trasparente. Ogni qualvolta possibile si deve procedere alla rimozione chirurgica del tumore residuo. Se necessario, puo' essere effettuata una seconda perfusione locoregionale dell'arto 6 - 8 settimane dopo il primo trattamento.

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 gradi C - 8 gradi C).

Avvertenze

Il farmaco non deve essere somministrato per via sistemica. Fare riferimento al Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di melfalan prima di iniziare la procedura di perfusione locoregionale. E' necessarioindurre l'anestesia generale e conseguentemente instaurare una ventil azione meccanica in accordo ai metodi standard. E' importante mantenere un livello costante di anestesia in modo da prevenire grandi fluttuazioni nella pressione sanguigna sistemica, che possono influenzare la perdita tra la circolazione sistemica e il circuito di perfusione. Durante la procedura ILP, si devono monitorare la pressione venosa e arteriosa centrale. Inoltre, e' opportuno monitorare costantemente nelle prime 24 - 48 ore, ed anche piu' a lungo se necessario, la pressione sanguigna, la diuresi giornaliera e la funzionalita' cardiaca attraversol'elettrocardiogramma. Per il monitoraggio della pressione arteriosa polmonare e per la pressione occludente, durante la procedura ILP e nel periodo post-operatorio, puo' essere usato un catetere di Swan-Ganz.Per la prevenzione ed il trattamento di febbre, brividi ed altri sint omi di tipo influenzali associati alla somministrazione del farmaco, si puo' utilizzare del paracetamolo (per via orale o rettale) o un altro farmaco analgesico/antipiretico, da somministrare prima della procedura di perfusione locoregionale dell'arto. Per la profilassi dello shock, i pazienti devono sempre ricevere una adeguata idratazione immediatamente prima, durante e dopo la procedura di perfusione. In tal modo sono assicurate condizioni emodinamiche ottimali ed una elevata diuresi giornaliera, specialmente dopo la perfusione, per permettere una eliminazione rapida da qualsiasi residuo di tasonermina. Ulteriori liquidi di rianimazione devono essere disponibili per determinare un'espansione di volume in caso di grave caduta della pressione sanguigna. Fluidi a base di colloidi e etilidrossiamido sono preferibili, poiche' e' meno probabile che possano infiltrarsi nel sistema vascolare. Inoltre, se ritenuto clinicamente necessario, sia durante la procedura di perfusione locoregionale dell'arto sia nel periodo post-operatorio, si puo'somministrare un agente vasopressore, ad esempio dopamina. Nel caso i n cui si verifichi uno shock grave prima che sia terminato il trattamento, si deve interrompere la perfusione locoregionale dell'arto e si deve ricorrere ad una appropriata terapia. Per ridurre al minimo il rischio di un passaggio del perfusato nella circolazione sistemica, la velocita' del flusso di perfusione non deve superare i 40 ml/l di volumedell'arto/minuto. Il potenziale passaggio deve essere misurato con al bumina o eritrociti marcati iniettati nel circuito di perfusione, con appropriate misure per il monitoraggio continuo del passaggio del marcato nella circolazione sistemica. Possono essere necessari aggiustamenti della velocita' di flusso e un tourniquet per assicurare che la perdita di liquidi dal circuito di perfusione alla circolazione sistemicasia stabile (il livello sistemico di radioattivita' ha raggiunto il p lateau) e non sia superiore al 10%. La perfusione deve essere interrotta se la perdita cumulativa del circolo e' superiore al 10%. In questocaso, deve essere eseguita una procedura standard di lavaggio, usando almeno 2 litri di dextran 70 infusione intravenosa o di un fluido sim ile. Dopo la procedura ILP, deve essere sempre eseguita una procedura standard di lavaggio, usando dextran 70 infusione intravenosa o un fluido simile. Dopo una perfusione dell'arto inferiore, devono essere usati 3-6 litri e dopo una perfusione dell'arto superiore 1-2 litri. In casi di perfusione poplitea o brachiale, puo' essere necessario non piu' di un litro. Il lavaggio deve continuare fino ad ottenere un flusso venoso pulito (rosa, trasparente). E' necessario controllare che i periodi di mancanza di ossigenazione all'arto siano i piu' brevi possibili (20 minuti al massimo). Quando possibile si deve procedere alla rimozione chirurgica del tumore residuo. Se necessario, puo' essere effettuata una seconda perfusione locoregionale dell'arto 6-8 settimane dopoil primo trattamento. Se e' necessaria una seconda procedura ILP, ten ere in considerazione la velocita' di leakage della precedente procedura di perfusione. La dose massima tollerata (MTD) di tasonermina per ILP e' 4 mg, che e' 10 volte la dose massima sistemica tollerata. Quindi, ogni volta che c'e' una perdita sistemica significativa di tasonermina, ci si deve attendere degli eventi indesiderati gravi. Dosi superiori a 6 mg di altre preparazioni di TNFalpha sono state somministrate con procedura di perfusione, ma questa dose e' risultata inaccettabilein termini di tossicita' locoregionale. Le associazioni con sostanze cardiotossiche devono essere evitate perche' e' possibile che la tasonermina possa aumentarne la cardiotossicita'. Non e' raccomandata la somministrazione di agenti che possano indurre una significativa ipotensione. Durante la procedura ILP e nell'immediato periodo postoperatoriosono comunemente usate diverse misure terapeutiche. Queste includono agenti anestetici, analgesici, antipiretici, fluidi per somministrazione endovenosa, anticoagulanti e vasopressori. Non c'e' evidenza che alcuno di questi medicinali antagonizzi gli effetti farmacodinamici della tasonermina. Sebbene sino ad oggi non siano state osservate interazioni significative, si raccomanda comunque la massima cautela. Se appaiono segni di tossicita', si devono utilizzare misure di supporto generali e si deve trasferire immediatamente il paziente in un'unita' di terapia intensiva per il controllo. Si consigliano espansori di volume evasopressori. Nel caso si sviluppi sindrome da distress respiratorio dell'adulto (ARDS) puo' essere richiesto il supporto di respirazione artificiale. Si devono controllare attentamente la funzione epatica e renale. Si potrebbero verificare alterazioni ematologiche, in particolare leucopenia, trombocitopenia e disfunzioni della coagulazione. Casi di sindrome compartimentale caratterizzata da dolore, edema e sintomi neurologici, come pure danno muscolare che colpisce l'arto perfuso sono stati osservati come evento isolato nei pazienti trattati con il farmaco. Pertanto i pazienti devono essere monitorati durante i primi tregiorni dopo ILP. Nel caso sia diagnosticata la sindrome compartimenta le si devono considerare i seguenti trattamenti: fasciotomia di tutti i componenti muscolari dell'arto coinvolto, diuresi forzata e alcalinizzazione dell'urina, nel caso si verifichi un danno muscolare con aumentati livelli di mioglobina nel plasma e nell'urina. Questo medicinalecontiene fino a 77 mg (3,3 mmoli) di sodio per dose raccomandata. Il contenitore di questo medicinale contiene lattice di gomma. Puo' causare gravi reazioni allergiche.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi di interazione. Il medicinale e' statosomministrato con interferone gamma nella procedura di perfusione loc oregionale dell'arto, ma non e' stato dimostrato valore aggiunto. L'aggiunta di interferone gamma al perfusato di tasonermina sembra non essere associata ad un significativo aumento nella produzione endogena ditasonermina o di altre citochine infiammatorie, come dimostrato in pa zienti con trauma grave. Comunque dati clinici indicano che l'incidenza degli eventi avversi aumenta globalmente se i pazienti sono esposti contemporaneamente a tasonermina e interferone gamma. Le associazioni con sostanze cardiotossiche (es. antracicline) devono essere evitate perche' e' possibile che la tasonermina possa aumentarne la cardiotossicita', come osservato in uno studio preclinico tossicologico di 13 settimane. Durante la procedura di perfusione locoregionale dell'arto e nell'immediato periodo postoperatorio sono comunemente usate diverse misure terapeutiche. Queste includono farmaci anestetici, analgesici, antipiretici, fluidi per somministrazione endovenosa, agenti anticoagulanti e vasopressori. Nessuno di questi farmaci antagonizza gli effetti farmacodinamici della tasonermina. Sebbene sino ad oggi non siano state osservate interazioni significative, si raccomanda comunque la massima cautela. Non e' raccomandata la somministrazione di farmaci che possano indurre una significativa ipotensione. Si rimanda alla consultazione del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di melfalan per conoscere le interazioni di melfalan con altri farmaci.

Effetti indesiderati

Gli effetti indesiderati possono essere collegati al farmaco, a melfalan o alla procedura ILP e alle misure ad essa associate od ad una combinazione di questi fattori. Le reazioni avverse sono state sia locali,a livello dell'arto trattato con ILP, che sistemiche. Le reazioni avv erse sistemiche comprendevano reazioni costituzionali moderate ed effetti tossici su differenti organi. Le reazioni avverse sono state classificate per frequenza utilizzando la seguente convenzione: molto comune (>=1/10), comune (>=1/100, <1/10), non comune (>=1/1.000), raro (>=1/10.000, <1/1.000). Infezioni ed infestazioni. Comune: infezione, infezione della ferita; non comune: sepsi. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: leucocitopenia, trombocitopenia. Disturbi del sistemaimmunitario. Comune: reazioni di ipersensibilita'. Patologie del sist ema nervoso. Comune: lesioni neurologiche, neurotossicita' periferica,stato alterato di coscienza, cefalea. Patologie cardiache. Molto comu ne: aritmia; comune: insufficienza cardiaca. Patologie vascolari. Comune: trombosi venosa, trombosi arteriosa, shock, ipotensione. Patologierespiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: sindrome da distress respiratorio nell'adulto; non comune: edema polmonare. Patologie gast rointestinali. Molto comune: nausea, vomito; comune: diarrea, stipsi; non comune: dolore addominale del tratto superiore, gastrite erosiva. Patologie epatobiliari. Molto comune: epatotossicita'. Patologie dellacute e del tessuto sottocutaneo. Molto comune: reazioni cutanee; comu ne: necrosi cutanea, edema periferico; non comune: onicomadesi (perdita delle unghie). Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: sindrome compartimentale, mialgia. Patologie renali e urinarie. Comune: proteinuria; non comune: insufficienza renale acuta. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: febbre, brividi, stanchezza; comune: sudorazione notturna. Esami diagnostici. Non comune: aumento della creatinina ematica. Procedure mediche e chirurgiche. Comune: necrosi delle estremita' abbastanza grave da comportare l'amputazione.

Gravidanza e allattamento

Non vi sono dati adeguati riguardanti l'uso di tasonermina in donne ingravidanza. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. I l farmaco e' controindicato in gravidanza. Non e' noto se la tasonermina venga escreta nel latte materno. Non avendo dati sui potenziali rischi per il neonato, l'allattamento e' controindicato nei 7 giorni successivi al trattamento. Non sono disponibili dati sui possibili effettidi questo medicinale sulla fertilita' maschile e femminile.