Acido Val S Val Rat - 30cpr300rp
Dettagli:
Nome:Acido Val S Val Rat - 30cpr300rpCodice Ministeriale:037839026
Principio attivo:Acido Valproico/Sodio Valproato
Codice ATC:N03AG01
Fascia:A
Prezzo:5.04
Glutine:Senza glutine
Produttore:Ratiopharm Italia Srl
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco generico
Forma:Compresse rilascio prolungato
Contenitore:Blister opaco
Iva:10%
Temp. Conservazione:Nessuna particolare condizione di conservazione
Scadenza:36 mesi
Denominazione
ACIDO VALPROICO E SODIO VALPROATO RATIOPHARM
Formulazioni
Acido Val S Val Rat - 30cpr300rp
Acido Val S Val Rat - 30cpr500rp
Categoria farmacoterapeutica
Antiepilettici, derivati degli acidi grassi.
Principi attivi
Ogni compressa contiene sodio valproato e acido valproico.
Eccipienti
Nucleo della compressa: ipromellosa 4000 mPa-s, ipromellosa 15000 mPa-s, acesulfame potassico, silice colloidale idrata. Rivestimento della compressa: sodio laurilsolfato, dibutile sebacato, butile metacrilato copolimero basico, magnesio stearato, titanio diossido.
Indicazioni
Per il trattamento di: attacchi epilettici generalizzati in forma di assenze, attacchi mioclonici e tonico-clonici; attacchi focali e generalizzati secondari e nel trattamento combinato di altre forme di crisi epilettiche. Nei bambini di eta' inferiore o uguale a tre anni, gli antiepilettici contenenti acido valproico rappresentano solo in casi eccezionali la terapia di prima scelta. Trattamento di episodi maniacali nel disturbo bipolare, quando il litio e' controindicato o non tollerato. Il proseguimento della terapia dopo l'episodio maniacale puo' essere preso in considerazione nei pazienti che hanno risposto alla somministrazione di valproato per la mania acuta.
Controindicazioni / effetti secondari
Ipersensibilita' all'acido valproico o ad uno qualsiasi degli eccipienti; anamnesi personale o familiare di epatopatia o gravi disfunzioni epatiche o pancreatiche; disfunzione epatica con esito fatale in un fratello durante trattamento con acido valproico, porfiria, patologie della coagulazione, difetti del ciclo dell'urea.
Posologia
Quando si passa al farmaco, ci si deve assicurare che siano mantenuti adeguati livelli sierici di acido valproico. La determinazione della dose deve essere basata sulla risposta clinica piuttosto che sul monitoraggio di routine della concentrazione sierica. La determinazione dei livelli sierici puo' risultare utile in caso di presenza di sintomi tossici o assenza di efficacia. Sono raccomandati incrementi (graduali) della dose fino a raggiungere la dose efficace ottimale. In monoterapia la dose abituale iniziale e' di 5-10 mg di acido valproico/kg di peso corporeo, e questa deve essere aumentata di circa 5 mg di acido valproico/kg di peso corporeo ogni 4-7 giorni. In alcuni casi, l'effetto pieno non si manifesta prima di 4-6 settimane. La dose giornaliera non deve percio' essere aumentata troppo rapidamente al di sopra delle quantita' medie. La dose media giornaliera abituale nei trattamenti a lungo termine e': 20 mg di acido valproico/ kg di peso corporeo nei pazienti adulti e negli anziani; 25 mg di acido valproico/ kg di peso corporeo negli adolescenti; 30 mg di acido valproico/ kg di peso corporeo nei bambini. Bambini 3-6 anni, peso 15-25 kg circa: 450-600 mg/die; 7-14 anni, peso 25-40 kg circa: 750-1200 mg/die; adolescenti da 14 anni, 40-60 kg circa: 1000-1500 mg/die; adulti da 60 kg: 1500-2100 mg/die. Per il trattamento di bambini di eta' pari o superiore ai 3 anni di eta' possono essere utilizzate le compresse da 300 mg a rilascio prolungato divise in due dosi uguali Se il farmaco viene assunto in associazione con o come terapia sostitutiva di un medicinale somministrato in precedenza, la dose di qualsiasi altro antiepilettico somministrato contemporaneamente deve essere immediatamente ridotta. Se il medicinale precedente deve essere sospeso, cio' deve avvenire in modo graduale. Devono essere monitorati i livelli sierici di acido valproico per circa 4-6 settimane dopo l'ultima assunzione di qualsiasi principio attivo simile e, se necessario, la dose giornaliera deve essere ridotta. Nei pazienti con insufficienza renale o ipoproteinemia, si deve prendere in considerazione l'aumento dell'acido valproico in forma libera nel siero e, se necessario, la dose deve essere ridotta. Il quadro clinico, comunque, rappresenta il fattore decisivo per qualsiasi aggiustamento della dose, poiche' la determinazione della concentrazione sierica totale di acido valproico puo' portare a conclusioni errate. La dose giornaliera viene somministrata in 1-2 dosi separate. Episodi maniacali nel disturbo bipolare. Adulti: la dose giornaliera deve essere stabilita econtrollata su base individuale. La dose giornaliera iniziale e' di 7 50 mg. Inoltre, negli studi clinici si e' osservato che anche una doseiniziale di 20 mg di valproato/kg di peso corporeo ha un profilo di s icurezza accettabile. Le formulazioni a rilascio prolungato possono essere somministrate una o due volte al giorno. La dose deve essere aumentata il piu' rapidamente possibile fino al raggiungimento della dose terapeutica minima in grado di produrre l'effetto clinico desiderato. La dose giornaliera deve essere adattata alla risposta clinica per stabilire la dose minima efficace per il singolo paziente. La dose media giornaliera varia solitamente tre 1000 e 2000 mg di valproato. I pazienti che ricevono dosi giornaliere superiori a 45 mg/kg/die di peso corporeo devono essere attentamente monitorati. La prosecuzione del trattamento degli episodi maniacali nel disturbo bipolare deve essere adattata su base individuale utilizzando la dose minima efficace. La sicurezza e l'efficacia nel trattamento degli episodi maniacali nel disturbobipolare non sono state valutate in pazienti di eta' inferiore ai 18 anni. Le compresse a rilascio prolungato devono essere assunte preferibilmente 1 ora prima dei pasti (la mattina a stomaco vuoto). In caso di effetti collaterali a carico del tratto gastrointestinale dovuti al trattamento, le compresse a rilascio prolungato devono essere assunte durante o dopo i pasti. Devono essere ingerite intere oppure divise a meta', non devono essere masticate e devono essere assunte con un'abbondante quantita' di liquido. La terapia antiepilettica e' sempre una terapia a lungo termine: si deve decidere su base individuale la titolazione della dose, la durata del trattamento e l'interruzione della terapia. Generalmente non devono essere tentate riduzioni della dose o interruzioni del trattamento col medicinale finche' il paziente non sia stato libero da attacchi per almeno due o tre anni. L'interruzione deve avvenire in forma di riduzione graduale della dose in un arco di tempo compreso fra uno e due anni. Nei bambini puo' essere permesso aumentare la dose in base ai kg di peso corporeo invece di aggiustare la dose in base all'eta', e in questo modo i risultati dell'EEG non dovrebbero deteriorarsi. L'esperienza con l'utilizzo a lungo termine del farmaco e' limitata.
Conservazione
Il medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.
Avvertenze
L'insorgenza di un danno epatico grave si verifica raramente e rara e'la comparsa di danno pancreatico. Questi danni colpiscono con maggior e frequenza i neonati e i bambini piccoli al di sotto dei 3 anni che sono suscettibili di gravi crisi epilettiche. L'esperienza ha dimostrato che dopo il compimento dei 3 anni la frequenza di epatopatia si riduce in modo considerevole. Il decorso di queste malattie puo' essere fatale. L'insorgenza simultanea di epatite e pancreatite aumenta il rischio di un decorso letale. Sono stati osservati ideazione e comportamento suicidario. Una meta-analisi relativa a studi clinici controllati verso placebo con farmaci antiepilettici ha inoltre mostrato un leggeroaumento del rischio di ideazione e comportamento suicidario: i pazien ti devono essere monitorati per possibili segni di ideazione e comportamento suicidario, prendendo in considerazione un trattamento appropriato. I pazienti (e chi si prende cura di essi) devono essere avvertitidi informare subito il medico in caso di comparsa di segni di ideazio ne e comportamento suicidario. Un danno epatico e/o pancreatico grave o letale puo' essere preceduto da sintomi aspecifici, quali aumento della frequenza e gravita' degli attacchi epilettici, compromissione dello stato di coscienza con confusione, agitazione, disturbi del movimento, malessere, astenia, perdita dell'appetito, avversione verso i cibifamiliari o l'acido valproico, nausea, vomito, dolori addominali, let argia e, soprattutto in caso di danno epatico, ematomi, epistassi ed edemi locali o generalizzati. I pazienti devono essere accuratamente monitorati con particolare attenzione a questa sintomatologia. Se questisintomi persistono e sono di grave intensita', devono essere effettua ti appropriati esami di laboratorio oltre ad una approfondita visita clinica. I risultati di laboratorio non risultano in tutti i casi al difuori della norma. Gli enzimi epatici possono subire un innalzamento indipendentemente dalla compromissione della funzionalita' epatica. Prima di iniziare il trattamento devono essere resi disponibili: una dettagliata anamnesi, con particolare attenzione a disturbi metabolici, epatopatie, affezioni pancreatiche e coagulopatie, esami clinici e testdi laboratorio. Quattro settimane dopo l'inizio del trattamento, devo no essere controllati i test di laboratorio dei parametri della coagulazione quali INR e PTT, SGOT, SGPT, bilirubina e amilasi. Nei bambini che non presentano sintomi clinici anomali, la conta ematica, compresitrombociti, SGOT e SGPT deve essere controllata ad ogni altra visita. Nei pazienti senza segni clinici, ma con test di laboratorio patologi ci dopo 4 settimane di trattamento, devono essere effettuati controllidi follow-up per tre volte ad intervalli massimi di due settimane e, successivamente, ad intervalli mensili fino al sesto mese di trattamento. Nei pazienti di eta' superiore/uguale a 15 anni e negli adulti, i controlli degli esami clinici e di laboratorio devono essere eseguiti prima dell'inizio della terapia e ad intervalli mensili durante i primi sei mesi di trattamento. In generale dopo 12 mesi di trattamento senza risultati anomali, sono considerati sufficienti 2-3 controlli di follow-up ogni anno. I genitori devono essere informati sui possibili segni di danno epatico e/o pancreatico e devono essere avvertiti di comunicare immediatamente la comparsa di sintomi clinici inusuali. La terapia deve essere immediatamente interrotta se insorge uno dei seguenti sintomi: inspiegabile deterioramento delle condizioni generali, segni clinici di danno epatico e/o pancreatico, disturbi della coagulazione,incremento di 2 o 3 volte dei valori di SGPT o SGOT anche in assenza di segni clinici, moderato incremento di SGPT o di SGOT accompagnato da infezione febbrile acuta, marcata compromissione dei parametri dellacoagulazione, insorgenza di effetti indesiderati indipendenti dalla d ose. L'uso concomitante di acido valproico, sodio valproato e agenti carbapenem non e' raccomandato. Se si sospetta un disturbo enzimatico nel ciclo dell'urea, devono essere effettuate delle analisi metabolicheprima che il trattamento con acido valproico abbia inizio, in accordo con il rischio di iperammoniemia a seguito dell'acido valproico. Quin di se compaiono sintomi quali apatia, sonnolenza, vomito, ipotensione ed aumento della frequenza delle crisi convulsive, devono essere determinati i livelli sierici di ammoniaca e di acido valproico; se necessario la dose del medicinale deve essere ridotta o e' richiesta l'interruzione del trattamento. L'interruzione del trattamento deve avvenire mentre si somministra un'adeguata dose di un altro medicinale antiepilettico. Occorre notare, che dopo l'inizio della terapia, puo' verificarsi nausea innocua, talvolta associata a vomito e perdita di appetito, in genere spontaneamente reversibile o dopo la riduzione della dose. E' opportuno monitorare la conta delle cellule ematiche, inclusa la conta delle piastrine, il tempo di sanguinamento e i test di coagulazioneprima di iniziare la terapia, prima di un intervento chirurgico o odo ntoiatrico ed in caso di ematomi spontanei o emorragie. In caso di assunzione concomitante di antagonisti della vitamina K, si raccomanda uno stretto monitoraggio dei valori INR. I pazienti con precedente dannomidollare osseo devono essere rigorosamente tenuti sotto controllo. L 'acido valproico puo' indurre lupus eritematoso sistemico e causare riacutizzazioni nei casi di lupus eritematoso sistemico esistente. Pertanto nei pazienti con lupus eritematoso sistemico, il beneficio del farmaco deve essere valutato dopo un'accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio. La combinazione di lamotrigina e acido valproico puo'aumentare il rischio di reazioni cutanee (gravi). Nei pazienti con in sufficienza renale o ipoproteinemia deve essere tenuto in considerazione l'aumento dei livelli di acido valproico non legato alle proteine sieriche e, se necessario, la dose deve essere ridotta. I pazienti devono essere informati di un possibile aumento di peso corporeo e delle possibili misure per il controllo dello stesso. Poiche' l'aumento di peso costituisce un fattore di rischio per la sindrome dell'ovaio policistico, deve essere attentamente monitorato. Il valproato puo' spostaregli ormoni tiroidei dai suoi siti di legame con le proteine plasmatic he ed aumentare il loro metabolismo che puo' portare ad una falsa diagnosi di ipotiroidismo.
Interazioni
Se il farmaco viene assunto in combinazione con altri agenti anticonvulsivanti, possono verificarsi effetti additivi sulle concentrazioni sieriche dei principi attivi. L'acido valproico viene influenzato da antiepilettici con effetti di induzione enzimatica: aumentano l'eliminazione dell'acido valproico e in tal modo ne riducono l'effetto. Il felbamato causa un aumento dose-dipendente, lineare, pari al 18% della concentrazione sierica dell'acido valproico in forma libera. La meflochinaaumenta il metabolismo dell'acido valproico ed ha anche il potenziale di provocare crisi convulsive. In caso di assunzione concomitante pos sono quindi verificarsi crisi epilettiche. Sono stati riportati diminuzioni dei livelli ematici di acido valproico se somministrato in concomitanza con agenti carbapenem. Per la rapida insorgenza e per la notevole diminuzione, non si considera fattibile la somministrazione concomitante di medicinali contenenti carbapenemi in pazienti stabilizzati con acido valproico e pertanto deve essere evitata. La concentrazione sierica di acido valproico puo' essere aumentata dall'assunzione contemporanea di cimetidina, eritromicina e fluoxetina. Tuttavia, sono statiriportati anche casi in cui l'assunzione concomitante della fluoxetin a ha determinato una riduzione della concentrazione sierica dell'acidovalproico. L'assunzione concomitante di acido valproico e di anticoag ulanti o di acido acetilsalicilico puo' aumentare la tendenza all'emorragia. L'acido acetilsalicilico riduce inoltre il legame dell'acido valproico con le proteine plasmatiche. I medicinali contenenti acido valproico non devono essere somministrati in concomitanza con l'acido acetilsalicilico per trattare febbre e dolore. E' raccomandato pertanto un regolare monitoraggio dei parametri della coagulazione del sangue quando i due farmaci sono usati congiuntamente. L'aumento delle concentrazioni di fenobarbitale dovute all'acido valproico sono di particolareimportanza clinica, in quanto possono provocare profonda sedazione. I n tali casi, e' necessario ridurre la dose difenobarbitale o di primidone: si raccomanda una attento monitoraggio durante i primi 15 giorni di terapia combinata. Nei pazienti gia' in terapia con fenitoina, la somministrazione aggiuntiva di acido valproico o un aumento della dose di quest'ultimo puo' causare un incremento della fenitoina in forma libera senza innalzare i livelli sierici di fenitoina totale. Cio' puo' aumentare il rischio di effetti indesiderati, in particolare danni cerebrali. Durante terapia combinata con acido valproico e carbamazepina sono stati descritti sintomi che possono essere dovuti ad un potenziamento dell'effetto tossico della carbamazepina indotto dall'acido valproico. Il monitoraggio clinico e' particolarmente indicato all'inizio della terapia combinata e la dose deve essere aggiustata in base alle necessita'. Nei volontari sani il valproato ha spostato il diazepam daisuoi siti di legame con l'albumina plasmatica e ne ha inibito il meta bolismo. Nella terapia combinata la concentrazione di diazepam libero puo' risultare aumentata, mentre la clearance plasmatica e il volume di distribuzione della frazione libera del diazepam possono essere ridotti. L'emivita, tuttavia, rimane invariata. In soggetti sani il trattamento concomitante con valproato e lorazepam ha determinato una riduzione della clearance plasmatica del lorazepam di oltre il 40%. Nei bambini, i livelli di fenitoina sierica possono aumentare in seguito alla co-soministrazione di clonazepam ed acido valproico. L'acido valproicoinibisce il metabolismo della lamotrigina e quindi puo' rendersi nece ssario un aggiustamento della dose di quest'ultima. Ci sono alcune evidenze che la combinazione di lamotrigina e acido valproico puo' aumentare il rischio di reazioni cutanee. Tali reazioni si sono parzialmenteattenuate dopo interruzione dell'assunzione del medicinale o dopo un appropriato trattamento. L'acido valproico puo' aumentare i livelli sierici di felbamato. Il metabolismo e il legame proteico di altre sostanze attive quali la codeina sono influenzati. In associazione con barbiturici, neurolettici ed antidepressivi, l'acido valproico puo' potenziare l'effetto depressivo centrale di questi farmaci. I pazienti trattati con queste associazioni devono quindi essere tenuti sotto stretta sorveglianza e la dose deve essere opportunamente adattata. Nei pazienti diabetici con sospetta chetoacidosi deve essere considerata la possibilita' di falsi positivi al test di eliminazione dei corpi chetonici. L'acido valproico puo' aumentare le concentrazioni sieriche di zidovudina e indurne quindi un aumento della tossicita' di zidovudina. La co-somministrazione di topiramato e acido valproico e' stata associata ad iperammonemia con o senza encefalopatia in pazienti che avevano tollerato entrambi i farmaci presi singolarmente. Puo' essere prudente esaminare i livelli di ammoniaca nel sangue nei pazienti sui quali e' stata riportata l'insorgenza di ipotermia. L'efficacia dei contraccettivi orali non e' compromessa dall'acido valproico. Principi attivi potenzialmente epatotossici e alcol possono aumentare l'epatotossicita' dell'acido valproico. In seguito ad un trattamento combinato di acido valproico e clonazepam si e' verificato uno stato di assenza in pazienti con anamnesi di assenza assenze epilettiche. In seguito a trattamento concomitante con acido valproico, sertralina e risperidone, in una paziente affetta da disturbo schizoaffettivo e' insorta catatonia.
Effetti indesiderati
Patologie del sistema emolinfopoietico. Comuni: trombocitopenia o leucopenia; non comuni: edema periferico, sanguinamento; rari: ridotta concentrazione di fibrinogeno; molto rari: la compromissione della funzionalita' del midollo osseo puo' portare a linfopenia, neutropenia, pancitopenia o anemia o agranulocitosi. Prolungato tempo di sanguinamento,come conseguenza di una ridotta concentrazione di fibrinogeno, distur bi dell'aggregazione piastrinica e/o trombocitopatia dovuta a carenza del fattore VIII/fattore di Von Willebrand. Disturbi del sistema immunitario. Rari: lupus eritematoso; non nota: angioedema, sindrome da rush da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici. Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Molto comuni: iperammoniemia isolata e moderata, senza modificazioni dei parametri di funzionalita' epatica, che non richiede l'interruzione della terapia. Sono stati riportati inoltre casi di iperammoniemia accompagnati da sintomi neurologici. In questi casi sono necessari ulteriori accertamenti; comuni: aumento o perdita di peso dipendenti dalla dose, aumento o perdita dell'appetito; molto rari: iponatriemia; non nota: sindrome da inappropriata secrezione di ADH (SIADH). In uno studio clinico condotto su 75 bambini, e' stata osservata una riduzione dell'attivita' della biotinidasi durante il trattamento con medicinali contenenti acido valproico. Sono stati riportati anche deficit di biotina. Disturbi psichiatrici. Non comuni: irritabilita', iperattivita' e confusione. Sono stati osservati casi di allucinazioni. Patologie del sistema nervoso. Comuni: sonnolenza dipendentedalla dose, tremore o parestesie. Affaticamento e sonnolenza, apatia e atassia sono stati comunemente osservati durante il trattamento combinato con altri antiepilettici; non comuni: cefalea, spasticita', atassia. E' stata osservata encefalopatia poco dopo l'assunzione di medicinali contenenti acido valproico. La patogenesi non e' stata stabilita e l'encefalopatia e' reversibile con la sospensione del medicinale. Inalcuni casi sono stati osservati, elevati livelli di ammoniaca e, in terapie di associazione con fenobarbitale, e' stato descritto un aumento dei livelli di fenobarbitale; non comuni sono anche casi di stato di incoscienza, culminanti talora con il coma, parzialmente associati ad un aumento della frequenza degli attacchi epilettici. I sintomi si attenuano riducendo la posologia o interrompendo l'assunzione del medicinale. La maggioranza di questi casi si e' verificata durante terapia combinata o a seguito di un rapido aumento della dose. In casi rari, soprattutto con alte dosi o in caso di terapia combinata con altri antiepilettici, sono state descritte encefalopatia cronica con sintomi neurologici e disturbi della funzione corticale superiore. Molto rari: demenza in associazione con atrofia cerebrale, reversibile con l'interruzione dell'assunzione del medicinale. E' stata segnalata l'insorgenza di una sindrome parkinsoniana reversibile. Nella terapia a lungo termine con acido valproico in combinazione con altri antiepilettici, possono manifestarsi segni di danno cerebrale: aumento degli attacchi epilettici, mancanza di stimoli, stupore, debolezza muscolare, disturbi motori e alterazioni gravi e generalizzate dell'EEG; non nota: sedazione,disturbi extrapiramidali. Patologie dell'orecchio e del labirinto: ti nnito. E' stata riportata perdita dell'udito reversibile o irreversibile. Patologie vascolari. Rari: vasculite. Patologie gastrointestinali.Non comuni: ipersalivazione, diarrea; rari: danno pancreatico, a volt e con esito fatale. Patologie epatobiliari. Non comuni: si puo' verificare disfunzione epatica grave (talvolta fatale). Nei bambini, il rischio di danno epatico e' notevolmente piu' elevato. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Comuni: perdita di capelli temporanea dipendente dalla dose, assottigliamento dei capelli; rari: eritema multiforme; molto rari: gravi reazioni cutanee. Patologie renali e urinarie. Rari: sindrome di Fanconi reversibile con la sospensione del trattamento. Nei bambini e' stata osservata enuresi. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Comuni: mestruazioni irregolari; rari: amenorrea, dismenorrea, elevati livelli di testosterone e ovaio policistico. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto rari: ipotermia, reversibile con l'interruzione del trattamento con acido valproico.
Gravidanza e allattamento
L'esposizione all'acido valproico durante il primo trimestre e la prima parte del secondo trimestre di gravidanza viene associata con rapporto di causalita' ad un aumento del rischio di difetti del tubo neurale, di altri difetti della linea mediana quali ipospadia nei bambini di sesso maschile e di anomalie scheletriche e cardiache. Un'incidenza simile di queste malformazioni e' stata riscontrata anche con altri antiepilettici. L'aplasia bilaterale del radio sembra essere un effetto raro, ma specifico, dell'acido valproico. L'assunzione di acido valproico durante la gravidanza e' inoltre associata ad un'aumentata incidenzadi anomalie quali la dismorfia facciale, anche in associazione con ri tardo mentale ed anomalie delle dita delle mani e dei piedi e delle unghie. Prima del trattamento, le donne in eta' fertile devono essere avvisate della necessita' di pianificare e monitorare una eventuale gravidanza. L'acido valproico attraversa la barriera placentare e raggiunge concentrazioni maggiori nel plasma fetale rispetto a quelle osservate nel plasma materno. Se la somministrazione di acido valproico durante la gravidanza e' considerata essenziale, il medicinale deve essere somministrato alla minima dose efficace in grado di controllare gli attacchi epilettici. Poiche' le malformazioni sono provocate molto probabilmente da concentrazioni plasmatiche di picco, la dose giornaliera deve essere somministrata in varie piccole dosi suddivise durante la giornata nelle donne che possono andare incontro ad una gravidanza, e sicuramente tra il ventesimo ed il quarantesimo giorno dopo il concepimento. L'associazione con altri antiepilettici aumenta il rischio di malformazioni. Pertanto, quando possibile l'acido valproico deve essere somministrato come monoterapia. Un supplemento di acido folico deve essere somministrato precocemente, durante la gravidanza e preferibilmentegia' quando la gravidanza viene pianificata. Si raccomanda di ricorre re alle misure di diagnosi prenatale per individuare qualsiasi danno. Vi sono state segnalazioni di disturbi della coagulazione sanguigna nei neonati e nelle madri trattate con acido valproico durante la gravidanza. Sono stati segnalati anche casi di morte dovuti alla completa assenza di fibrina. L'ipofibrinogenemia puo' verificarsi insieme ad un calo dei fattori della coagulazione del sangue. Tuttavia questa sindrome deve essere distinta da un calo dei fattori della coagulazione dipendenti dalla vitamina-K, causato dagli induttori enzimatici come il fenobarbitale. Percio' nei neonati devono essere monitorati le piastrine,i livelli di fibrinogeno ed i fattori della coagulazione e si devono effettuare i test sulla coagulazione. Sono stati riportati sintomi da sospensione che si sono verificati nei neonati di madri trattate con acido valproico. Il trattamento con acido valproico durante la gravidanza non deve essere interrotto. Episodi maniacali nel disturbo bipolare: questo medicinale non deve essere utilizzato durante la gravidanza enelle donne in eta' fertile se non in caso di stretta necessita'. Le donne in eta' fertile devono adottare metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento. L'acido valproico viene escreto nel latte materno: non c'e' generalmente nessun rischio per il bambino e di solito non e' necessario lo svezzamento.