Acarden - 28cpr 12,5mg

Dettagli:
Nome:Acarden - 28cpr 12,5mg
Codice Ministeriale:035987054
Principio attivo:Carvedilolo
Codice ATC:C07AG02
Fascia:A
Prezzo:7.96
Doping:Proibito solo in particolari sport
Produttore:Errekappa Euroterapici Spa
SSN:Concedibile esente
Ricetta:RR - ricetta ripetibile art.88 DL 219/06
Tipo prodotto:Farmaco etico
Forma:Compresse divisibili
Contenitore:Blister
Iva:10%
Temp. Conservazione:Non superiore a +25 gradi, al riparo da luce e umidità
Scadenza:48 mesi

Denominazione

ACARDEN

Formulazioni

Acarden - 14cpr 6,25mg
Acarden - 28cpr 6,25mg
Acarden - 28cpr 12,5mg
Acarden - 30cpr 25mg

Categoria farmacoterapeutica

Betabloccanti.

Principi attivi

Carvedilolo.

Eccipienti

Cellulosa microcristallina, silice colloidale anidra, magnesio stearato.

Indicazioni

Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale in monoterapia o inassociazione con altri antiipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici; trattamento dell'angina pectoris; trattamento dello scompenso cardiaco.

Controindicazioni / effetti secondari

Ipersensibilita' al Carvedilolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti; insufficienza cardiaca instabile/scompensata; scompenso cardiaco in Classe IV NYHA (classificazione della "New York Heart Association") non rispondente a terapia standard che richieda terapia con inotropi per via endovenosa; precedenti di broncospasmo o asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con componente broncospastica; alterazioni della funzionalita' epatica e disfunzione epatica clinicamente manifesta; allattamento; blocco atrio-ventricolare di secondo e di terzo grado (ameno che sia stato posto un pacemaker permanente); bradicardia grave (< 50 bpm); shock cardiogeno; disfunzioni del nodo seno-atriale e malattia del nodo del seno (sick sinus sindrome, compreso blocco seno-atriale); ipotensione grave (pressione sistolica < 85 mm Hg); feocromocitoma non controllato con alfa-bloccanti; acidosi metabolica.

Posologia

Le compresse devono essere assunte con una sufficiente quantita' di liquido. Non e' necessario assumere le compresse con i pasti; tuttavia, nei pazienti affetti da scompenso cardiaco, Carvedilolo dovrebbe essere somministrato in concomitanza dei pasti per rallentare l'assorbimento e ridurre l'incidenza di effetti posturali quali l'ipotensione ortostatica. >>Trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale. Adulti: il dosaggio consigliato per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg (mezza compressa) una volta al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio raccomandato e' di 25 mg una volta al giorno. Se necessario il dosaggio puo' essere gradualmente aumentato ad intervalli noninferiori alle due settimane, fino al raggiungimento della dose massi ma consigliata di 50 mg al giorno da assumersi in un'unica somministrazione (2 compresse) o frazionata in 25 mg due volte al giorno. Anziani: la dose raccomandata per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg (mezzacompressa) una volta al giorno. Tale dosaggio ha permesso di ottenere un adeguato controllo dei valori pressori in una parte dei pazienti. Se la risposta dovesse essere inadeguata, il dosaggio potra' essere aumentato ad intervalli non inferiori alle due settimane fino al raggiungimento della dose massima consigliata di 50 mg, da assumersi frazionata in 25 mg due volte al giorno. >>Trattamento dell'angina pectoris. Adulti: il dosaggio raccomandato per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg (mezza compressa) due volte al giorno per i primi due giorni. Successivamente, il dosaggio consigliato e' di 25 mg due volte al giorno. Si raccomanda di non superare tale posologia. Anziani: la dose raccomandata per l'inizio della terapia e' di 12,5 mg (mezza compressa) due volte al giorno. Successivamente la dose puo' essere aumentata, dopo un intervallo di almeno due giorni, a 25 mg due volte al giorno (dose massima da non superare). Trattamento dello scompenso cardiaco: la decisione di iniziare la terapia con Carvedilolo per lo scompenso cardiaco deve essere presa da un medico esperto nella gestione di tale patologia, dopo un'accurata valutazione delle condizioni del paziente. I pazienti devono essere sempre stabili dal punto di vista clinico e non devono presentare deterioramento dello stato clinico o segni di scompenso rispetto alla visita precedente. Nei pazienti in trattamento con digitale, diuretici e ACE-inibitori, il dosaggio di tali farmaci dovrebbe essere stabilizzato prima di iniziare il trattamento con Carvedilolo. Ildosaggio deve essere personalizzato ed il paziente deve essere attent amente seguito durante tutto il periodo necessario per il raggiungimento del dosaggio adeguato. La dose raccomandata per l'inizio della terapia e' di 3,125 mg (mezza compressa da 6,25 mg) due volte al giorno almeno per due settimane. Se tale dosaggio e' ben tollerato, la posologia puo' essere in seguito aumentata, ad intervalli non inferiori alle due settimane, e portata prima a 6,25 mg due volte al giorno, poi a 12,5 mg due volte al giorno ed infine a 25 mg due volte al giorno. Il dosaggio dovrebbe essere aumentato fino alla dose piu' alta tollerata dalpaziente. La dose massima raccomandata e' di 25 mg due volte al giorn o in tutti i pazienti con scompenso cardiaco severo e nei pazienti conscompenso cardiaco lieve o moderato con peso corporeo inferiore a 85 kg. In pazienti con scompenso cardiaco lieve o moderato con peso corporeo superiore a 85 kg la dose massima raccomandata e' di 50 mg due volte al giorno. Prima di ogni aumento del dosaggio, esaminare il paziente per accertare eventuali segni di peggioramento dell'insufficienza cardiaca o di vasodilatazione. Un temporaneo peggioramento dell'insufficienza cardiaca o la ritenzione idrica dovrebbero essere trattati con un aumento del dosaggio dei diuretici, sebbene occasionalmente possa essere necessario diminuire la dose di Carvedilolo o sospenderne temporaneamente l'assunzione. Nell'eventualita' in cui il trattamento con Carvedilolo venga interrotto per piu' di due settimane, la terapia dovra'essere nuovamente iniziata con l'assunzione di 3,125 mg due volte al giorno e successivamente la posologia dovra' essere aumentata tenendo conto delle precedenti raccomandazioni. I sintomi di vasodilatazione possono essere inizialmente trattati con una riduzione del dosaggio deidiuretici. Se i sintomi persistono la dose di ACE-inibitore (se usato ) puo' essere diminuita e, se ritenuto necessario, si potra' successivamente effettuare una riduzione del dosaggio di Carvedilolo. In tali circostanze, la dose di Carvedilolo non dovrebbe essere aumentata fino a quando i sintomi di peggioramento dell'insufficienza cardiaca o di vasodilatazione non siano stati stabilizzati. La tollerabilita' e l'efficacia di Carvedilolo in pazienti al di sotto dei 18 anni di eta' non sono state stabilite.

Conservazione

Conservare a temperatura non superiore a 25 gradi C nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce e dall'umidita'.

Avvertenze

In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, puo' verificarsi un peggioramento dell'insufficienza cardiaca o della ritenzione idrica durante la fase di titolazione di Carvedilolo. Se questi sintomi si manifestano, il dosaggio dei diuretici deve essere aumentato e la dose di carvedilolo non deve essere incrementata fino a quando non sia stataraggiunta una stabilizzazione dei segni clinici. Occasionalmente, puo ' essere necessario ridurre la dose di Carvedilolo o, in rari casi, sospenderne temporaneamente l'assunzione. Questi episodi non precludono la possibilita' di una successiva efficace titolazione di Carvedilolo.Carvedilolo deve essere usato con cautela in combinazione con glicosi di digitalici, in quanto entrambi i farmaci rallentano la conduzione AV. Funzione renale in caso di insufficienza cardiaca congestizia: un peggioramento reversibile della funzione renale e' stato osservato durante la terapia con Carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione arteriosa (pressione sistolica <100 mmHg),con cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa, e/o insuffici enza renale di base. In pazienti affetti da scompenso cardiaco che presentino tali fattori di rischio, la funzionalita' renale dovrebbe essere tenuta sotto controllo durante le fasi di aumento del dosaggio di Carvedilolo ed il trattamento dovrebbe essere sospeso, oppure il dosaggio ridotto, qualora si osservi un peggioramento della funzionalita' renale. Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto:prima di iniziare il trattamento con Carvedilolo il paziente deve ess ere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE-inibitore almeno nelle ultime 48 ore, e la dose di ACE-inibitore deve essere stabile almeno nelle ultime 24 ore. Carvedilolo deve essere usato con cautela nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con componente broncospastica solo se i pazienti non sono in trattamento con medicinali per via orale o inalatoria e solo se i potenziali benefici superano i potenziali rischi. In pazienti con predisposizione al broncospasmo, si puo' manifestare sofferenza respiratoria come risultato di un possibile aumento delle resistenze delle vie aeree. I pazienti devono essere strettamente monitorati durante le fasi iniziali e di aggiustamento del dosaggio di Carvedilolo, e la dose di Carvedilolo deve essereridotta se venissero osservati sintomi di broncospasmo durante il tra ttamento. Si deve usare cautela nel somministrare Carvedilolo a pazienti con diabete mellito, in quanto i segni e sintomi iniziali di un'ipoglicemia acuta possono venire mascherati o attenuati. Nei pazienti condiabete mellito insulino-dipendente sono comunque da preferire farmac i alternativi ai betabloccanti. Nei pazienti diabetici con insufficienza cardiaca cronica, l'uso di Carvedilolo puo' essere associato ad un peggioramento del controllo della glicemia. Un regolare controllo della glicemia e' pertanto necessario nei diabetici sia quando viene iniziata la terapia con Carvedilolo sia quando ne viene aumentato il dosaggio; la terapia ipoglicemizzante deve essere aggiustata di conseguenza.Carvedilolo deve essere impiegato con cautela in pazienti con malatti a vascolare periferica poiche' i betabloccanti possono precipitare o aggravare i sintomi di insufficienza arteriosa. Carvedilolo deve essereusato con cautela in pazienti che soffrono di disturbi circolatori pe riferici (es. fenomeno di Raynaud) poiche' puo' verificarsi un aggravamento dei sintomi. Carvedilolo puo' mascherare i sintomi delle tireotossicosi. Deve essere esercitata cautela in pazienti che devono sottoporsi a chirurgia generale, a causa della sinergia degli effetti inotropi negativi ed ipotensivi di Carvedilolo e degli anestetici. Carvedilolo puo' indurre bradicardia. Se la frequenza del polso del paziente si riduce a meno di 55 battiti per minuto, il dosaggio di Carvedilolo deve essere ridotto. Si deve usare cautela nel somministrare Carvedilolo a pazienti con storia di gravi reazioni di ipersensibilita' ed a pazienti sottoposti a terapia di desensibilizzazione, in quanto i betabloccanti possono aumentare sia la sensibilita' verso gli allergeni sia la gravita' delle reazioni anafilattiche. I pazienti con una storia di psoriasi associata a terapia con betabloccanti devono prendere Carvedilolo solo dopo un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio. Unattento monitoraggio elettrocardiografico (ECG) e della pressione art eriosa e' necessario nei pazienti che ricevono contemporaneamente Carvedilolo in associazione a calcioantagonisti del tipo verapamil o diltiazem, o altri farmaci antiaritmici. Nei pazienti con feocromocitoma, un agente alfa-bloccante deve essere iniziato prima di utilizzare un qualsiasi agente betabloccante. Sebbene Carvedilolo abbia attivita' farmacologiche sia alfa che beta-bloccanti, non vi e' alcuna esperienza relativa al suo uso in questa condizione. Pertanto, particolare cautela deve essere prestata nel somministrare Carvedilolo ai pazienti con sospetto feocromocitoma. I farmaci con attivita' betabloccante non selettiva possono provocare l'insorgenza di dolore toracico nei pazienti conangina variante di Prinzmetal. Non e' disponibile alcuna esperienza c linica con Carvedilolo in questi pazienti, sebbene l'attivita' alfabloccante di Carvedilolo possa prevenire questi sintomi. Tuttavia, bisogna usare cautela nel somministrare Carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal. I portatori di lenti a contatto devono tener presente l'eventualita' di una ridotta lacrimazione. Il trattamento con Carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica. La sospensione di Carvedilolo deve avvenire gradualmente (nell'arco di due settimane). Carvedilolodovrebbe essere utilizzato con cautela in pazienti con ipertensione l abile o secondaria fintanto che non siano disponibili ulteriori esperienze cliniche. Se nel corso della terapia dello scompenso cardiaco, siverificano deterioramento dello stato clinico o segni di aggravamento dell'insufficienza cardiaca rispetto alla visita precedente, deve ess ere instaurata una terapia alternativa.

Interazioni

Interazioni farmacocinetiche: carvedilolo e' un substrato nonche' inibitore della glicoproteina-P. Quindi la biodisponibilita' dei farmaci trasportati dalla glicoproteina-P puo' essere aumentata dalla concomitante somministrazione di Carvedilolo. Inoltre, la biodisponibilita' di Carvedilolo puo' essere modificata da induttori o da inibitori della glicoproteina-P. Gli inibitori cosi come gli induttori di CYP2D6 e CYP2C9 possono modificare in modo stereoselettivo il metabolismo sistemicoe/o presistemico del Carvedilolo, provocando aumentate o ridotte conc entrazioni plasmatiche di R-Carvedilolo e S-Carvedilolo. Alcuni esempiosservati in pazienti o in soggetti sani sono elencati sotto, ma la l ista non e' esaustiva. Digossina: le concentrazioni di digossina sono aumentate di circa il 15% quando digossina e Carvedilolo sono somministrati in concomitanza. Sia digossina che Carvedilolo rallentano la conduzione AV. Si raccomanda un maggiore controllo dei livelli di digossina quando si inizia, si regola o si sospende la terapia con Carvedilolo. Insulina o ipoglicemizzanti orali: agenti con proprieta' betabloccante possono potenziare l'azione ipoglicemizzante dell'insulina o degliipoglicemizzanti. I segni di ipoglicemia possono essere mascherati o attenuati (specialmente la tachicardia). In pazienti che assumono insulina o ipoglicemizzanti orali e pertanto raccomandato un regolare controllo della glicemia. Induttori e inibitori del metabolismo epatico: rifampicina ha ridotto le concentrazioni plasmatiche di Carvedilolo di circa il 70%, molto probabilmente a seguito dell'induzione della glicoproteina- P che ha portato a una diminuzione dell'assorbimento intestinale di Carvedilolo e a una diminuzione dell'effetto antiipertensivo. Cimetidina ha aumentato l'AUC di circa il 30%, ma non ha causato alcuncambiamento nella Cmax. Particolare attenzione e' richiesta nei pazie nti in trattamento con induttori delle ossidasi a funzione mista ad esempio la rifampicina, poiche' i livelli sierici di Carvedilolo possonovenire ridotti, o in trattamento con inibitori delle ossidasi a funzi one mista ad esempio cimetidina, poiche' i livelli plasmatici di Carvedilolo possono venire aumentati. Tuttavia, sulla base l'effetto relativamente piccolo di cimetidina sui livelli di Carvedilolo, la probabilita' di un'interazione clinicamente importante e' minima. Agenti che riducono le catecolamine: pazienti che assumono sia agenti con proprieta' betabloccanti sia un medicinale che puo' ridurre le catecolamine devono essere attentamente monitorati per i segni di ipotensione e/o di bradicardia grave. Ciclosporina: modesti aumenti delle concentrazioni medie minime di ciclosporina sono stati osservati in seguito all'iniziodel trattamento con Carvedilolo in 21 pazienti sottoposti a trapianto renale che soffrono di rigetto vascolare cronico. Sembra che il Carve dilolo aumenti l'assorbimento della ciclosporina assunta per via oraleattraverso l'inibizione dell'attivita' della glicoproteina- P nell'in testino. In circa il 30% dei pazienti, la dose di ciclosporina e' stata ridotta per mantenere le concentrazioni di ciclosporina all'interno dell'intervallo terapeutico, mentre nel resto dei pazienti non e' stato necessario alcun aggiustamento. In media, la dose di ciclosporina inquesti pazienti e' stata ridotta di circa il 20%. A causa dell'ampia variabilita' individuale nell'aggiustamento posologico richiesto, si raccomanda di monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l'inizio della terapia con Carvedilolo e di aggiustare la dose di ciclosporina in modo appropriato. Nel corso di somministrazione endovenosa di ciclosporina, non si prevedono interazioni con il Carvedilolo. Amiodarone: nei pazienti con insufficienza cardiaca, l'amiodarone ha determinato una riduzione dell'eliminazione di S-Carvedilolo, probabilmente a seguito dell'inibizione del CYP2C9. La concentrazione media plasmatica di R-Carvedilolo non ha subito modifiche. Conseguentemente, vi e' un rischio potenziale di aumentato blocco dei recettori beta provocato da un'aumentata concentrazione di S-Carvedilolo nel plasma. Fluoxetina: in uno studio randomizzato trasversale effettuato su 10 pazienti con insufficienza cardiaca, la somministrazione contemporanea di fluoxetina, un forte inibitore del CYP2D6, ha determinato un'inibizione stereoselettiva del metabolismo del Carvedilolo con un aumento del 77% nell'AUC media dell'enantiomero R(+). Tuttavia, non sono state osservate differenze tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda gli eventi avversi, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Verapamil, diltiazem, amiodarone e altri antiaritmici: in combinazione con Carvedilolo possono aumentare il rischio di disturbi della conduzione AV. Interazioni farmacodinamiche. Digossina: l'uso concomitante di farmaci beta-bloccanti e digossina puo' determinare un ulteriore prolungamento del tempo di conduzione atrio-ventricolare. Clonidina:la cosomministrazione di clonidina e agenti con proprieta' betablocca nti puo' potenziare gli effetti di riduzione della pressione sanguignae della frequenza cardiaca. Quando il trattamento concomitante con ag enti aventi proprieta' betabloccanti e clonidina deve essere interrotto, il betabloccante deve essere interrotto per primo. La terapia con clonidina puo' essere interrotta alcuni giorni dopo diminuendo gradualmente il dosaggio. Calcio-antagonisti, amiodarone e altri antiaritmici:casi isolati di disturbo della conduzione (raramente con compromissio ni emodinamiche) sono stati osservati quando Carvedilolo e' somministrato in associazione con diltiazem. Se Carvedilolo e' somministrato pervia orale con calcioantagonisti del tipo verapamil o diltiazem, o con antiaritmici di classe I, si raccomanda il monitoraggio dell'ECG e de lla pressione arteriosa. Non somministrare tali farmaci in associazione per via endovenosa. Antiipertensivi: carvedilolo puo' potenziare l'effetto di altri medicinali somministrati in associazione aventi azioneantiipertensiva o quella di farmaci per i quali l'ipotensione fa part e del profilo dei propri effetti indesiderati. Agenti anestetici: particolare attenzione deve essere prestata durante l'anestesia a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo di Carvedilolo e degli anestetici. Si raccomanda un attento monitoraggio dei segni vitali. L'uso concomitante di farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e di farmaci betabloccanti puo' provocare un aumento dei livelli di pressione sanguigna e una riduzione del controllo della pressione sanguigna stessa. Broncodilatatori beta-agonisti: i farmaci betabloccanti non cardioselettivi si oppongono agli effetti broncodilatatoridei beta-agonisti. Si raccomanda un attento monitoraggio dei pazienti in queste condizioni. Non e' stata studiata la somministrazione del C arvedilolo in associazione a farmaci inotropi.

Effetti indesiderati

La frequenza delle reazioni avverse non e' dose-dipendente, con l'eccezione di capogiri, visione anormale e bradicardia. Il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate a Carvedilolo e' simile in tutte le indicazioni. Le categorie di frequenza sono le seguenti: molto comune (>= 1/10); comune (>= 1/100 e < 1/10); non comune (>= 1/1.000 e < 1/100); raro (>= 1/10.000 e < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000). Infezioni ed infestazioni. Comune: bronchiti, polmonite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie. Patologie del sistema emolinfopoietico. Comune: anemia; raro: trombocitopenia; molto raro: leucopenia. Disturbi del sistema immunitario. Molto raro: ipersensibilita' (reazione allergica). Disturbi del metabolismo e della nutrizione. Comune: aumento di peso, ipercolesterolemia alterazione del controllo glicemico (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti condiabete preesistente. Disturbi psichiatrici. Comune: depressione, umo re depresso; non comune: disturbi del sonno. Patologia del sistema nervoso. Molto comune: capogiri, vertigini e cefalea; non comune: pre-sincope, sincope, parestesia. Patologie dell'occhio. Comune: compromissione della visione, ridotta lacrimazione (occhi secchi), irritazione oculare. Patologie cardiache. Molto comune: insufficienza cardiaca; comune: bradicardia, edema (inclusi: edema generalizzato, edema periferico,edema dei genitali, edema delle estremita' inferiori), ipervolemia, e ccesso di liquidi; non comune: blocco atrio-ventricolare, angina pectoris; aggravamento dell'insufficienza cardiaca durante l'aumento del dosaggio. Patologie vascolari. Molto comune: ipotensione; comune: ipotensione ortostatica, disturbi della circolazione periferica (estremita' fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione della claudicazione intermittente e del fenomeno di Reynaud). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche. Comune: dispnea, edema polmonare, asma in pazienti predisposti; raro: congestione nasale. Patologie gastrointestinali. Comune: nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolori addominali; non comune: stipsi. Patologie epatobiliari. Molto raro: aumento dell'alanina amminotransferasi (ALT), dell'aspartato amminotransferasi (AST) edella gammaglutamiltransferasi (GGT). Patologie della cute e del tess uto sottocutaneo. Non comune: reazioni cutanee (es. esantema allergico, dermatiti, orticaria, prurito, lesioni cutanee psoriasiche e lichen planus simili), alopecia, aumentata sudorazione. Si possono svilupparelesioni cutanee psoriasiche. Laddove presenti, le lesioni cutanee pso riasiche possono venire esacerbate dal trattamento. Ematologia e Chimica clinica. Molto raro: alterazione delle transaminasi sieriche, trombocitopenia e leucopenia. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo. Comune: dolore alle estremita'. Patologie renalie urinarie. Comune: insufficienza renale e alterazioni della funzione renale in pazienti con malattia vascolare diffusa e/o insufficienza r enale basale, disturbi della minzione; molto raro: incontinenza urinaria nelle donne. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella.Non comune: disfunzione erettile. Patologie sistemiche e condizioni r elative alla sede di somministrazione. Molto comuni: astenia (fatica);comune: dolore. Altri: secchezza delle fauci. Vertigini, sincope, mal di testa e astenia sono generalmente lievi e hanno maggiori probabili ta' di verificarsi all'inizio del trattamento. Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, puo' verificarsi un peggioramento dell'insufficienza cardiaca e della ritenzione di liquidi nella fase di titolazione della dose di Carvedilolo. L'insufficienza cardiaca e' un evento comunemente segnalato sia in pazienti trattati con placebo che in pazienti trattati con Carvedilolo (14,5% e 15,4% rispettivamente, nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto). E' stato osservato un peggioramento reversibile della funzionerenale nella terapia con Carvedilolo nei pazienti con insufficienza c ardiaca cronica con bassa pressione sanguigna, cardiopatia ischemica emalattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale di base. Come eff etto di classe, gli antagonisti dei recettori beta-adrenergici possonocausare il manifestarsi di un diabete latente, il peggioramento di un diabete manifesto e l'inibizione della contro regolazione del glucosi o nel sangue. Carvedilolo puo' causare incontinenza urinaria nelle donne che si risolve con l'interruzione del trattamento.

Gravidanza e allattamento

Non c'e' adeguata esperienza clinica relativa all'utilizzo di Carvedilolo nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali sono insufficienti per quanto riguarda gli effetti sulla gravidanza, sullo sviluppo embrionale/fetale, sul parto e sullo sviluppo postnatale. Per Carvedilolo, si e' osservata embriotossicita' solo dopo alte dosi nei conigli. Il rischio potenziale per gli esseri umani non e' noto. Con altri agenti alfa e betabloccanti gli effetti hanno incluso stress perinatale e neonatale (bradicardia, ipotensione, depressione respiratoria, ipoglicemia e ipotermia). Carvedilolo non dovrebbe essere somministrato durante la gravidanza a meno che i potenziali benefici non superino i potenziali rischi. I betabloccanti riducono la perfusione placentare, che puo' causare morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri. Inoltre, si possono verificare reazioni avverse (specialmente ipoglicemia e bradicardia) nel feto e nel neonato. Si puo' verificare un aumentodel rischio di complicanze cardiache e polmonari nel neonato nel peri odo postnatale. Gli studi sugli animali non hanno mostrato evidenze sostanziali di teratogenicita' con Carvedilolo. Studi sugli animali hanno mostrato che il Carvedilolo attraversa la barriera placentare e che Carvedilolo o i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno; quindile possibili conseguenze del blocco dei recettori alfa e beta nel fet o umano e nel neonato devono essere sempre tenute presenti. Non e' noto se Carvedilolo e' escreto nel latte materno umano. L'allattamento alseno non e' pertanto raccomandato durante l'assunzione di Carvedilolo .