Leucemie, nuovo strumento predice evoluzione della malattia

Leucemie, nuovo strumento predice evoluzione della malattia

Analizza informazioni su dati genomici concentrandosi su 31 geni


Identificare prima quali pazienti con malattie del sangue sono a più alto rischio di sviluppare una leucemia e determinare per ognuno il momento migliore per intervenire con un trapianto di staminali. E' ora possibile farlo attraverso lo 'score molecolare IPSS-M', uno strumento che utilizza l'intelligenza artificiale per scandagliare dati genomici.

Lo evidenziano i risultati dello studio coordinato da ricercatori dell'Humanitas e dell'Università degli Studi di Bologna, all'interno del consorzio europeo GenoMed4All, pubblicati sul Journal of Clinical Oncology. Le sindromi mielodisplastiche sono neoplasie molto diverse, che vanno da condizioni a lenta progressione a casi che progrediscono rapidamente verso una leucemia mieloide acuta. In Italia se ne verificano circa 3mila casi ogni anno, con maggiore frequenza in adulti o anziani.

La cura definitiva è il trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Gli ematologi decidono le strategie di trattamento in base a uno score clinico, ottenuto in base a indicatori come il numero delle cellule leucemiche nel midollo osseo, i livelli di globuli bianchi, rossi e piastrine, ma che non contiene informazioni sul profilo genomico.

    "Utilizzando i dati molecolari della malattia rilevati in ogni paziente con un test su 31 geni, lo score molecolare (IPSS-M) ha dimostrato, su 2.876 pazienti con sindromi mielodisplastiche, di migliorare molto la capacità di predire il rischio di evoluzione leucemica e l'aspettativa di vita", spiega Matteo Della Porta, responsabile Leucemie e Mielodisplasie di Humanitas.

"La possibilità di individuare sulla base del profilo molecolare le persone a più alto rischio di progressione di malattia - prosegue Della Porta - consente, infatti, di ottimizzare la scelta dei trattamenti e del momento più opportuno in cui intervenire". "Lo sviluppo e l'applicazione di metodi innovativi con cui analizzare e integrare grandi moli di dati clinici e genomici hanno permesso di abbreviare i tempi con cui i risultati delle ricerche possono essere tradotte in un beneficio pratico per i pazienti", conclude Elisabetta Sauta, data scientist di Humanitas AI Center. 
   

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