(ANSA) - RAVENNA, 19 GEN - Nell'estate del 2020 a 16 anni, a
causa di un incidente in moto distante da casa sua a Lugo, nel
Ravennate, aveva subito l'amputazione di un braccio. Oggi
Davide, nel frattempo diventato maggiorenne, dopo l'applicazione
di una protesi alla clinica Maria Cecilia Hospital di Cotignola,
sempre nel Ravennate, si è iscritto all'università per diventare
professore di educazione fisica.
La tecnica neurochirurgica utilizzata su di lui - spiegano
dalla struttura romagnola - è la Tmr, una re-innervazione dei
muscoli target per innesto di protesi, che consente di aggirare
la memoria del cervello per controllare l'arto artificiale. In
generale si stima che siano oltre tremila ogni anno i casi di
amputazione di un arto superiore in Italia a causa di patologie
o per eventi traumatici. L'uso di una protesi richiede però un
lungo percorso di preparazione e riabilitazione: la Tmr serve
proprio a questo scopo.
Pioniere nazionale è il neurochirurgo Guido Staffa, del Maria
Cecilia Hospital, clinica accreditata con il sistema sanitario
nazionale. Negli ultimi quattro anni nel nostro Paese sono stati
eseguiti sette interventi di Tmr, tutti dal team guidato da
Staffa. Nel mondo gli interventi simili sono finora stati una
cinquantina. "La funzione della Tmr è creare i presupposti per
l'impianto protesico - osserva Staffa - anni fa ho fatto parte
di un gruppo di studio sugli amputati: le protesi elettriche
impiantate non venivano utilizzate bene dai pazienti in quanto
per eseguire il movimento si devono contrarre muscoli che sono
tuttavia deputati a movimenti diversi. Il nostro cervello si
rifiuta di usare movimenti diversi da quelli per cui è stato
progettato. Da qui l'idea di impiantare i nervi della parte
residua all'amputazione, ovvero quelli che rimanevano nel
moncone, su questi muscoli per ottenerne l'attivazione. Si
aggira così il limite umano".
Prima dell'incidente, in moto, ha ricordato Davide, "giocavo
a pallavolo, passione che è proseguita giocando a sitting
volley, la pallavolo paralimpica. Oggi mi dedico anche agli
studi: non potendo fare il poliziotto, il mio grande sogno da
bambino, e nemmeno intraprendere una carriera
nell'elettrotecnica per i lavori manuali che richiede, indirizzo
delle scuole superiori che ho frequentato, mi sono iscritto
all'Università per diventare professore di educazione fisica con
la speranza in futuro di potere mostrare come la menomazione non
costituisca necessariamente un limite e come affrontare un
problema ricavandone una nuova opportunità". (ANSA).
Dopo incidente un braccio bionico che aggira memoria cervello
A 16 anni l'amputazione, ora vuole diventare prof di ginnastica
Leggi su www.ansa.it