I paesi dell'Ue si incontreranno mercoledì 4 gennaio per discutere una risposta congiunta al tema dei viaggiatori provenienti dalla Cina, dopo l'impennata di casi di Covid nel Paese. Lo ha annunciato la Svezia, che ha assunto la presidenza del semestre Ue. "La Svezia sta cercando una politica comune per l'intera Ue circa l'introduzione di possibili restrizioni all'ingresso", ha dichiarato in una nota il governo di Stoccolma. Che ha convocato per mercoledì una riunione del meccanismo di gestione delle crisi del Consiglio (Ipcr): "È importante mettere in atto rapidamente le misure necessarie".
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha incontrato nei giorni scorsi funzionari cinesi per discutere dell'aumento delle infezioni da Covid-19, sottolineando l'importanza di condividere i dati in tempo reale sull'esplosione dei casi. "L'Oms ha chiesto - ha dichiarato l'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite in un comunicato - ancora una volta la condivisione regolare di dati specifici e in tempo reale sulla situazione epidemiologica, dei dati sulle vaccinazioni somministrate e sullo stato delle vaccinazioni, soprattutto nelle persone vulnerabili e negli ultrasessantenni".
E l'Australia si aggiunge alla lista dei paesi che chiederanno ai viaggiatori dalla Cina di fornire un test Covid-19 negativo prima dell'arrivo, citando una "mancanza di informazioni complete" da parte di Pechino sull'ondata di casi nel Paese asiatico. Il ministro della Sanità australiano Mark Butler ha detto che la norma, che entrerà in vigore dal 5 gennaio, è stata introdotta "per salvaguardare l'Australia dal rischio di potenziali nuove varianti emergenti" e "in riconoscimento della situazione in rapida evoluzione in Cina".