(ANSA) - ROMA, 17 DIC - Una bassa concentrazione di
colesterolo Hdl in pazienti con fegato grasso può predire la
diagnosi di tumore del fegato con largo anticipo. Lo dimostra
uno studio sostenuto da Fondazione Airc (Associazione italiana
per la ricerca sul cancro) pubblicato su Journal of Hepatology
Reports.
Fino a pochi anni fa la maggior parte delle patologie
tumorali del fegato era associata alle infezioni da epatite B e
C. Oggi invece è noto che il tumore del fegato più frequente nei
soggetti tra i 55 e 75 anni è l'epatocarcinoma che si sviluppa
in soggetti senza infezione, apparentemente sani, che non
avvertono alcun sintomo, ma che a livello del fegato già
presentano una condizione patologica di steatosi, ossia un
accumulo di grasso che può portare a una successiva fibrosi.
Nell'ambito degli studi sul metabolismo e il cancro del fegato,
il gruppo di ricerca coordinato dal professor Antonio Moschetta,
presso l'Università 'Aldo Moro' di Bari, ha dimostrato che nei
soggetti con fibrosi epatica, un basso livello di colesterolo
Hdl, conosciuto anche come 'colesterolo buono', è associato a
una maggiore probabilità di sviluppare l'epatocarcinoma e sembra
poter predire la malattia già cinque anni prima della diagnosi.
Nello studio, i ricercatori hanno analizzato i parametri di
oltre 1000 soggetti, sospetti pazienti con problemi metabolici.
"Gli individui che hanno sviluppato epatocarcinoma nei
successivi cinque anni, alla prima valutazione al tempo 0,
mostravano livelli più bassi di colesterolo Hdl, a parità di
fibrosi epatica - afferma Moschetta, coordinatore dello studio
-. Inoltre, selezionando i pazienti che hanno poi sviluppato il
cancro tra coloro che cinque anni prima avevano basso
colesterolo Hdl, abbiamo osservato che questi ultimi mostravano
un significativo aumento del girovita, che è una misura dei
depositi di grasso a livello del tessuto adiposo viscerale e un
segno di infiammazione dell'organismo". Quindi, la scoperta che
un singolo biomarcatore ematico possa predire con largo anticipo
la diagnosi di epatocarcinoma potrebbe permettere di
identificare i soggetti a rischio, prima ancora che sviluppino
sintomi specifici. In altre parole, potrebbe essere possibile
prevenire questo tipo di cancro, tramite modifiche nutrizionali
e/o farmacologiche. "Oggi sappiamo - conclude Lucilla Crudele,
prima autrice dello studio - che un soggetto che ha fegato
grasso e basso colesterolo Hdl associato a un aumentato girovita
ha un rischio aumentato di sviluppare l'epatocarcinoma entro i
successivi 5 anni. Queste informazioni ci permettono di seguire
questi pazienti con ecografie puntuali e ripetute, e dare loro
indicazioni per modificare il proprio stile di vita al fine di
ritornare a una condizione ottimale per proteggersi e ridurre il
rischio di sviluppare il cancro". (ANSA).
Tumore fegato, colesterolo Hdl basso e steatosi può predirlo
Con anticipo di 5 anni, studio Università Bari con Airc
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