Superbatteri, appello degli infettivologi italiani: «Più educazione sanitaria e più fondi per la ricerca»


Aumenta anche in Italia il fenomeno della resistenza microbica agli antibiotici. Recentissimo il caso della regione Toscana dove in meno di un anno si sono verificati 32 decessi e 75 pazienti colpiti dal New Delhi Metallo beta-lactamase.

L’Italia detiene il triste primato europeo con più di 10.000 decessi l’anno correlati ad infezioni da batteri resistenti. Quasi il 5% dei pazienti ricoverati è colpito da un’infezione che non può essere trattata con i comuni antibiotici.

Infettivologi italiani: formazione e ricerca

Dal 10° Congresso Nazionale della SITA – Società Italiana di Terapia Antinfettiva, che si tiene in questi giorni a Napoli con la partecipazione dei maggiori infettivologi italiani, arriva un accorato appello: facciamo educazione civica sanitaria nelle scuole per insegnare le buone regole dell’igiene e i governi trovino soluzioni per premiare le aziende che promuovono ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici.

«Tutti noi infettivologi lanciamo un appello accorato: adesso che l’educazione civica entra di nuovo nelle scuole, va usata anche per la salute – dichiara Matteo Bassetti, Direttore Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine e nuovo Presidente della SITA – è necessario tornare ad insegnare le buone regole dell’igiene, che sono il primo baluardo per arginare la diffusione di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, e del buon uso degli antibiotici. Il secondo appello è rivolto ai governi e alle Istituzioni perché trovino soluzioni per premiare le aziende farmaceutiche che investono in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici. Oggi assistiamo alla ‘globalizzazione’ dei batteri resistenti: questi microrganismi si spostano con le persone colonizzate e con i pazienti. Abbiamo estremo bisogno di antibiotici innovativi».

«Nel tentativo di ridurre l’uso inappropriato di antibiotici, la regione Campania è stata la prima a recepire il Piano nazionale di lotta all’antibiotico-resistenza e da due anni abbiamo i Protocolli regionali per affrontare le patologie infettive più comuni – afferma Carlo Tascini, Direttore Prima Divisione di Malattie infettive Ospedale Cotugno di Napoli e Presidente del Congresso – abbiamo fatto un ulteriore sforzo, quello di misurare l’epidemiologia dell’antibiotico-resistenza con il progetto regionale SIRERAR. La situazione è preoccupante anche in Campania, sono in aumento i casi di endocardite negli anziani che devono essere sottoposti a sostituzione valvolare e i device sempre più spesso si infettano».

Ceppi mutati di E. Coli o di Klebsiella esprimono un meccanismo di resistenza chiamato appunto New Delhi Metallo beta-lactamase (NDM), descritto per la prima volta a Nuova Delhi ormai 10 anni fa. Dall’India si è poi diffuso prima nel Regno Unito e adesso da alcuni anni è descritto come ubiquitario. Questo enzima inattiva gli antibiotici e anche i nuovi, commercializzati negli ultimi anni, non funzionano.

Fortunatamente dalla ricerca arrivano buone notizie. La pipeline da qui ai prossimi cinque anni, commentano gli infettivologi, è interessante: tanti nuovi inibitori delle carbapenemasi e nuovi antibiotici in grado di contrastare le NDM e altri meccanismi simili.

Restano stringenti le misure da attuare nei nosocomi e nelle case di cura. Ma quel che serve adesso è insegnare alla popolazione la buona prassi dell’igiene, a cominciare dalle scuole primarie con l’educazione civica in ambito sanitario:

  • lavaggio frequente e accurato delle mani durante la giornata;
  • mettere la mano o un fazzoletto davanti alla bocca quando si starnuta;
  • stare in casa con l’influenza;
  • uso appropriato degli antibiotici solo dietro prescrizione del medico di famiglia;
  • non assumere antibiotici per il raffreddore o la comune influenza;
  • usare gli antibiotici rispettando i dosaggi e i tempi prescritti dal medico di famiglia;
  • completare sempre il ciclo di trattamento anche se ci si sente meglio.