(ANSA) - ROMA, 14 OTT - Nel 2019 in Europa 541mila persone
sono morte per ragioni riconducibili a un'infezione causata da
batteri resistenti agli antibiotici, per un totale di quasi 12
milioni di anni di vita persi. È questo il dato che emerge da
una ricerca internazionale pubblicata su The Lancet Public
Health.
"La resistenza antimicrobica rappresenta una sfida saliente
del nostro tempo, poiché la perdita di antibiotici efficaci
potrebbe comportare un pericolo di vita per infezioni diffuse e
ostacolare la capacità di eseguire comuni procedure chirurgiche
e altri trattamenti medici", sottolineano i ricercatori,
affiliati al gruppo European Antimicrobial Resistance
Collaborators.
Il team, attraverso l'analisi delle cause di morte combinata
con la prevalenza dei batteri resistenti, ha stimato che nel
2019, nella Regione Europea dell'Oms, si sono verificati 541mila
decessi associati a infezioni da batteri resistenti, il 10,5%
dei decessi totali. Queste morti, spiegano i ricercatori, si
sarebbero evitate del tutto se le persone non avessero contratto
per niente l'infezione. Nel caso in cui le infezioni fossero
state causate da batteri sensibili ai farmaci, invece, 133mila
di quelle persone sarebbe guarite. Ad appesantire il carico
dell'antibiotico-resistenza il numero di anni persi a causa
della malattia (i cosiddetti DALYs): ben 11,9 milioni.
Secondo lo studio, la gran parte dei decessi è causata da
infezioni sistemiche; a seguire le infezioni intra-addominali e
quelle respiratorie. Quanto agli agenti responsabili dei
decessi, i più comuni sono forme resistenti di Escherichia coli,
Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas
aeruginosa, Enterococcus faecium, Streptococcus pneumoniae e
Acinetobacter baumannii.
Senza misure di contrasto efficaci, ricordano i ricercatori,
si stima che entro il 2050 l'antibiotico-resistenza potrebbe
causare 10 milioni di decessi l'anno nel mondo. (ANSA).
Da batteri killer oltre 500mila morti in Europa nel 2019
11,9 milioni gli anni persi a causa dell'antibiotico-resistenza
Leggi su www.ansa.it