Sclerosi multipla, scoperto nuovo 'motore' della malattia

Con neuroni malfunzionamenti più cellule immunitarie dannose


  Nelle persone con sclerosi multipla, a mandare in tilt le cellule immunitarie inducendole ad attaccare il sistema immunitario potrebbe essere il malfunzionamento di alcuni neuroni situati nell'ipotalamo denominati AgRP. Lo hanno scoperto ricercatori dell'Irccs Ospedale Policlinico San Martino e dell'Università di Genova in uno studio finanziato dal Programma Mnesys e dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism), che apre la porta a nuovi potenziali trattamenti che sfruttino questo meccanismo.
    "La sclerosi multipla è una malattia su base autoimmune, in cui cioè le cellule del sistema immunitario 'deragliano' e attaccano le fibre del sistema nervoso" spiega il coordinatore della ricerca Antonio Uccelli, ordinario di Neurologia all'Università di Genova, direttore scientifico del San Martino e del progetto Mnesys.
    Non è ancora completamente chiaro cosa scateni questa perdita di controllo del sistema immunitaria. Il nuovo studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports, ha ora scoperto che un ruolo chiave potrebbe essere rivestito dai neuroni AgRP.
    Quando queste cellule funzionano correttamente "il midollo osseo produce meno monociti e neutrofili, cellule immunitarie coinvolte nello sviluppo della sclerosi multipla, mentre nel timo aumenta la produzione delle cellule T regolatorie, fondamentali perché la risposta immunitaria non venga diretta contro l'organismo", spiega la co-coordinatrice dello studio Tiziana Vigo, dell'Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova.
    Lo studio ha mostrato che nella sclerosi multipla questi neuroni "non funzionano correttamente e questo provoca un aumento nel midollo di monociti e neutrofili e una diminuzione di linfociti regolatori", aggiunge. Tuttavia, "il ripristino del corretto funzionamento dei neuroni AgRP attraverso molecole che permettono di accendere o spegnere selettivamente i neuroni migliora il decorso della malattia e riduce l'attacco immunitario al cervello", conclude la ricercatrice.
    Dalla ricerca è anche emerso che una proteina prodotta dai neuroni AgRP, il neuropeptide AgRP, misurabile con un semplice prelievo di sangue, potrebbe diventare un efficace biomarcatore della gravità della malattia. 
   

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