I misteri della neuroinfiammazione, la Fondazione della Valle premia 2 ricercatori

Per studi sul legame con le funzioni della mente e la salute. La presidente, 'la ricerca ha bisogno della curiosità dei giovani'


Due giovani ricercatori premiati dalla Fondazione Francesco della Valle per la Ricerca sulle Neuroscienze, per i loro lavori che hanno fatto luce sul meccanismo della neuroinfiammazione, in occasione del primo 'Excellence Award' svolti all'Abbazia di Praglia ad Abano Terme. La Fondazione ha consegnato l'Excellence in Neuroinflammation Award 2025, riconoscimento nato per sostenere i giovani studiosi che esplorano i misteri irrisolti dell'infiammazione dei neuroni e il suo legame con le funzioni della mente e, più in generale, con la salute.
    La neuroinfiammazione è il processo attraverso cui il sistema immunitario reagisce a un danno o a uno stress per proteggere nervi e cervello. Se non si spegne correttamente, si trasforma da fenomeno protettivo ad effettore di danno. Diviene, così, la forza trainante di molte patologie, dall'Alzheimer alla sclerosi multipla, dalla depressione al dolore cronico. Capire quando e come la neuroinfiammazione diventa "alleata" o "nemica" è una delle sfide più affascinanti delle neuroscienze contemporanee.
    Due ricercatori hanno condiviso il premio ex aequo. Elisabeth M.
    Wood, dell'Albert Einstein College of Medicine (New York) autrice di uno studio pubblicato su Nature, ha dimostrato che la memoria a lungo termine nasce anche da un processo di danno e riparazione del DNA neuronale, guidato da segnali infiammatori.
    Una scoperta che rovescia un'idea radicata: la neuroinfiammazione non è solo distruzione, ma può essere parte dei processi di apprendimento e adattamento cerebrale. Andrés Mateo Baraibar Sierra, del Basque Center for Neuroscience, è invece autore di una ricerca pubblicata su Brain, Behavior and Immunity che apre nuove prospettive per la sclerosi multipla. Lo studio mostra che gli astrociti, cellule gliali a lungo considerate comparse silenziose, diventano, in presenza di infiammazione cronica, protagonisti del declino cognitivo, alterando la comunicazione tra neuroni e la plasticità sinaptica.
    "La ricerca ha bisogno di cervelli giovani, liberi dal preconcetto di sapere e guidati dalla curiosità di scoprire. In un campo complesso come quello della neuroinfiammazione, dove il confine tra danno e adattamento è sottile e ogni scoperta può rovesciare paradigmi consolidati, il contributo dei giovani è essenziale: sono loro a porre domande non convenzionali e ad immaginare connessioni nuove tra immunologia e neuroscienze": con queste parole, Maria Federica della Valle, presidente della Fondazione, ha aperto il primo Meeting Excellence in Neuroinflammation. Negli ultimi anni la neuroinfiammazione è diventata una delle aree più studiate delle neuroscienze: oltre 15 mila articoli pubblicati dal 2019 testimoniano un'attenzione crescente a questo campo, oggi visto come una cerniera tra immunologia e neurologia, capace di spiegare malattie e processi di rigenerazione neuronale.
    "Sostenere i giovani significa valorizzarli, entusiasmarli, stimolare la collaborazione e le interazioni tra loro, al di là delle frontiere nazionali, creando un ecosistema in cui le idee possano fiorire - ha aggiunto della Valle -. Non è solo una questione di investimenti economici: ai sistemi Paese si chiede di offrire stimoli, riconoscimento e fiducia. I soldi, senza le idee, valgono poco. Le idee che valgono, invece, trovano i fondi e le risorse necessarie per essere sviluppate e trasformate in conoscenza utile, in strumenti terapeutici e in futuro della scienza".
    Il Meeting Excellence in Neuroinflammation è stato articolato in tre sessioni dedicate al dolore cronico, ai disturbi metabolici e neuroevolutivi e alla salute del cervello. Tra le mura dell'Abbazia Praglia, concludoni i promotori, "la consegna del premio ha assunto il valore di un gesto civile: ricordare che la ricerca non è soltanto un mestiere, ma una forma di fiducia nel domani".
   

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