Dal 2014 al 2024 in Italia la domanda
di immunoglobuline polivalenti (driver della produzione dei
plasmaderivati insieme all'albumina) è aumentata del 57%, circa
il 5% l'anno. Tuttavia, solo il 59% della domanda totale è
prodotta con plasma proveniente da donatori italiani. Sono solo
alcuni dei dati che sono stati presentati a Bologna nel corso
dell'evento "I farmaci plasmaderivati in Italia - Risultati e
sfide di un sistema di valori", organizzato dal Centro nazionale
sangue.
Il netto aumento della domanda, è emerso, rende più difficile il
raggiungimento dell'autosufficienza in materia di medicinali
plasmaderivati, nonostante gli enormi progressi nella raccolta
di plasma - 900 tonnellate nel 2024 - degli ultimi anni. A
spingere la crescita è soprattutto il maggiore utilizzo delle
immunoglobuline per uso sottocutaneo, il cui utilizzo in dieci
anni è passato da 8 grammi ogni mille abitanti a circa 28 circa
(+245%). Cresce anche l'utilizzo per uso endovenoso, dai 65 agli
87 grammi ogni mille abitanti circa (+34%). In dieci anni è
aumentata del 9% la plasmaferesi, ovvero le procedure che
permettono, grazie a un separatore cellulare, di donare solo il
plasma - la parte liquida del sangue - e di reinfondere al
donatore i globuli rossi e le piastrine.
Se per l'albumina il livello di autosufficienza registrato nel
2024 è pari al 76% del totale della domanda, per le
immunoglobuline la percentuale è del 59%, leggermente inferiore
rispetto al dato di dieci anni fa quando, in considerazione
anche di un utilizzo significativamente inferiore, il dato si
attestava al 62%. Significa che solo il 59% della domanda totale
è prodotta con il plasma proveniente dai donatori italiani e per
il restante 41% è invece necessario ricorrere ad acquisizioni di
farmaci sul mercato internazionale.
Il plasma, commenta Luciana Teofili, direttrice del Centro,
costituisce "una risorsa fondamentale per il Servizio sanitario
nazionale. È grazie al plasma che si producono i medicinali
plasmaderivati, utilizzati anche in numerose terapie salvavita.
I numeri relativi alle immunoglobuline però ci suggeriscono la
necessità di una riflessione doverosa sull'appropriatezza
dell'utilizzo clinico di questi farmaci strategici, riflessione
già in corso con Aifa che va tuttavia estesa agli operatori di
settore sia a livello locale sia a livello internazionale".
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