Dall'accoglienza dei piccoli pazienti
provenienti da zone di conflitto come Ucraina e Gaza, ai piani
personanilazzi di follow-up per i bambini e i ragazzi guariti
dal tumore, passando per l'impegno contro la disparità di cure.
È l'impegno dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano
nell'ambito dei tumori pediatrici, su cui, come ogni settembre,
si riaccendono i riflettori. Ogni anno all'Int vengono presi in
carico circa 250 nuovi pazienti pediatrici, con una particolare
esperienza nei tumori solidi e nei tumori del sistema nervoso
centrale. Dall'inizio della guerra in Ucraina l'Istituto ha
accolto 33 piccoli pazienti, mentre più recentemente sono stati
presi in carico bambini provenienti dalla striscia di Gaza, in
collaborazione con la rete internazionale St. Jude Children's
Research Hospital.
"Ci occupiamo di bambini sfortunati perché si ammalano di
cancro, ma anche fortunati perché nati in contesti dove esistono
le più alte possibilità di guarigione. A livello globale, l'Oms
si pone come obiettivo il 60% di sopravvivenza per tumori che
qui hanno già l'80-90% di guarigione. Non possiamo accettare una
disparità così profonda", spiega Maura Massimino, direttrice
della Pediatria oncologica della Fondazione Irccs Istituto
nazionale dei tumori.
Accanto alla cura, la ricerca è parte integrante della
missione dell'Istituto. Un esempio è l'Ambulatorio dei guariti,
che segue quotidianamente bambini e ragazzi dopo la fine delle
terapie, garantendo un percorso di reinserimento sociale e
sanitario. Proprio qui è stata sviluppata la parte pilota del
'Passaporto del guarito', progetto europeo che consente di
raccogliere tutte le informazioni cliniche e trasformarle in un
piano personalizzato di follow-up. "La relazione di cura
accompagna i pazienti non solo durante la malattia, ma anche
nella guarigione e nella vita che verrà", conclude Massimino.
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