L'impatto dell'aviaria sulla
produzione alimentare si fa sentire principalmente nel settore
delle galline ovaiole, poiché i polli da carne hanno un ciclo di
produzione più breve e sono generalmente allevati in sistemi di
stabulazione chiusi. I modelli di esportazione di carne di
pollame infatti sono resilienti. Lo fa sapere la Fao che nel suo
rapporto di previsione ha esaminato l'impatto della malattia in
tutto il mondo.
La malattia, precisa la Fao, è "diventata una delle minacce
biologiche più significative per il settore avicolo globale",
colpendo più di 173 milioni di polli solo negli Stati Uniti
d'America dal 2022 e innescando costi di gestione dell'epidemia
e di indennizzo degli allevatori superiori a 1,4 miliardi di
dollari alla fine del 2024. Le varianti causate dagli uccelli
selvatici migratori sono state a lungo un problema, ma i focolai
dal 2020 mostrano un modello più persistente e diffuso con
maggiori impatti economici. Nel 2025, il Brasile, terzo
produttore mondiale di carne di pollame che rappresenta quasi il
30% delle esportazioni globali, ha registrato il suo primo caso
in un allevamento commerciale di pollame.
Quanto alla produzione globale di uova di gallina, fa sapere
la Fao, ha raggiunto i 91 milioni di tonnellate nel 2023, con la
Cina che ha contribuito per il 38%, seguita da India e Stati
Uniti rispettivamente con l'8 e il 7%. Sebbene in genere vengano
scambiati solo 2,2 milioni di tonnellate, tale volume è quasi
raddoppiato nel 2024. Di conseguenza, la volatilità del prezzo
delle uova rimane un problema.
Tra gli altri capitoli analizzati dalla Fao c'è quello sui
flussi commerciali di fertilizzanti dal 2022, evidenziando la
quota crescente della Federazione Russa nel mercato globale
delle esportazioni. Quanto ai prezzi, un paniere di azotati,
fosforo e potassio costa oggi in media 437 dollari per
tonnellata, rispetto al picco storico di 815 dollari
dell'aprile 2022.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA