Marina Terragni, Autorità garante per
l'infanzia e l'adolescenza, ha scritto oggi al sindaco di Roma,
Roberto Gualtieri, alla presidente della I sezione civile del
Tribunale di Roma, Marta Ienzi, ai responsabili dei servizi
sociali e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per
i minorenni di Roma a proposito dell'allontanamento e del
collocamento in casa famiglia di una bambina della Capitale
affetta da una malattia rara.
Terragni ha condiviso e sostenuto l'auspicio formulato dalla
Garante dell'infanzia dell'adolescenza della Regione Lazio,
Monica Sansoni, la quale ha chiesto che - previa sospensione del
provvedimento - la bambina possa essere valutata da un collegio
medico indipendente. A tale collegio, in particolare, si chiede
di esprimersi in merito alla compatibilità della disposizione di
allontanamento dal contesto abituale di vita - l'abitazione
materna - con collocamento in casa famiglia. Ciò sia in ordine
alla modalità di esecuzione coatta (la bambina ha cinque anni)
sia con riferimento alle condizioni fisiche e psicologiche della
minorenne.
Nella lettera si evidenzia infatti che "la bambina è
portatrice di beta talassemia e del gene della malattia di
Fabry. Uno stato di salute che andrebbe valutato nella sua
completezza - per quanto riguarda gli aspetti mentali, fisici,
metabolici - tenendo nel dovuto conto la relativa prognosi. La
minorenne versa in una condizione cronica di anemia microcitica
in concomitanza con una malattia metabolica - la malattia di
Fabry rientra tra le malattie rare - patologia multisistemica in
grado di colpire tutti gli organi e apparati 'con semeiologica
via via ingravescente in base al grado di coinvolgimento'".
La missiva si conclude con l'auspicio che, "prima di disporre
misure drastiche come l'allontanamento, una struttura
specializzata - quali ad esempio l'Ospedale Meyer di Firenze o
il Bambino Gesù di Roma - accerti se il trauma del distacco
dalla madre e dall'ambiente familiare e sociale, seguito da un
ricovero in una comunità sconosciuta, non costituisca un rischio
di aggravamento e di evoluzione più rapida e maligna delle
condizioni della bambina"
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