Infiammazioni persistenti che
colpiscono i vasi sanguigni e possono portare a gravi
complicanze trombotiche, anche in persone giovani e senza
fattori di rischio noti: sono le vasculiti sistemiche, un gruppo
di malattie autoimmuni rare che possono compromettere organi
vitali. A queste patologie è dedicato lo studio pubblicato sulla
rivista Nature Reviews Rheumatology e coordinato da Giacomo
Emmi, immunologo, docente di Medicina interna dell'Università di
Trieste e direttore della struttura complessa UCO Medicina
clinica e coordinatore scientifico dell'Azienda sanitaria
universitaria giuliano isontina.
L'articolo, frutto di un lavoro di revisione coordinato tra
centri di ricerca in Italia, Svezia, Russia, Turchia ed
Australia, fa il punto sulle manifestazioni trombotiche e
cardiovascolari associate alle vasculiti e propone nuove
strategie di trattamento basate sull'approccio antinfiammatorio.
L'argomento sarà l'oggetto di una relazione che Emmi terrà
all'interno del congresso europeo Euvas, in corso a Trieste fino
al 24 maggio.
"Il nostro lavoro - spiega Emmi - dimostra che in molte
vasculiti la trombosi non è un evento isolato, ma una diretta
conseguenza dell'infiammazione vascolare. In questi casi, l'uso
di anticoagulanti può non essere sufficiente e deve essere
affiancata da una terapia immunologica. Comprendere meglio i
meccanismi alla base di queste evidenze cambia l'approccio
terapeutico e può aprire nuove strade anche per altre malattie
croniche infiammatorie e non".
Tra le vasculiti analizzate nella revisione - informa
l'ateneo giuliano - compaiono, tra le altre, la granulomatosi
eosinofila con poliangioite e la sindrome di Behçet. La
pubblicazione si concentra sulle differenze tra eventi
trombotici arteriosi e venosi, sulla gestione terapeutica nelle
diverse fasi della malattia e sui diversi meccanismi
patogenetici, che possono orientare le scelte cliniche.
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