La diagnosi precoce del diabete di tipo 1 riduce del 94% il rischio di gravi complicanze associate alla malattia nei bimbi. Lo dimostrano, in vista della Giornata Mondiale del Diabete (14 novembre), gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp), che hanno messo a confronto l'incidenza della chetoacidosi nella popolazione pediatrica, con o senza screening, sulla base dei risultati di due studi pubblicati su Diabetologia. Il primo, guidato da Valentino Cherubini, presidente Siedp, ha valutato la frequenza di chetoacidosi nei bambini in cui la malattia viene scoperta alla comparsa della complicanza. Il secondo, condotto da ricercatori tedeschi nell'ambito del progetto Fr1da per la diagnosi precoce, ha analizzato, invece, la frequenza di chetoacidosi in bambini sottoposti a screening. "Dallo studio che abbiamo condotto su 59mila bambini in 13 Paesi su 3 continenti, tra il 2006 e il 2016, è emerso che, in Italia, dove la scoperta della malattia avviene spesso con la comparsa dei sintomi, la frequenza di chetoacidosi arriva al 41,2% nei bimbi più piccoli, con un secondo picco intorno ai 10-12 anni - spiega Cherubini -. Confrontando i nostri risultati con quelli ottenuti dal progetto tedesco di screening Fr1da, nei bimbi risultati positivi al test, è emersa un'incidenza molto più bassa di chetoacidosi, pari al 2,5%, con una riduzione del 94% del rischio rispetto al nostro studio. Dati che confermano - sottolinea l'esperto -, l'essenziale e straordinaria importanza della legge 130/2023, che ha istituito in Italia un programma nazionale di screening pediatrico. Grazie a test su scala nazionale, oltre 450 bimbi ogni anno potranno evitare la terribile complicanza". In tutto il mondo sono 8,4 milioni le persone con diabete di tipo 1, con mezzo milione di nuovi casi diagnosticati in età infantile. Scoprire per tempo la malattia permette anche di intervenire con nuove terapie come Teplizumab, il primo farmaco capace di ritardare la comparsa dei sintomi del diabete di tipo 1. Approvato negli Stati Uniti dalla FDA, nel novembre 2022, il trattamento con Teplizumab, anticorpo monoclonale che si somministra per via endovenosa, è ora disponibile in Italia per uso compassionevole a partire dai bambini di età pari o superiore a 8 anni con diabete di tipo 1.
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