Mortalità per tumore varia di 1,6 volte tra diversi Paesi in Ue

In un anno 2,8 milioni di casi, pesano le troppe disuguaglianze


Nel 2022 ci siano stati 2,78 milioni di nuovi casi di tumore nei 27 Stati membri dell'Unione europea più Islanda e Norvegia, il che equivale a circa cinque nuove diagnosi ogni minuto. E le nuove diagnosi sono aumentate del 2,3% rispetto al 2020. Al contrario, la mortalità è diminuita, ma i tassi variano di 1,6 volte tra i diversi Paesi, così come variano molto all'interno degli stessi Paesi. A fornire il quadro delle disuguaglianze oncologiche nell'Unione Europea è il convegno "Treating Cancer: The EU's Commitment to Cancer Inequalities", in corso presso la sede del Consiglio nazionale delle ricerche a Roma.
    Secondo le stime dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd), mentre l'incidenza stimata del cancro è aumentata tra il 2010 e il 2022 e, entro il 2035 si prevede che diventi la principale causa di morte in Europa, la mortalità è diminuita del 10% nell'UE27 durante questo periodo.
    Tuttavia, la mortalità per cancro rimane elevata (rappresenta il 22,5% di tutti i decessi) e varia di 1,6 volte nei Paesi considerati: per molti tumori, i tassi maggiori si riscontrano nei paesi dell'Europa centrale e orientale (Croazia, Ungheria, Lettonia, Repubblica Slovacca e Slovenia), mentre i paesi dell'Europa occidentale e nordici (Finlandia, Lussemburgo, Spagna e Svezia) hanno i tassi più bassi.
    Inoltre, non tutti i cittadini hanno lo stesso rischio di morire di cancro, anche all'interno dello stesso paese: in alcuni Paesi come la Romania differiscono fino al 37% a seconda delle regioni, mentre la differenza è di circa il 30% tra le regioni di Francia, Germania, Polonia e Spagna. A pesare, rilevano gli esperti, le disuguaglianze nell'accesso a diagnosi, screening e cure, così come a studi clinici per terapie innovative.
   

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