Dalla tesi di laurea in malattie
infettive di uno studente della Scuola di Medicina di Palermo,
Giuseppe Zinna, è nata la ricerca condotta da Antonio Cascio,
direttore dell'unità operativa di malattie infettive del
Policlinico "Paolo Giaccone", insieme a un gruppo di studio
composto da infettivologi, internisti e pneumologi, per la
valutazione del rischio di mortalità dei pazienti affetti da
Covid-19. Lo sostiene una nota dell'azienda ospedaliera
universitaria di Palermo. Lì e in parte presso l'Università
della Campania è stato condotto lo studio, che è stato
pubblicato sul "Journal of Clinical Medicine"
Il lavoro porta la firma di Giuseppe Zinna, Mario Barbagallo,
Luca Pipitò, Claudia Colomba, Nicola Scichilone, Anna Licata,
Antonio Russo, Nicola Coppola e Antonio Cascio.
"L'identificazione dei pazienti Covid-19 ad alto rischio è
fondamentale per il processo decisionale nelle aree di
emergenza. L'obiettivo primario dello studio era identificare
nuovi predittori indipendenti di mortalità e la loro utilità in
combinazione con i tradizionali punteggi di valutazione del
rischio di polmonite e i nuovi punteggi di rischio per la
malattia sviluppati durante la pandemia", affermano gli
studiosi.
"Grazie all'impegno del mio tesista Giuseppe Zinna, ora
specializzando a Verona, - spiega Cascio - abbiamo pubblicato la
ricerca derivata in parte dalla sua tesi di laurea, con cui
abbiamo dimostrato il vantaggio ottenuto dall'aggiunta del
rapporto Spo2/fio2, ossia la saturazione dell'ossigeno e la
percentuale di ossigeno nell'aria inspirata, a tutti gli score
diagnostici utilizzati per studiare con metodi rapidi, semplici
ed economici, la gravità delle polmoniti e del Covid-19. Ciò al
fine di individuare i pazienti con coronavirus che, al momento
dell'accesso in ospedale, abbiano un più elevato rischio di
morte".
La precoce individuazione dei pazienti che avranno una maggiore
probabilità di sviluppare una malattia critica è essenziale al
fine di riservare a loro le cure più adeguate.
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