Sono bastati otto minuti di
intervento e quattro ore e mezzo in tutto in ospedale per
"bruciare" in modo definitivo e completo un tumore alla tiroide
su una paziente di 69 anni. L'operazione, illustrata in
conferenza stampa, è stata eseguita nelle scorse settimane
all'ospedale 'Ramazzini' di Carpi dall'équipe della struttura
complessa di Endocrinologia dell'Azienda Usl di Modena,
attraverso una procedura di termoablazione laser, sotto guida
ecografica. La donna era affetta da microcarcinoma papillare
della tiroide, una neoplasia di sei millimetri del lobo tiroideo
destro e ora sta bene. È stata sottoposta ad anestesia locale ed
è rimasta sempre sveglia e collaborante; al termine
dell'intervento non si sono registrate complicanze e non è
rimasta alcuna cicatrice.
"La procedura è assolutamente innovativa e al tempo stesso,
in mani esperte, di semplice esecuzione - commenta il professor
Giampaolo Papi che ha diretto l'equipe - e risulta altamente
efficace nel trattamento dei noduli tiroidei benigni sintomatici
e in quelli maligni di piccole dimensioni, cosiddetti
intraparechimali. I pazienti si dichiarano generalmente molto
soddisfatti, perché, contrariamente a quanto avviene con la
chirurgia tradizionale, non devono restare ricoverati per giorni
in ospedale, non vanno incontro ad anestesia generale, non hanno
sul collo una cicatrice permanente e, soprattutto, conservano
pienamente la funzionalità della propria tiroide".
La struttura complessa di Endocrinologia dell'Ausl di Modena
ha iniziato le procedure di termoablazione dei noduli tiroidei,
dal 2019: un'esperienza ormai quinquennale che l'ha resa uno dei
Centri in Italia a maggior volume, avendo trattato finora 272
pazienti. "La strada tracciata già da tempo in campo
endocrinologico sta continuando a portare ottimi risultati per i
cittadini modenesi affetti da patologie tiroidee - sottolinea la
direttrice generale dell'Azienda Usl di Modena Anna Maria
Petrini - Questo intervento dimostra come le capacità messe in
campo dai nostri professionisti unite alla disponibilità delle
strumentazioni più avanzate, possano andare a vantaggio della
salute dei pazienti, riducendo al minimo le complicanze e le
conseguenze di un'operazione".
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