"Quasi l'80% dei malati di demenza,
più della metà dei quali di Alzheimer, vive a casa e quindi la
malattia viene gestita dai familiari. I servizi funzionano, ma
non sono sufficienti e c'è un grande senso di solitudine. Con
questo libro vogliamo ridurre i dubbi, le incertezze, ma
soprattutto le angosce e le ansie che quotidianamente si trova
ad affrontare chi deve assistere un malato. Innanzitutto i
familiari, ma anche gli operatori di tutti i livelli". Spiega
così il geriatra piemontese Fausto Fantò com'è nata l'idea del
suo libro "L'Alzheimer è donna", edito da Voglino Editrice. Un
volume scritto a più mani, prevalentemente femminili, che viene
presentato, oggi venerdì 20 settembre alle 15 all'ospedale San
Luigi Gonzaga di Orbassano, in provincia di Torino, alla vigilia
della giornata mondiale dell'Alzheimer, che si celebra ogni 21
settembre.
Il libro, scritto con un linguaggio molto semplice, racconta
la storia di una malattia che "continua a crescere e colpisce
sempre di più il mondo femminile. I due terzi dei soggetti
colpiti sono donne e la mortalità è circa tre volte più elevata
rispetto agli uomini. Inoltre le manifestazioni della malattia e
la sua velocità di sviluppo sono diverse e più pesanti per il
sesso femminile ma anche chi assiste questi malati è
prevalentemente donna. Un prototipo di malattia di genere",
spiega il geriatra che è stato responsabile dell'Unità Alzheimer
dell'ospedale di Orbassano e segue da trent'anni questa
patologia. "Non esiste un farmaco in grado di arrestare la
malattia, ma con il controllo dei fattori di rischio, anche con
l'aiuto dell'Intelligenza artificiale, e uno stile di vita sano,
si può rallentare o prevenire lo sviluppo Prevenire è importante
perché il 40% è causato da fattori di rischio che si aggiungono
a quelli genetici". Proprio l'Intelligenza artificiale,
sottolinea, "può avere un ruolo per la prevenzione della
malattia e anche per l'aspetto terapeutico".
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