Unicef-Oms, allattamento al seno negato ad un bambino su due

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno


Nel mondo solo il 48% dei neonati viene alimentato con l'allattamento esclusivo al seno per almeno i primi sei mesi di vita. È il dato rimarcato dall'Unicef e dall'Oms in occasione della Settimana mondiale sull'allattamento al seno che si apre oggi.

"Negli ultimi 12 anni, il numero di bambine e bambini di età inferiore ai 6 mesi allattati al seno in maniera esclusiva è aumentato di oltre il 10%. Ciò significa che il 48% dei neonati in tutto il mondo beneficia di questo sano inizio di vita", affermano in una nota congiunta la direttrice generale dell'Unicef Catherine Russell e il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Ciò si traduce in centinaia di migliaia di bambini e bambine la cui vita è stata salvata attraverso l'allattamento".

 L'allattamento esclusivo al seno nei primi anni di vita, ricordano le due agenzie, è uno dei determinanti più importanti per la salute dei bambini nelle prime fasi della vita. Gli anticorpi in esso contenuti proteggono da molte malattie infettive nell'attesa che il piccolo sviluppi un sistema immunitario proprio. Inoltre, i bambini allattati al seno hanno un minor rischio di diverse patologie, come l'obesità, nel corso della vita. Benefici anche per la mamma che, se allatta, ha minori probabilità di sviluppare alcuni tumori e diabete.

"Quando le madri ricevono il sostegno necessario per allattare, tutti ne traggono beneficio. Secondo gli ultimi dati disponibili, migliorare i tassi di allattamento potrebbe salvare oltre 820 mila vite ogni anno", affermano Russell e Tedros.

In Italia, secondo gli ultimi dati (2022) della Sorveglianza Bambini 0-2 anni del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, solo il 46,7% dei bambini di 2-3 mesi viene allattato in maniera esclusiva al seno. La percentuale scende al 30% nella fascia 4-5 mesi. Forti le differenze su base territoriale con quote più basse nel Sud rispetto al Centro-Nord. In particolare, nella fascia 4-5 mesi, si passa dal 13,5% della Sicilia al 43,2% della Provincia Autonoma di Trento e del Friuli Venezia Giulia).
   

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