Dai calcoli renali alla sicurezza, le bufale sull'acqua di casa

L'Istituto Superiore di Sanità sfata le false credenze. La qualità massima in Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto


Dal rischio di calcoli renali all'assenza di controlli, fino alla necessità di apparecchi di trattamento. Le false credenze sull'acqua del rubinetto sono tanti e duri a morire. In occasione della presentazione del suo primo rapporto, il Centro nazionale per la sicurezza delle acque (CeNSiA) dell'Istituto Superiore di Sanità, ha voluto sfatarne alcune di esse.

Una delle più diffuse è che essere 'buona' l'acqua del rubinetto deve essere priva di ogni sostanza chimica. "È vero il contrario", precisa l'Iss. "L'acqua contiene molte sostanze chimiche vantaggiose per la salute; eliminarle provocherebbe la riduzione di apporto di elementi essenziali".

È falsa anche la credenza che l'acqua del rubinetto faccia venire i calcoli. "La formazione dei calcoli dipende in molti casi da una predisposizione individuale oppure familiare. Il calcio è essenziale per la nostra salute e ne va ridotta l'assunzione se è un medico a prescriverlo", spiega l'Iss.

 

Da sfatare anche la convinzione che l'acqua di casa non sia sicura. "È sicura per la salute come lo è bere acqua minerale naturale perché in tutti casi l'assenza di rischi per i consumatori è garantita dai controlli previsti dalla normativa".

Per questa ragione, può essere usata sia dalle donne in gravidanza sia per i bambini piccoli. "Sia l'acqua di rubinetto che le acque in bottiglia sono sicure e adatte ad essere consumate in gravidanza ed allattamento". Inoltre, per i bambini "in fase di svezzamento, si può utilizzare anche l'acqua del rubinetto per la preparazione del latte in formula, delle pappe, e per idratare il bambino", chiarisce l'Iss.

Falsa è anche l'idea che per rendere sicura l'acqua del rubinetto vada installato in casa un apparecchio di trattamento e che al ristorante si debba evitare di chiedere acqua del rubinetto: anzi, la normativa incentiva questa pratica. 
   

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