(Di Elida Sergi)
Superare i limiti imposti da una
malattia cronica, imprevedibile e invalidante come la sclerosi
multipla non è facile ma riuscirci si può, insieme alle persone
più care. È quello che dimostra la storia di Eric e Silvia,
mamma e figlio, che correranno insieme alla Milano Marathon
domenica. Silvia Roldàn Balsalobre, spagnola di Barcellona, 60
anni, convive da 24 anni con una forma progressiva di sclerosi
multipla. E' in sedia a rotelle ma questo non le ha impedito di
partecipare insieme a suo figlio Eric Domingo Roldàn, 31 anni, a
più di 30 corse in giro per il mondo (Spagna, Portogallo,
Francia e Abu Dhabi) tra le quali ben 6 maratone. Madre e figlio
hanno iniziato a correre insieme nove anni fa. Domenica sarà la
volta di Milano, per la prima volta in Italia ad attraversare la
città a tutta velocità come ambasciatori ufficiali di Aism -
Associazione Italiana Sclerosi Multipla alla Milano Marathon.
"Abbiamo scelto di portare la storia di Eric e Silvia alla
Milano Marathon - sottolinea Vittorio Borgia, presidente di Aism
Milano - perché a prescindere dalla situazione di malattia, ogni
persona può scegliere come affrontare le piccole e grandi
difficoltà, e la loro storia rappresenta un incredibile esempio
di resilienza e amore per la vita, oltre la sclerosi multipla.
Abbiamo conosciuto Eric e Silvia nel 2020, Appena usciti dal
lockdown avevamo organizzato una corsa virtuale e abbiamo creato
un collegamento in diretta per raccontare la loro bellissima
storia che non conosce confini geografici e barriere
linguistiche - prosegue Borgia-. Nel loro messaggio di
inclusione e partecipazione riconosciamo lo stesso spirito che
ha spinto, più di 50 anni fa, alcune persone con sclerosi
multipla e le loro famiglie a creare la nostra Associazione: far
conoscere la malattia, chiedere la piena inclusione oltre la
disabilità, rappresentare i diritti delle persone con sclerosi
multipla e successivamente finanziare la ricerca scientifica per
scoprire le cause della patologia, ma soprattutto per trovare
una cura definitiva". "La diagnosi di sclerosi multipla -
racconta Silvia - non è facile da affrontare, è una battuta
d'arresto, ti cambia la vita. Avevo due opzioni: gettare la
spugna e restare sola o almeno provare a godermi la vita insieme
alle persone che ho intorno. Accompagnavo sempre mio figlio
nelle sue corse, poi un giorno è venuto da me e mi ha detto:
Mamma, che dici, andiamo a correre insieme? - gli ho risposto:
sei impazzito! Poi ci ho pensato un po' su e mi son detta: ma si
dai, accetto la sfida. E così è iniziato tutto". "Vedere la
gente accanto a me mentre corriamo, sentire il vento in faccia,
le grida, il pubblico entusiasta - conclude - mi regala
un'emozione incredibile".
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