"Pensa che io possa. Così forse io potrò". È un invito a superare stereotipi e barriere mentali verso le persone con sindrome di Down, che portano a entrare nell'ottica che non possano fare alcune cose, quello che arriva in occasione della Giornata dedicata a questa sindrome, che si celebra oggi 21 marzo. CoorDown - Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down - insieme ai partner internazionali ha lanciato la campagna di sensibilizzazione "Assume that I can", per chiedere di mettere fine ai pregiudizi sostenendo le concrete potenzialità di ogni persona con sindrome di Down. In soli 4 giorni dal lancio, il video pubblicato sui profili social di CoorDown è diventato un fenomeno mondiale raggiungendo oltre 100 milioni di visualizzazioni su TikTok, Instagram, X, Linkedin, Youtube e Facebook. "In psicologia esiste un concetto, "self-fulfilling prophecy", cioè una profezia che si auto-avvera, perciò l'insegnante che pensa che lo studente non possa capire, si comporta di conseguenza, non spiega e fa avverare la profezia.
Ma per me non esistono concetti facili e difficili. Se penso alle cose che non mi sono state spiegate e insegnate, questo mi fa arrabbiare" sono state queste le parole di Marta Sodano, donna con sindrome di Down di 30 anni, pronunciate alle Nazioni Unite. È dal suo racconto che nasce il film "Assume that I Can", in collaborazione con l'agenzia Small di New York :una ragazza con sindrome di Down ha intorno persone che credono che non possa bere un cocktail, praticare boxe, studiare Shakespeare, andare a vivere da sola e così limitano le sue possibilità. Poi a metà film la svolta, la giovane donna invita a usare in senso positivo la profezia autoavverante: se credi in me, se mi dai fiducia, potrai avere un impatto positivo e allora, forse, potrò raggiungere obiettivi, anche inaspettati. "Cambiare lo sguardo con cui ci si approccia alla disabilità è la sfida lanciata da CoorDown per il 2024 - sottolinea la presidente Antonella Falugiani -. Con 'Assume That I Can' mostriamo come ciascuno di noi può contribuire all'inclusione ascoltando e guardando senza filtri distorti le persone con sindrome di Down e i loro desideri. Solo così possiamo abbattere i muri che ancora limitano le vite delle persone con disabilità intellettiva".
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