Primo e unico Centro in Italia,
terzo nel mondo, dopo l'Australia e la Spagna, il Pascale ha
dato il via oggi alla sperimentazione di un protocollo super
innovativo in grado di debellare il linfoma diffuso a grandi
cellule, sin dalla prima linea di trattamento. L'arruolamento
nel protocollo Skyglo è iniziato presso il reparto di Ematologia
Oncologica, diretto da Antonello Pinto. Il trattamento è
riservato ai pazienti di nuova diagnosi, quindi non ancora
trattati. La terapia con questo protocollo, per ora non ancora
rimborsabile dal servizio sanitario nazionale, potrà
incrementare in modo significativo le possibilità di guarigione.
Il linfoma diffuso a grandi cellule, è il tipo più frequente
di linfoma non-Hodgkin, a livello globale, e rappresenta il
tumore del sistema linfatico con la maggior incidenza in Europa
e in Italia. Ogni anno, infatti, si registrano tra i 16 e 25
nuovi casi ogni 100.000 persone. Rappresenta quindi il 4-5% di
tutti i tumori di nuova diagnosi e la sua frequenza, ad esempio,
è pari a quella del tumore della vescica.
Questo tumore origina dalle cellule del nostro sistema
immunitario i linfociti di tipo B che normalmente ci difendono
dalle infezioni microbiche attraverso la produzione di
anticorpi. Dopo oltre un decennio in cui non si erano avute
rilevanti novità terapeutiche nel suo trattamento, oggi la
speranza è rappresentata proprio da questo protocollo che
racchiude due nuove strategie che promettono di aumentare
significativamente la possibilità di guarigione dei pazienti fin
dalla prima linea di terapia: gli immunoconiugati e gli
anticorpi bispecifici.
Gli immunoconiugati sono anticorpi terapeutici che si legano
in maniera specifica alle cellule di linfoma introducendo al
loro interno una potente tossina di derivazione marina (si
chiama auristatina E). Uno studio clinico internazionale, cui
l'Ematologia del Pascale ha fornito il contributo italiano più
significativo ha dimostrato che una nuova terapia, basata
proprio sull'uso di un anticorpo immunoconiugato, è molto ben
tollerata e significativamente più efficace dell'attuale
chemioterapi. Ciò ha condotto all'approvazione a livello
mondiale (FDA) ed europeo (EMA) della combinazione di ADC e
chemioterapia come nuovo standard riconosciuto per la terapia
del linfoma diffuso a grandi cellule. In Italia questo
trattamento non è ancora rimborsabile dal sistema sanitario
nazionale, ma dovrebbe essere disponibile tra pochi mesi.
Gli anticorpi bispecifici invece, legano con un 'braccio' le
cellule di linfoma e con un altro ai linfociti killer del
paziente, mettendoli fisicamente in contatto. Le cellule di
linfoma mettono in atto una serie di meccanismi per evitare
questo abbraccio 'mortale' con le cellule killer del sistema
immunitario del paziente. Gli anticorpi bispecifici superano
questi meccanismi di difesa del tumore veicolando e legando
'fisicamente' le cellule killer del paziente a quelle del
linfoma, che vengono così uccise.
"Le frontiere dell'innovazione - dice il direttore generale
dell'Istituto dei tumori di Napoli, Attilio Bianchi - hanno
confini che si spostano sempre più avanti. Il Pascale è pronto a
raccogliere le sfide, anche le più audaci, e sempre più si
qualifica come polo di riferimento mondiale. Complimenti ad
Antonello Pinto e alla sua fantastica squadra".
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