Trapianto cornea addio,in 40% casi basterà iniezione cellule

Trapianto cornea addio,in 40% casi basterà iniezione cellule

Da un donatore trattabili fino 500 occhi,partirà trial in Italia


Ogni anno vengono eseguiti in Italia 5.000 trapianti di cornea. In quasi la metà dei casi, basterà un'iniezione di cellule al posto del più complesso intervento chirurgico. Questo nuovo approccio semplifica l'intervento, accelera il recupero e consente di trattare con una sola cornea da donatore un numero da 300 a 500 occhi. A illustrare la novità sarà il primo congresso nazionale della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (Siso), che si terrà a Roma dal 19 al 21 maggio e presentato oggi in Senato.
    In circa il 40% dei casi di cecità corneale che richiede il trapianto, il problema dipende da alterazioni dello strato endoteliale profondo e basta recuperare questo per tornare a vedere. In questi casi, intervenire con un trapianto di cellule sarà molto più semplice rispetto al trapianto standard. "La tecnica è semplice - spiega Vincenzo Sarnicola, presidente Società Internazionale Cornea (Sicsso) - le cellule endoteliali corneali possono essere estratte dai donatori e fatte moltiplicare in coltura per poi essere iniettate nel ricevente dopo aver tolto quelle malate". La procedura "dura pochi minuti, il recupero visivo è rapido e migliore". Il nuovo metodo hanno già consentito il recupero visivo in oltre 300 pazienti trattati in Giappone e in El Salvador. I risultati, pubblicati sul New England Journal of Medicine e su Ophthalmology, hanno aperto la strada alle sperimentazioni in corso negli Usa, mentre la prima sperimentazione europea partirà dall'Italia nel 2023.
    Un ulteriore vantaggio è la possibilità di trattare molti pazienti a partire da una sola cornea di donatore: a oggi si possono trattare fino a 75 occhi con le cellule estratte e propagate da una cornea, ma gli esperti ritengono che si possa arrivare a gestire fino a 300-500 pazienti con un solo tessuto.
    "Nel mondo ci sono 13 milioni di persone con cecità per patologie della cornea. Con la nuova tecnica - conclude Sarnicola - sarà possibile trattare moltissimi pazienti in più rispetto a oggi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove trovare i tessuti corneali non è semplice". 
   

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