Verso la diagnosi di celiachia con un
prelievo e senza biopsia: ricercatori dell'Università di Salerno
hanno scoperto che un semplice esame del sangue per la
concentrazione di una molecola, la tTG-IgA, potrebbe essere
utilizzato come soglia diagnostica per prevedere l'atrofia dei
villi del duodeno (porzione intestinale), un segno distintivo
della celiachia.
Pubblicato su The Lancet Gastroenterology & Hepatology, lo
studio è stato svolto su un campione di over-18 di vari paesi
con sospetta celiachia, confrontando la capacità diagnostica del
test del sangue con le biopsie endoscopiche. I partecipanti sono
stati suddivisi in tre gruppi in base ai sintomi, come anemia,
perdita di peso o diarrea (indicatori di malassorbimento),
sintomi diversi da quelli classici e partecipanti con sospetta
malattia celiaca basata solo sulla storia familiare di malattia
o sulla presenza di malattie autoimmuni associate. Tutti sono
stati sottoposti a biopsia duodenale da endoscopia.
Ebbene, è emerso che 363 partecipanti (83%) avevano valori
elevati di tTG-IgA nel sangue. Tra questi, 341 avevano biopsia
positiva (veri positivi), e 22 avevano negativa (falsi positivi)
dopo la revisione. Concentrazioni di tTG-IgA nel sangue
superiori a 5, 10 e 15 volte la norma sembravano avere maggiore
potere predittivo per la diagnosi affidabile. Gli studiosi
suggeriscono che valori 10 volte maggiori della norma potrebbero
rappresentare una soglia utile per la diagnosi clinica. Lo
studio conferma che un test del sangue può essere utilizzato
come strumento diagnostico negli adulti, riflettendo la
strategia attuale di diagnosi clinica "senza biopsia" nella
diagnosi della malattia celiaca nei bambini.
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