(di Francesco De Filippo)
(ANSA) - TRIESTE, 07 GIU - ALESSANDRO AIUTI e ANNAMARIA
ZACCHEDDU, LA CURA INASPETTATA (Mondadori; 219 pagine; euro
18,50)
La terapia retrovirale combinata ha ridotto in modo costante
il numero di nuove infezioni di Aids fino a dimezzarsi passando
da 3,2 milioni nel 1996 a 1,5 nel 2021; la mortalità è diminuita
del 70 per cento. Ma ad oggi, sono oltre 84 milioni le persone
che si sono infettate con l'Hiv, di cui quasi la metà morte per
complicanze dell'Aids. E non è ancora abbastanza: oggi un quarto
dei sieropositivi nel mondo - 10 milioni di persone - non ha
accesso alla terapia retrovirale e nel 2021 sono morte di Aids
650mila persone, più di una al minuto: tutti decessi evitabili.
È lo scenario della peste del secolo descritto da Alessandro
Aiuti e Annamaria Zaccheddu.
Il primo, figlio del noto immunologo Fernando, è vice
direttore del San Raffaele-Telethon per la terapia genica di
Milano e direttore dell'U.O. di Immunoematologia pediatrica
dell'Irccs Ospedale San Raffaele; Zaccheddu si occupa di
comunicazione scientifica e istituzionale alla Fondazione
Telethon. Alessandro Aiuti studiando la terapia genica ha
sfruttato una versione modificata dell'HIV piegando questo fino
a trasformarlo da patologia in cura e riscrivendo così la storia
delle malattie genetiche. Così, grazie ai ricercatori le persone
sieropositive vivono una vita normale e il virus è diventato un
farmaco di precisione. L'obiettivo delle Nazioni Unite è porre
fine all'epidemia globale di Aids entro il 2030. Oggi in Italia
l'incidenza è 3 nuovi casi ogni 100mila persone: poco più di
1.700 nel 2021, un dato al di sotto della media europea.
Il libro ricostruisce 40 anni di ricerca sull'Hiv, dal 1981
quando viene scoperto alle varie tappe: nel 1983 si comincia a
capire qualcosa e in novembre è organizzato il primo congresso
internazionale sull'Aids, cui partecipò anche Aiuti senior,
unico italiano. Qualcuno ricorderà anche la rivalità dura tra
Robert Gallo, capo del laboratorio di biologia delle cellule
tumorali del National Cancer Institute di Bethesda, e Luc
Montagnier, direttore dell'unità di oncologia virale dell'
Istituto Pasteur di Parigi. Nel gennaio 1983 Montagnier e
Francoise Barré-Sinoussi avevano isolato un retrovirus da
cellule infette, un successo che valse il Premio Nobel.
Negli anni l'Aids ha mietuto vittime in modo trasversale con
tante persone celebri: Rock Hudson il 2 ottobre 1985, Bruce
Chatwin il 18 gennaio 1989, Freddie Mercury il 24 novembre 1991,
Rudolf Nureyev, Anthony Perkins il 12 settembre 1992, Isaac
Asimov il 6 aprile 1992. Qualcuno è sopravvissuto, è il caso di
Earvin 'Magic' Johnson. Ma il volume vuole custodire la memoria
anche dei tanti comuni cittadini che i medici tentarono
inutilmente di salvare: storie dolorose intervallate da terapie
fasulle come il caso Stamina di Davide Vannoni. Più sfumate,
invece, sono le pagine sullo stigma che aveva inizialmente
colpito omosessuali e tossicodipendenti. Furono anni difficili:
l'allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, era
'entrato' nelle stanze da letto degli americani, colpevolizzando
chi praticava alcuni costumi sessuali. Fino al 1996, l'anno
della svolta con un successo in campo diagnostico e uno in campo
terapeutico con una combinazione di tre antiretrovirali. Oggi
sono una trentina i farmaci antiretrovirali approvati per la
cura dell'Aids, che si possono combinare a seconda della
risposta del paziente. Comincia così l'era della terapia genica,
il cui padre è French Anderson. (ANSA).
Aiuti, 'di padre in figlio la lotta all'Aids senza quartiere'
La cura inaspettata, con Zaccheddu. I 40 anni di storia dell'Hiv
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