Terminata la valutazione primaria, e dopo aver stabilizzato tutte le condizioni patologiche potenzialmente mortali, occorre iniziare l’esame testa-piedi, vale a dire la valutazione secondaria, che consiste nel controllo metodico della presenza di altre lesioni o patologie. Bisogna porre delle domande al soggetto coinvolto e ai presenti, annotando le risultanze se possibile, per poi trasmettere tutte queste informazioni ai servizi di emergenza, all’ospedale o a chiunque si farà carico di lui.
L’ideale sarebbe lasciare il soggetto nella posizione in cui si trova, spostandolo solo se ritenete che sia meglio sistemarlo in una posizione più adatta al tipo di lesione o di patologia riscontrata.

Questa valutazione prevede altri due controlli, oltre l’ABC:

  • Deficit Neurologico: è il livello di reattività della vittima.
  • Esame obiettivo del soggetto:: potrebbe essere necessario tagliare o togliere gli indumenti per esaminare o curare le lesioni.

Tale valutazione è finalizzata a scoprire:

  • La storia: l’evento che ha provocato la lesione o l’improvviso malore e qualsiasi informazione clinica pertinente.
  • I sintomi: informazioni che il soggetto riferisce circa le sue attuali condizioni di salute.
  • I segni: si riscontrano esaminando il soggetto

LA STORIA

Gli aspetti importanti sono due e riguardano l’evento verificatosi e la storia clinica del soggetto.

La dinamica dell’evento

Prima di tutto occorre appurare l’accaduto, per scoprire le circostanze che lo hanno determinato. In genere è il soggetto stesso a riferire queste informazioni: talvolta, invece, si può contare solo sui presenti ed è quindi essenziale verificare che questi ultimi riportino effettivamente i fatti e non semplici opinioni.

Dal loro resoconto possono emergere dettagli rilevanti, come la modalità di impatto con il veicolo, che consentono di ipotizzare la natura delle lesioni riscontrabili in virtù del meccanismo di lesione.

Storia clinica pregressa

Il secondo aspetto di cui tenere conto riguarda la storia clinica del soggetto: anche se magari non ha nulla a che fare con la situazione contingente, può essere utile per risalire alla causa di una lesione.

Un braccialetto al polso del ferito o dei farmaci in una tasca possono rivelare l’esistenza di una malattia pregressa o concomitante.

Il Resoconto
  • Chiedere cosa è accaduto: se l’evento è dovuto a un malore o a un incidente.
  • Chiedere quali farmaci il soggetto sta assumento
  • Chiedere di riferire la sua storia clinica per scoprire patologie pregresse o in atto.
  • Scoprire se soffre di allergie
  • Sapere quando il soggetto ha mangiato o bevuto per l’ultima volta
  • Annotare Se indossa uno di quei braccialetti speciali usati per segnalare che la persona è affetta da malattie quali l’epilessia, il diabete o soffre di crisi di anafilassi.
Sintomi

Si tratta delle sensazioni che il soggetto prova e descrive se sollecitato a illustrarle con dovizia di particolari. Per esempio, se accusa un dolore bisogna chiedergli dove è localizzato, di che tipo di dolore si tratta (costante o intermittente, acuto o sordo), cosa lo migliora o lo peggiora, se il movimento o la respirazione incidono sulla sua intensit` e, qualora non sia dovuto a una ferita in che punto e quando è cominciato. Può darsi che il soggetto riferisca anche altri sintomi quali nausea, vertigini, caldo, freddo o sete: bisogna ascoltare con grande attenzione le risposte senza interromperlo.

Segni

Si tratta di manifestazioni quali gonfiore, sanguinamento, macchie, deformità e odori riscontrabili durante l’osservazione del soggetto sfruttando appieno tutti i sensi: la vista, l’udito, il tatto e l’olfatto. La regola vuole che si debba sempre confrontare il lato del corpo interessato dalla lesione con quello sano. Si può anche riscontare l’incapacità del soggetto di assolvere ad alcune funzioni del tutto normali, come muovere lgi arti o alzarsi in piedi. Bisogna poi annotare tutte le ferite superficiali che dovranno essere curate solo dopo aver completato questo esame.

Altri elementi

Nella valutazione rientra anche la ricerca di altri elementi che possono dare indicazioni utili sulle condizioni di salute del soggetto: aghi o siringhe in caso di sospetta overdose, ma anche un biglietto con la prenotazione di una visita presso un ospedale o in clinica, un tesserino indicante che la persona soffre di allergia, diabete o di epilessia. Chi va a cavallo o in bicicletta solitamente custodisce queste tessere nel caschetto. Il cibo o i farmaci che il soggetto ha con sé sono utilissimi per capire le sue condizioni di salute. Le persone che sanno di essere affette da una determinata patologia spesso indossano dei dispositivi con le necessarie avvertenze mediche: una piastrina, un braccialetto o un portachiavi che, in caso di emergenza vanno consegnati agli operatori del soccorso.

Esame Testa Piedi

Dopo aver raccolto informazioni sulla storia clinica e sui sintomi bisogna esaminare accuratamente il soggetto, sfruttando appieno tutti i sensi: vista, udito, tatto e olfatto e procedendo dalla testa verso gli alluci: questo approccio è facile da ricordare e assicura un esame minuzioso. Il rispetto della privacy e della dignità della persona è essenziale: pertanto è buona norma chiedere sempre il permesso quando si deve allentare, sbottonare, tagliare o togliere gli indumenti per poterla esaminare.

I guanti monouso contribuiscono a proteggere soccorritore e vittima. È consuetudine non spostare la persona a meno che non sia strettamente necessario perché in pericolo di vita. Se il soggetto è cosciente sarebbe bene esaminarlo nella posizione in cui si trova, oppure sistemarlo nella posizione più consona al tipo di lesione riscontrato. Il soggetto non cosciente, che respira ed è disteso nella posizione laterale di sicurezza va esaminato cosi come si trova.

Prima si controllano la frequenza respiratoria e le pulsazioni e poi si esamina il soggetto partendo dalla testa e procedendo verso il basso. All’inizio bisogna ricercare le prime ferite o le lesioni potenzialmente gravi, annotando quell emeno gravi che andranno rivalutate più attentamente al termine di questo primo esame.

  1. Valutate la respirazione. Controllate la frequenza respiratoria (veloce o lenta), la profondità (respiro superficiale o profondo) e il genere (facilità o difficoltà respiratorie; respiro rumoroso o silenzioso). Controllate il polso. Valutate la frequenza (veloce o lenta), il ritmo (regolare o irregolare) e la forza (sostenuta o debole) delle pulsazioni.
  2. Iniziate ad esaminare la testa del soggetto. Fate scorrere le mani sul cuoio capelluto per individuare sanguinamenti, rigonfiamenti o depressioni che potrebbero far pensare a una frattura. State attenti a non muoverlo, se sospettate una lesione cervicale.
  3. Sussurrate in entrambe le orecchie articolando bene le parole per capire se il soggetto reagisce e se sente; esaminate le orecchie per rilevare l’eventuale fuoriuscita di liquido trasparente o di sangue acquoso, segni di una grave lesione cranica.
  4. Esaminate gli occhi: se sono aperti controllate la dimensione delle pupille (la pallina nera); se varia da un occhi all’altro potrebbe trattarsi di un trauma cranico. Cercate eventuali corpi estranei, raccolte di sangue o ecchimosi sul bianco degli occhi (sclera).
  5. Controllate il naso. Come per le orecchie verificate l’eventuale fuoriuscita da ciascuna narice di liquido trasparente o di sangue acquoso (o un mix di entrambi) che sono segni di una grave lesione cranica.
  6. Controllate la bocca cercando corpi estranei che possono ostruire le vie aeree. Se ci sono delle protesi dentarie, ma sono rimaste intatte, non toccatele. Ispezionate la bocca per scoprire ferite o un’insolita disposizione dei denti.
  7. Controllate la temperatura e il colorito: il soggetto è pallido, rosso in volto o cianotico, caldo, freddo o sudato? Una pelle pallida, fredda e sudata fa pensare a uno shock; il volto arrossatoe caldo indica uno stato frebbrile o un colpo di calore. La colorazione bluastra di labbra, orecchie e volto è sintomo di mancanza di ossigeno.
  8. Senza spostare il soggetto fate scorrere le dita lungo la colonna vertebrale, spingendovi verso il basso per rilevare eventuali irregolarità rigonfiamenti o deformità.
  9. Esamintate il torace. Chiedete al soggetto di fare un respiro profondo e notate se il torace si espande con facilità, in modo regolare e uniforme su entrambi i lati. Fate scorrere le dita lungo la gabbia toracica per individuare possibili deformità irregolarità e zone sensibili. Chiedete al soggetto se respirando sente stridere e se l’atto respiratorio risulta doloroso. Ascoltate per percepire suoni insoliti e controllate se vi sono lesioni esterne, sanguinamenti o ferite da taglio.
  10. Controllate le clavicole, le spalle, il braccio (parte superiore), i gomiti, le mani e le dita cercando zone sensibili, gonfie o deformi. Verificate i movimenti di gomiti, polsi e dita chiedendo al soggetto di flettere ciascuna articolazione. Informatevi se il soggetto prova sensazioni insolite.
    La punta delle dita pallida o bluastra pu&oegrave; essere indice di un disturbo circolatorio. Cercate segni di punture sugli avambracci o un braccialetto di riconoscimento.
  11. Se sussistono difficoltà di movimento o perdita di sensibilità degli arti, non spostate il soggetto per esaminare la colonna vertebrale: sono i sintomi della lesione spinale. Negli altri casi fate scorrere la mano nell’incavo della schiena per individuare zone gonfie e sensibili.
  12. Palpate delicatamente l’addome del soggetto alla ricerca di sanguinamenti, zone dure o dolenti della parete addominale che potrebbero indicare un’emorragia interna. Confrontate i due lati dell’addome
  13. Toccate le anche e il bacino per escludere eventuali fratture. Controllate gli abiti: tracce di incontinenza possono far pensare a una lesione spinale o vescicale, perdite ematiche dagli orifizi sono segno di una frattura del bacino.
  14. Controllate le gambe alla ricerca di zone sanguinanti, gonfie, deformi o sensibili. Chiedete al soggetto di sollevare prima una gamba e poi l’altra, di muovere le caviglie e le ginocchia.
  15. Verificate il movimento e la sensibilità delle dita dei piedi, e chiedete al soggetto se rileva sensazioni insolite ai piedi o alle dita. Confrontate i due piedi ed esaminate il colorito: se è bluastro, potrebbe trattarsi di un problema circolatorio o di un disturbo causato dal freddo.