Il virus influenzale H1N1, ora
dominante, "deriva da quello cha aveva causato la pandemia nel
2009 e, come tutti i virus influenzali, ha subito piccoli
cambiamenti nel corso degli anni". Lo afferma Gianni Rezza,
epidemiologo, professore di Igiene all'università San Raffaele
di Milano e già a capo del dipartimento della Prevenzione del
ministero della Salute e di quello di Malattie infettive
dell'Iss. Il virus, precisa, "può dare, in rari casi, polmonite
interstiziale primaria nei giovani adulti. Naturalmente, negli
anziani, può assumere frequentemente un certo livello di
pericolosità".
Al momento, aggiunge l'epidemiologo, "credo che siamo vicini
al picco, ma ci vorrà del tempo prima che la stagione finisca.
Per i fragili che non si sono ancora vaccinati, siamo in 'Zona
Cesarini': sarebbe saggio vaccinarsi adesso per proteggersi in
questa coda della stagione". Già la scorsa primavera, spiega
Rezza, "c'erano segnali che il virus dell'influenza A/H1N1, che
abbiamo conosciuto con la pandemia di suina nel 2009, avrebbe
avuto un ruolo di primo piano nella stagione influenzale di
quest'anno. Nella stagione influenzale dello scorso anno il
virus A/H3N2 era stato predominante. Ma verso la fine della
stagione è stato progressivamente sostituito dal virus
influenzale A/H1N1. Si è verificata quella che viene chiamata
'herald wave', un'ondata d'annuncio, che ci diceva che questo
virus avrebbe circolato quest'anno". L'affidabilità
dell'annuncio è stata poi confermata dall'andamento
dell'influenza nell'emisfero Sud, dove si è registrata una
stagione molto intensa, con una forte presenza di H1N1: in
Australia, per esempio, ha causato più della metà dei casi. Ora
in Italia, è stato rilevato in oltre il 95% dei campioni
analizzati e tipizzati dai laboratori afferenti alla rete di
sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità.
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